di Edoardo Bianchini
In coda al post Al via il restauro
del vecchio ‘Ceppo’ (vedi),
che ieri abbiamo pubblicato sul blog, sono comparsi i due commenti che seguono.
Il primo dice: Vescovi, Orsi, Rosi e compagnia briscola: piatto
ricco, mi ci ficco!
Il secondo chiede: Il sig.
Riccardo Ponticelli, coinvolto nella vicenda “untouchables”, è per caso legato
da qualche vincolo di parentela con l’estensore di questo post? Per la
cronaca quel post non è un post, ma un semplice comunicato stampa dell’Asl3 – e
si vede dalla firma.
Come giornalista ho anche
il dovere di comprendere l’incazzatura della gente, a cui si possono rizzare i
capelli ogni volta che sente parlare di lavori pubblici, dato che questi lavori
sono proprio la fossa delle Marianne in cui si sono inabissati interi oceani di
risorse economiche, mettendoci oggi nella condizione in cui siamo.
Ma ho detto anche, poco
sopra. E quell’anche fa presupporre qualcosa d’altro. Ed ecco cosa.
Per chi mi viene dietro da tempo,
non sarà una novità che, spesso, ho il vizio di fare il bastian contrario e l’avvocato
del diavolo.
E questo ruolo – che è il ruolo
di chi non si limita al fatto, ma cerca anche di ragionarci sopra – mi si confà
come un vestito che cade a pennello.
Se da una parte vedo 23 arrestati
per turbativa d’asta e corruzione e concussione e chissà che altro, e sempre da
una parte sento dire che a breve ci sarà anche il processo veloce per alcuni di
loro; dall’altra, quando leggo di come certi giochetti venivano fatti (e
ripenso all’ingegner Evangelisti, che ‘pretendeva’ il cambio della caldaia in
sua casa: o certe ditte avrebbero chiuso con il Comune di Pistoia) permettetemi
che i capelli mi si rizzino tutti, anche se non ne ho più molti.
E allora la domanda che mi pongo
è questa: le ditte, Vescovi, Orsi, Rosi e compagnia briscola, com’è
scritto nel primo commento, sono l’inizio della corruzione, il punto di
partenza, o piuttosto la coda dei concussi? Erano loro a corrompere – insomma –
o venivano messe alle strette, se volevano lavorare?
E qui mi pongo – sempre da
giornalista che fa parte del genere umano, sia pure nel mio estremo rigore – un
altro interrogativo: se io avessi avuto una azienda, con dipendenti e famiglie
e persone, che dal lavoro dell’azienda si aspettano una aspettativa di vita, di
sopravvivenza e di dignitosa condizione civile, come mi sarei comportato
dinanzi alle illecite richieste dei dirigenti pubblici e dei pubblici ufficiali
o incaricati di pubblico servizio, che avessero fatto tali pressioni
costringendomi e/o inducendomi (vedi) a certe scelte?
Cercate, ora, di capire da voi cosa
voglio dire. Ma se non riuscite a intuirlo, sarò più esplicito.
Chi è che tiene il coltello dalla
parte del manico? Chi fornisce opera lavorativa o chi richiede opera e lavoro
(che poi è quello che paga)?
E torno su un tema a me caro,
quello del modo di svolgere la necessaria e opportuna vigilanza su Pistoia e
provincia, da parte di chi a ciò è preposto e per ciò è anche assai ben retribuito.
Bertinelli, nei giorni scorsi, ha
pubblicamente dichiarato (e lo condivido in pieno, senza riserve) che solo i
ciechi non potevano non vedere e non capire che lungaggini e lievitazioni dei
prezzi altro non erano che segnali inequivoci di qualcosa che non andava in
questo mondo dei lavori pubblici e delle gare di appalto.
Qua invece – riflettete bene – i
politici non hanno visto niente; i dirigenti comunali (segretario, direttore
generale) nemmeno. Ma nemmeno ha visto – per anni e anni se non per decenni e decenni – il palazzo di fronte al Municipio, noto – anche in
seguito alla vicenda della non-riconferma del suo ex-Procuratore Capo – per
aver quantomeno sottovalutato dei sintomi, che un qualsiasi clinico di medio
livello avrebbe comunque considerato e apprezzato, proprio come ha fatto
Bertinelli, un ‘ultimo arrivato’ (in termini cronologici) di nemmen quarant’anni.
C’è voluto un vero e proprio
blitz, interno a tale palazzo, perché gli Untouchables venissero a
galla. Sarebbe bastato invece che la sorveglianza fosse stata rigorosa da
sempre e senza allentamenti, per tenere a bada gli insaziabili e
preservare la parte debole dalla concussione. O comunque questa è la mia non
assurda – credo – opinione.
Il problema è che Pistoia è stata
sempre troppo ‘a misura d’uomo’ e di uomini. In tutti i sensi.
