di Luigi
Scardigli
Il mondo sognato, ma reale, di Ambra
Grieco
MONSUMMANO. Il suo sogno è quello di continuare a fare quello che sta
facendo, la creatrice di eventi artistici, con un occhio, spietato, verso la
pittura e la scultura; casomai a tempo pieno, senza dover ricorrere a faticosi
stratagemmi per riuscire a sopravvivere. E se la fortuna decidesse di
assisterla quel che basta, credo che Ambra Grieco ce la possa anche fare, così,
proprio come desidera, senza il dazio di fatiche straordinarie.
Le
caratteristiche somatiche, del resto, depongono tutte a suo favore: minuta,
sottile, con un vistosissimo sorriso e un trascorso di danza classica, che l’ha
resa elegante, precisa, puntuale, intransigente. Ride e scherza, quando le si
parla, come se non soppesasse a dovere le parole del suo interlocutore; ci si
accorge di esserci sbagliati quando le si inumidiscono gli occhi, reazione
emotiva che trasuda una sensibilità estrema, quasi pericolosa, quando le si
racconta di memorie luttuose, parentesi di tristezza, frustrazioni devastanti.
Oggi però, anzi, dal settembre dello scorso anno, per l’esattezza,
Ambria Grieco è Presidente dell’Associazione Agorà, a Monsummano, un terratetto disposto su tre livelli dove,
mensilmente, trovano albergo e risonanza esposizioni, personali e collettive,
una piccola grande galleria.
«Ho sempre desiderato curare questi aspetti del mondo dell’arte
– racconta Ambra Grieco, 29 anni compiuti da pochi mesi, dall’ingresso dell’Associazione,
dove in attesa dei prossimi eventi trovano spazio espositivo solo alcune tele
lasciatele in dono da un pittore coriaceo e altre, dai colori decisi, lineari,
ermetici, ma caldissimi, di papà Vincenzo, un cancelliere con il vizio,
gradito, della pittura –. Spero di farcela. È dura, molto dura, ma non mi arrendo:
credo nelle mie idee e conosco la mia tenacia, un bel mix».
Rigorosamente e orgogliosamente laica, Ambra Grieco si è
laureata nel 2009 in Conservazione dei
beni culturali con una tesi sulla Storia
delle tecniche artistiche. Figlia unica ad origine controllata e sin troppo
manifesta, aspetta, anche, con ragionevole ansia, di andare a convivere con il
suo compagno, Matteo, un ingegnere aereonautico che ha davanti a sé una vita tutto
sommato spaziale.
«Stiamo insieme da sette anni, è giunto il momento di
muoverci verso questo grande passo: abbiamo entrambi le idee chiare e siamo
convinti, all’unisono, che il segreto dell’amore risieda nel rispetto; è la chiave
di lettura della complicità, ma anche la panacea per allontanarsi,
eventualmente, con tutta l’eleganza e l’onestà che non possono mai prescindere».
In programma, dopo una prima stagione che ha dato i suoi
frutti e tante, tante soddisfazioni, c’è, all’orizzonte, ottobrino, una
personale di Filippo Biagioli, pittore e scultore d’arte primaria, di
Serravalle Pistoiese, un artista – assicura Ambra – di spessore.
«L’immobile che ospita l’associazione ha bisogno di alcune
piccole ristrutturazioni, indispensabili accorgimenti edilizi che mi porteranno
via tempo e risparmi. Ho fatto i miei calcoli, credo di potercela fare. I tempi
non sono certo i migliori: in anni di crisi le prime cose che vengono decapitate
sono il superfluo e l’arte; la cultura, insomma, fa sbrigativamente parte delle
cose rimandabili: beh, non sono affatto d’accordo. Da sempre».
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[Venerdì 14 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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