sabato 15 settembre 2012

MONTAGNA E SOPPRESSIONE UFFICI POSTALI: UNA BELLA FAVOLA IN CUI TUTTI VISSERO FELICI E CONTENTI


Un’occhiata al teatrino dei politici di casa e di fuori – «In fondo tutti stanno recitando la propria parte di competenza contro un fato avverso…»

di Marco Ferrari

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Sul comunicato stampa “Uffici postali, rischi di chiusure sulla montagna pistoiese” dell’Uncem Toscana, riportato nel post Montagna Pistoiese. Quando la politica fa di tutto per prendere in giro (vedi) ed oggi ribattuto anche dalla Nazione e dal Tirreno, c’è da dire che quelle che potrebbero sembrare parole e frasi di circostanza dette da chi, in merito alla vicenda poste, non ha nulla da dire, proporre e fare, sono in realtà, così sembrerebbe, una vera e propria linea politica programmatica (termine orrendo ma molto caro ai politici) da seguire.
Parole spese, ricordiamolo, dal nientepopodimenoché Presidente dell’Uncem Toscana e vicepresidente dello stesso Ente a livello Nazionale, Oreste Giurlani. Un ente che nella home page nazionale del sito si vanta di essere “Il Sindacato della montagna”.
La linea politica del “non ci resta che piangere” si era tuttavia già intravista da quanto emerso e riportato su La Nazione e Il Tirreno nei giorni successivi al consiglio Comunale di San Marcello Pistoiese riunitosi, in sessione straordinaria e pubblica, il 13 agosto scorso.
Rileggiamo quindi le dichiarazioni dei rappresentanti dello Spi-Cgil, altro sindacato, a commento della seduta comunale (vedi La Nazione e Il Tirreno del 21 agosto) «...ci è sembrato che pochi sono gli spazi che restano» e ancora nelle esternazioni del Sindaco Cormio «Alcune soluzioni per i paesi che non hanno più gli uffici postali potrebbero essere i postini palmare (sic) o i camper mobili, ma ci diceva il direttore che sono soluzioni destinate soprattutto alle zone di emergenza come ad esempio terre terremotate» (vedi La Nazione del 15 agosto). Purtroppo, non è certo colpa del direttore se la Montagna non rientra neanche nei parametri minimi per avere dei servizi alternativi. L’unica strada da seguire è di conseguenza la chiusura degli uffici postali.
Ma c’è di più e si può ascoltare nel file audio del consiglio provinciale del 27 luglio u.s., in cui si ode Lidia Martini, assessore alle politiche inerenti il bilancio, le finanze, l’innovazione amministrativa, l’ufficio per le relazioni con il pubblico, i diritti dei cittadini e i servizi informatici e chi più ne ha ne metta (vedi), rispondere all’interpellanza del consigliere di minoranza Alessandra Nesti del 19 luglio.
Nel file audio disponibile sul sito della Provincia, c’è un poco fantasioso contropiano presentato alla Regione Toscana «per la creazione di centri multifunzione, per pagamento tributi locali, sanzioni della strada, servizio mensa, tesoreria, servizio di prenotazione Cup ecc.» (scarica).
Si va a proporre ciò alle Poste, con altra supercazzola di etichetta, di fare quello che le Poste dovrebbero fare: nientemeno che, udite udite, incassare i pagamenti dei bollettini. Geniale!
Per la prenotazione Cup vi è già il servizio fatto dalle farmacie, non toccatelo che per ora funziona.
La conclusione è poi disarmante: «La mera battaglia di resistenza contro la chiusura è destinata ad esiti infausti, a mio avviso e ad avviso delle istituzioni e occorre controproporre delle alternative che rendano economici quei servizi che altrimenti per un’azienda di rilevanza industriale quale le poste, sono destinati a chiusura. Terremo informati».
Seguono ringraziamenti e apprezzamenti per l’esauriente risposta data.
Una bella favola in cui tutti vissero felici e contenti: in fondo tutti stanno recitando la propria parte di competenza contro un fato avverso…

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[Sabato 15 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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