di Felice De Matteis
SAN
MARCELLO-MONTAGNA.
Il Tirreno di ieri mattina 13 settembre ci ha offerto un gustoso
spaccato – ad uso dei cittadini/ lettori più attenti – sulla confusione che si
respira in Montagna da parte delle forze politiche attraverso i loro “sommi
capi”, cioè i Sindaci.
Due
articoli colpiscono, quello di Piteglio che si costituirà parte civile nel
processo “Untouchables” che vede coinvolto il suo capufficio tecnico e quello
riguardante le opzioni in vista dell’accorpamento delle province toscane.
I
quattro Cavalieri dell’Apocalisse – Piteglio-Gaggini, San Marcello-Cormio,
Cutigliano-Ceccarelli e Abetone-Danti (tralasciamo Sambuca e poi spiegheremo
perché) – hanno perso la bussola; vogliono fare il Dynamone
dopo aver distrutto la fattibile Unione dei Comuni e non rispondono alle
domande che i cittadini rivolgono loro anche tramite i media.
Si
poteva ritenere che i quattro Cavalieri/Sindaci, arrogantemente seduti (ma circondati)
nella comune torre di avorio per diritto di mandato, si sentissero al di sopra
di tutto e di tutti. Il caso Comunità Montana ne è stato l’esempio più lampante,
ma un dubbio ci sorge: non è che siano oramai “cani sciolti” senza comuni
obbiettivi se non quello di cercare strade nuove per proporsi alla gente e
continuare il loro cursus honorum ed interessi ad esso collegati?
Gli
articoli di cui sopra lo farebbero presupporre. Pensate, volevano e vogliono il
Comunone-Dynamone ma se qualcuno chiede loro, nel caso la
Provincia di Pistoia venga soppressa, con chi vorrebbero andare, ciascuno
pedala a modo suo.
Il
Carluccio di Cutigliano preferisce Lucca-Pistoia-Massa perché, fra l’altro,
dice lui, rientrano nello stesso bacino idrografico del Serchio etc. Domanda
maliziosa: l’acqua ( e relativo sfruttamento) dà alla testa a qualcuno? Oltre
al fatto – come dice sempre il
nostro – Pistoia e Massa “sono
vicine a livello culturale”. Bella risposta, propedeutica al Dynamone
che dovrebbe comprendere anche Calamecca, Crespole e Lanciole, tanto per citare
alcuni paesi montani che con Massa chissà quali vicinanze culturali hanno!
Non
da meno la risposta dell’antitalebano Gaggini, Sindaco di Piteglio. Gaggini, però
una umiltà la dimostra, quando candidamente afferma che “esprimere una opinione
(sull’argomento – n.d.r.)… è come
parlare del sesso degli angeli” aggiungendo che “nessuno ci ha interpellati per
esprimere una opinione”.
Alcuni
dipendenti della Comunità Montana, in più occasioni hanno sottolineato come il
Gaggini/Assessore, dinanzi a certi temi riguardanti problemi e situazioni
interne, se la sia sempre cavata dicendo di non essere al corrente e di non
conoscere il problema. La stessa tecnica la usa anche in questo frangente e
come i carabinieri ,“usi ad obbedir tacendo”, si appella alla Legge del 14 agosto
e profetizza una ipotetica unione con Lucca. In para-sintonia con l’amico
Carluccio. Simul stabunt, simul cadent? Nel frattempo adempie alle sue
funzioni e procede a costituirsi parte civile nel processo “Untouchables” per
eventuali danni contro l’Ente Comunale.
Perché
lui, in solitario, e non assieme agli altri Sindaci interessati del territorio?
La domanda è intrigante ed anche qui una risposta – maliziosa quanto si vuole,
ma verosimile – è che, essendo di fresca nomina, è fuori anche dal guano
pregresso che in Comunità si è accumulato negli anni a lui estranei. Ma non
avrebbe potuto dirlo alla gente, pubblicamente? In questa vicenda un poco più
di coraggio, nel parlare, avrebbe potuto averla. D’altronde se uno il coraggio
non ce l’ha non se lo può dare. Tanti saluti, Don Abbondio!
E
del Giampiero Danti? Lui ha ben chiaro l’interesse dei suoi amministrati ed
infatti, secondo la regola “Francia o Spagna, purché se magna” ci dice: «ho sempre detto che se
fossimo stati lucchesi, forse avremmo avuto qualcosa in più rispetto a ciò che
la montagna ha ricevuto da Pistoia. Se andassimo con Firenze… etc. Altrimenti
penso sia meglio l’accorpamento a Lucca, piuttosto che una provincia Prato-Pistoia».
Insomma
se non nevica e gli impianti non funzionano, un Rossi di turno che ci ricompra
(la popolazione o chi?) ciò che già abbondantemente ha dato con soldi pubblici,
noi lo troviamo. È, il Danti, un uomo pratico, l’avrete già compreso ed è
giustamente un imprenditore di successo. Gliene diamo atto. Vorremmo solo
sapere – senza scomodare i suoi legali – i finanziamenti pubblici percepiti
dalla/e società nelle quali è interessato e che fine farà lo spiazzo antistante
la casa comunale dove era prevista una palestra, poi abortita.
Se
non desidera rispondere lui, lo faccia fare al Risaliti, assessore e
responsabile dell’ufficio tecnico, insomma uno e bino. Per il trino, calma,
tutto a suo tempo.
Cosa
c’entra l’accorpamento delle Province? Penso si sia compreso. Fumogeni politici
di marca cinese, ma pericolosi. Cosa c’entra il Dynamone? Chiedetelo al
suo uomo di fiducia, Presidente Saf (salvo errori) e componente del Comitato,
Sig. Rolando Galli. A suo tempo, approvato il piano strutturale, lo chiederemo
direttamente noi.
Non
abbiamo volutamente parlato del territorio di Sambuca. In questo caso ci
permettiamo di suggerire al Sindaco Melani di dare uno sguardo al limitrofo
territorio che inizia da Ponte alla Venturina e oltre. Comprenderà con chi gli
converrebbe andare.
Ci
siamo lasciati, per digestivo, la Silvia Cormio, Sindaco di San Marcello. La
Signora, secondo le vecchie regole staliniane, non parla, ubbidisce. Se poi
deve dire qualcosa, afferma: «sono allineata con la posizione presa dal Pd, etc.». Ma poi, lo sapete, lei
è una artista e gli artisti volteggiano quasi sempre sopra il realmente
visibile e comprensibile. Tutti i comunisti, purtroppo per noi e per loro, erano
artisti. Dell’utopia, ma artisti. Vero, Valerio Sichi?
Ma
i Comunisti, quelli veri, dove sono finiti? Paradossalmente, ripensando ai vetero,
un po’ di nostalgia mi assale.
Ma
proprio a me…?
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[Venerdì
14 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Assolutamente assalito dalla stessa nostalgia pure io, o ... infelice "compagno"
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