PISTOIA. Alessio Bartolomei scrive:
Egregio Signor
Sindaco,
i gravissimi
problemi economici e finanziari del Comune di Pistoia, frutto di dissennate
politiche di spesa compiute dalle precedenti amministrazioni, omologhe all’attuale,
sono noti ormai a tutti. Forse è per questo che, nel connivente silenzio di
categorie economiche, sindacati e partiti politici, Ella ha aumentato in un
solo colpo di 28 milioni di euro il prelievo sui contribuenti pistoiesi con l’applicazione
dell’Imu, particolarmente pesante sugli immobili non adibiti ad abitazione
principale e contemporaneamente ha aumentato, pesantemente, tutte le tariffe
dei cosiddetti servizi pubblici comunali ad iniziare dagli asili nido fino agli
impianti sportivi.
I nostri
concittadini, noti per un carattere particolarmente docile e conservatore,
tanto da continuare ininterrottamente a votare per il Pci, Pds, Ds, Pd, da 65
anni senza soluzione di continuità, hanno silenziosamente chinato il capo, ma
adesso la situazione, aldilà della volontà dei singoli, è divenuta davvero
insostenibile.
Mi chiedo,
infatti, come sia possibile aumentare il servizio mensa scolastica, fino a
portarlo a 6,5 euro a pasto, quando nei comuni limitrofi non esistono prezzi
superiori a 3,5 euro.
Rammento,
inoltre, che, tra tutti i servizi a domanda individuale (quelli erogati
individualmente e su richiesta del cittadino), la mensa scolastica è l’unico
che, anche con i prezzi del 50% inferiori agli attuali, era già in pareggio
negli scorsi anni, con la conseguenza che questo indiscriminato aumento non
provoca una copertura delle spese del servizio, ma genera un surplus di utili
che può essere speso per altre cose.
Stante questa
situazione la Sua giunta di sinistra deve avere il coraggio di dire che, surrettiziamente,
ha introdotto una antipatica tassa sull’istruzione che tutti devono pagare,
travestita da contributo per il pasto. Anche uno sciocco capisce, infatti, che 6,5
euro per far mangiare un bambino è una cifra astronomica che non ha alcun
riscontro con i prezzi reali. Infatti è una cifra superiore a quella che viene
riconosciuta come contributo mensa per i dipendenti comunali e, comunque,
sufficiente a coprire le spese per il pranzo di un adulto effettuato presso un
qualsiasi bar o self service della città.
La invito,
dunque, a rivedere questa assurda decisione volta a far cassa in un servizio
che è fondamentale per l’educazione dell’infanzia, insostituibile investimento
sul futuro dell’umanità.
Distinti saluti.
Alessio Bartolomei
Pistoia Futura - Fli - Udc
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[Venerdì 14
settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Non è vero che nei comuni limitrofi non esistono prezzi superiori a 3.5 euro a pasto.
RispondiEliminaProvate a dare un'occhiata alle tariffe delle mense scolastiche del comune di Quarrata e ve ne accorgerete.
Guarda caso anche a Quarrata ci hanno detto che se non si aumentano le tariffe "saranno costretti a diminuire i servizi".
A me pare che i servizi non ci siano mai stati nonostante i loro continui aumenti di costo.