venerdì 14 settembre 2012

UN PAESE E LA SUA BELLEZZA

di Luigi Scardigli

La bellezza di un Paese si misura – a mio presuntuoso avviso – dall’efficienza dei servizi pubblici. La bruttezza, dal loro esatto contrario.
Da circa due settimane, la libreria dell’usato di corso Gramsci è letteralmente presa d’assalto: montagne di libri nuovi e pseudo nuovi in vendita e un esercito di acquirenti alla caccia del testo segnalato dalla sezione di appartenenza a metà prezzo.

Storie vecchie, come me: non ho mai comprato un libro di testo scolastico, né universitario, nuovo; sempre e rigorosamente di seconda mano, casomai con tanto di evidenziatore giallo fosforescente su qualche rigo non proprio fondamentale. Ma ne è sempre valsa la pena, soprattutto economica.
In questo periodo di crisi epocale e in questo Paese dove si raccomanda austerity, ecologia e rigore, i testi scolastici, come la benzina, del resto, continuano imperterriti a viaggiare lungo binari paradossalmente preferenziali.
Basterebbe non cambiare i libri di testo ogni anno, modifiche che il più delle volte si materializzano in un cambio cromatico della copertina e nella trasformazione di alcune frasi da attive in passive. Il resto tutto uguale, identico, ma quanto basta per imporre alla famiglia l’acquisto del nuovo volume.
Una società che cambia, cambia dalle sue radici. La scuola è un braccio indispensabile di civiltà. Basterebbe, a fine anno scolastico, imporre ai fruitori dei libri di testo, gli studenti, la restituzione del volume preso in prestito dalla scuola a settembre, esattamente nello stesso modo nel quale è stato loro consegnato. Gli eventuali deterioramenti sono a carico del possessore di turno, con tanto di risarcimento.
Si risparmierebbe un sacco di soldi, di file, di inutili attese; si abbatterebbero migliaia di alberi in meno e si responsabilizzerebbero parecchio gli studenti, facendo loro capire, sin dalla più tenera età, che la cosa pubblica, la res pubblica, è di tutti e non di nessuno.
Quando vogliamo iniziare?
Abbiamo già perso un sacco di tempo preziosissimo, è quasi tardi.

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[Venerdì 14 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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