di Marco Ferrari
Stando
alla legge tutto il lavoro del Comitato spontaneo del ‘Dynamone’ sarebbe un’emerita
perdita di tempo
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Gli abitanti della Montagna Pistoiese negli ultimi tempi sono spettatori esterrefatti
di vicende per nulla chiare che stanno negativamente segnando l’intera collettività
e il suo territorio.
La scabrosa vicenda della Comunità Montana, il
grottesco teatrino sulla chiusura degli uffici postali e ultimo arrivato in
ordine di tempo, la fusione dei quattro comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio
e San Marcello Pistoiese. Fusione proposta e portata avanti da un comitato
anomalo in cui l’unico sindaco a rappresentare uno dei quattro comuni, quello
di Cutigliano, è Carluccio Ceccarelli. Per capire l’anomalia di tale comitato è
necessario partire dalle disposizioni legislative che stanno alla base e
disciplinano la fusione dei comuni.
Il titolo IV della Legge regionale 27 dicembre 2011, n. 68 concernente
“Norme sul sistema delle autonomie locali” disciplina l’iter burocratico che
porterà alla formulazione della proposta di legge propedeutica alla fusione dei
comuni.
L’articolo 62 “Norme generali” al secondo comma recita: «Due o più
comuni contermini, facenti parte della medesima provincia, che, d’intesa tra di
loro, esprimono la volontà di procedere alla loro fusione, possono richiedere
alla Giunta Regionale di presentare la proposta di legge di fusione. Nella
richiesta, i comuni evidenziano le consultazioni e i processi partecipativi
svolti sulla proposta di fusione e i loro esiti».
Dalla lettura letterale dell’articolo si suppone che la volontà di
procedere alla fusione dei comuni venga espressa dai comuni stessi, quindi da
sindaco e giunta comunale, la cui manifestazione di volontà si deve tramutare
in apposita delibera. Quindi, come può il comitato che per sua stessa
ammissione, tramite il portavoce Orlandini, si è definito “tecnico”,
sostituirsi alla volontà dei legittimi rappresentanti dei comuni che, non si
sono ancora pronunciati in merito, e pensare di redigere e presentare il
progetto di legge per la fusione?
Oppure qual è la legge che permette al comitato di chiedere di presentare
alla Giunta regionale il progetto di legge di fusione?
E ancora, la proposta di legge può essere prospettata in modi differenti rispetto
a quanto indicato nel summenzionato articolo 62 comma 2?
Nell’articolo, poi, pubblicato ieri su Il Tirreno a firma di Elisa
Valentini, dal titolo Comune unico, si decide il nome, il coordinatore
del comitato Roberto Orlandini spiega che “... la proposta dovrà essere
presentata alla Regione nel rispetto dei termini previsti dalla legge...”: a
quale legge si fa riferimento?
È mai possibile e pensabile che una ventina di persone, elette da nessuno,
escluso e a parte il Governo, possano proporre, iniziative di leggi, quando lo
stesso statuto della regione prevede per quelle popolari almeno 5000 persone?
Quello che si sta tentando di fare, quassù in montagna, non è nel panorama
nazionale, cosa nuova, tant’è che negli ultimi anni, proprio in virtù di tali
fusioni, il numero dei comuni italiani è in lenta ma progressiva diminuzione.
Si è passati da 8102 comuni del 1990 (1) a 8092 del 11 febbraio 2011 (2) con, soprattutto
negl’ultimi tempi, molti progetti di fusione in corso. Tali progetti possono
essere liberamente consultati su internet senza necessità, in ottemperanza dei
processi partecipativi, di alcun tipo di registrazione o presentazione di
domanda d’associazione.
Al seguente indirizzo web http://178.79.155.145/progettofusione/ è possibile
consultare quanto fatto dai comuni della Valle del Samoggia nella vicina Emilia
Romagna, un percorso per questi comuni iniziato 20 anni fa, passato tramite l’unione
dei comuni e sfociato naturalmente nella fusione degli stessi.
Unico dato e unica data certa è il 1° gennaio 2016, a decorre da cui, la
Giunta regionale può presentare le proposte di legge di fusione dei comuni
anche in assenza dell’intesa.
C’è da sperare, per la risuscita del progetto, che fra i circa quattro
nuovi associati, di cui ci dà conto sempre Elisa Valentini, che si sono
aggiunti ai 16 e già noti soci fondatori, vi siano gli altri tre sindaci dei
comuni interessati.
Altri riferimenti all’argomento:
a. sabato 4 agosto 2012. Sulla montagna degli ammanchi la fusione (a
freddo) dei Comuni? – http://quarratanews.blogspot.it/2012/08/sulla-montagna-degli-ammanchi-la.html
b. mercoledì 8 agosto 2012. Riflessioni su maxi-comuni, maxi-province e
piccole Regioni – http://quarratanews.blogspot.it/2012/08/riflessioni-su-maxi-comuni-maxi.html
c. giovedì 9 agosto 2012. Ma che bella l’invenzione dedicata al
“Comunone”! – http://quarratanews.blogspot.it/2012/08/ma-che-bella-linvenzione-dedicata-al.html
1. – Touring Club Italiano, Annuario Generale dei comuni e delle frazioni d’Italia,
Milano, 1993
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 21 settembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Bravo, Ferrari. Hai portato un bel contributo.
RispondiEliminaIn effetti le cose stanno come scrivi: tutti (almeno gli addetti ai lavori e quelli che hanno un minimo di conoscenze tecniche) lo sanno bene.
Per cui davvero non si comprende che tipo di logica abiti dietro a un "comitato" (nato in una struttura privata e presieduto dal portatore di esigenze, anche economiche, molto forti) che si arroga "diritti" e "doveri" non previsti da alcuna norma.
Amici del "Dynamone": perchè non rispondere, in modo sereno e argomentato, a queste giuste obiezioni di Marco Ferrari ?
E amministratori dei Comuni montani: perchè non fare lo stesso?