E tale è rimasta anche in un
altro caso eclatante di illecito; un caso che voglio assolutamente ricordare di
nuovo a tutti.
Tutti sanno che a Luigi Egidio
Bardelli il Tribunale Civile di Roma ha notificato un’ordinanza in cui gli si
dice che la sua Apr (ex-Aias) al momento non esiste. Ma tutti sanno anche che luigi
Egidio Bardelli, nonostante questo, continua, da oltre un anno, a riscuotere
circa 550mila euro al mese da parte dell’Asl per una attività che, almeno al
momento, non gli compete per ordine di un collegio di magistrati.
Tutti sanno anche che disobbedire
a un atto dell’autorità giudiziaria o eluderlo è reato: ma a Pistoia questo assioma
nessuno lo vede e nessuno lo applica. E intanto i nostri quattrini vanno in
tasche non autorizzate a riceverli e a usarli.
Allora, cari lettori, si può
andare avanti così?
Vorrei farvi riflettere su questo,
che è uno dei problemi a monte. E non soltanto a valle su qualche battuta o
sulla domanda di chi chiede se il Ponticelli degli intoccabili è o no
parente dell’addetta stampa dell’Asl di Pistoia.
Non so se mi sono spiegato…
Cliccare sull’immagine per
ingrandirla.
[Sabato 15 settembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Egregio Professor Bianchini,
RispondiEliminase come scrive è vero che: "Il problema è che Pistoia è stata sempre troppo ‘a misura d’uomo’ e di uomini. In tutti i sensi" ritengo ancor più legittima, e per questo la ripropongo fuori da qualsiasi vena polemica, la domanda se la signora Daniela Ponticelli dell'Ufficio Stampa – Ausl 3, è per caso legata da qualche vincolo di parentela al signor Riccardo Ponticelli, coinvolto nella vicenda "UNTOUCHABLES".
Non credo si tratti di una ragione di stato, e pertanto confido in una risposta.
P.S. - Conferma che il signor Luigi Egidio Bardelli riscuota 550.000,00 € al mese?
Caro e attento lettore Sandro,
RispondiEliminagrazie per avere ripreso l’argomento, per il quale, in sé, non c’è niente di male nel fare una domanda.
Le dico, però, che io non solo non me la pongo, questa questione, ma credo che neppure sia risolutiva a nessun fine pratico.
Non so se chi ha scritto il pezzo sull’ospedale sia parente del Riccardo Ponticelli di cui stiamo parlando, ma anche se lo fosse, cosa comporterebbe sia in linea di principio, che di fatto e di diritto?
Conosco Daniela Ponticelli dal 1989, da quando lavoravo con “Il Tirreno”. Buona collega e persona professionalmente capace. Che ha scritto dell’Ospedale perché, essendo dipendente dell’Asl e addetta stampa dell’azienda, le è stato detto di fare un articolo in tal senso. In più ho ritenuto corretto riportare il suo pezzo come suo, firmandolo, appunto, «Daniela Ponticelli Ufficio Stampa – Ausl 3».
Su altro versante conosco i due Ponticelli degli ‘intoccabili’ da ben oltre trent’anni, da quando, cioè, titolare della ditta Ponticelli era il loro babbo, Athos: una ditta di una serietà esemplare, fornitrice puntualissima, ineccepibile e professionalmente certificabile. È stata adoperata, con soddisfazione, diverse volte nel condominio dove abitavo a Quarrata. Lo stesso è stato su Pistoia, dove ho abitato.
Il nesso (possibile o meno) di parentela fra queste persone non può certo influenzare alcun giudizio: le responsabilità ‘intoccabili’ (ammesso che ci siano) sono personali nel nostro codice penale. E meno male, dico io: altrimenti dovremmo espungere dalla letteratura italiana Giovanni Pascoli – questo colosso poco conosciuto del passato – solo perché ebbe (e nessuno lo sa, perché i professori non lo dicono mai) un fratello ubriacone che violentò una ragazza sulla tomba di un cimitero?
Quanto a Bardelli, le sembro uno che, quando scrive, la butta là come viene viene?
La convenzione dell’Apr con l’Asl, firmata tra Luigi Egidio Bardelli e Alessandro Scarafuggi, è di 6,5 milioni di euro. Quanto fa questa cifra divisa per 12 mesi? Credo € 541.666,6666666667.
Come vede siamo lì. Ma il Tribunale di Roma – come ho scritto e pubblicato in documento – gli aveva detto, a Luigi Egidio, con una ordinanza esplicita, che la sua Apr era congelata e sospesa, e quindi inesistente e non riconosciuta come soggetto autorizzato e autorizzabile, almeno fino a quando non lo fosse stata da quello stesso Tribunale romano.
Evidentemente a Pistoia non sanno leggere. Né in Comune né altrove…
e.b. blogger