martedì 18 settembre 2012

PISTOIA E I LONGOBARDI. MA LA GIORNATA DI STUDIO SERVIRÀ A PORTARE TURISTI?

di Lorenzo Cristofani

San Salvatore
PISTOIA. A breve, anno più anno meno, Pistoia avrà l’hotel Hilton. Credo che ciò sia, oltre che una grande opportunità per il tessuto economico, il giusto e naturale riconoscimento per la storia e l’arte di una città di straordinaria bellezza, il cui prezioso fascino è sconosciuto – purtroppo – solo ai pistoiesi (vedi). È maturo perciò il tempo per cui il turismo venga considerato un motore per la creazione di ricchezza e per cui i vari portatori di interesse della città facciano sistema attorno al mondo dell’accoglienza.

Conseguentemente e parallelamente dovrebbe però svilupparsi un nuovo approccio alle risorse attrattive, quelle cioè che stimolano un sempre maggior numero di turisti a fermarsi e a scegliere la città murata. Fortunatamente ci sono già alcune valide iniziative in tal senso (vedi) e più avanti parleremo di altri interessanti filoni da implementare, sempre nell’ottica del turismo e della vocazione artistica.
Fatta questa lunga ma doverosa premessa, sorge spontanea qualche domanda circa il Centro Italiano di Studi di Storia e d’Arte Pistoia e il suo ruolo. Infatti, apprendendo della prossima giornata di studi su L’eredità longobarda a Pistoia, viene da chiedersi quali ricadute concrete possano avere iniziative, sicuramente di alto livello, come quest’ultima. E in generale quanto, fino ad oggi, l’istituzione in questione, partecipata da Comune, Provincia, Camera di Commercio e Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia (ora anche della Lucchesia) abbia contribuito ad attrarre turisti o a creare percorsi “vivi” sul territorio o a valorizzare singoli episodi monumentali, attualizzando così la storia e i convegni che propone.
Vogliamo parlare di eredità longobarda? Bene, visto che l’ente esprime, per finalità istituzionale pareri attinenti alla materia, come mai non ha fiatato sull’antico orto monastico di San Bartolomeo, frealizzato (assieme al complesso abbaziale e chiesa) per volere di Gaidoaldo (da cui la porta «Gaidoaldatica» Carratica), archiatra di re Desiderio dopo l’acquisto di un terreno sul torrente Brana?
Oppure, sempre rimanendo in tema di Longobardi, perché il Centro Studi di Storia e d’Arte non propone un bel recupero (o almeno il dibattito!), anche in chiave turistico-culturale, di una delle più antiche chiese cittadine, San Salvatore, legata appunto alla conversione al cristianesimo della popolazione germanica?
Come si vede dalle immagini ci sarebbe davvero bisogno di un simile impegno: come si fa a tollerare la vista del grazioso sagrato ridotto a immondo parcheggio di auto?
San Salvatore
È possibile offrire qualcosa di meglio ai turisti? Sarebbe possibile una simile mancanza di gusto e di idee in Germania o in Giappone, che riescono a rendere attrattivo anche il nulla?
Aspettiamo dunque che il Centro Italiano di Studi di Storia e d’Arte Pistoia, anche su impulso degli enti che lo finanziano, si attivi a dare un valido contributo per migliorare l’immagine di Pistoia – ce n’è bisogno – e creare occasioni di fruizione della città, dei suoi luoghi e monumenti legati alla storia.

P.S. – Ah, per la cronaca: a breve arriveranno delle sonore cannonate sulla Società Pistoiese di Storia Patria.
Seguiteci, ne vale la pena!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 18 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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