venerdì 14 settembre 2012

BARTOLI CON RENZI AVANTI TUTTA


E Pistoia s’adagia fra le rassicuranti braccia della ‘retroguardia conforme’

di Luigi Scardigli

Stava già pensando a come fare per poter vincere la guerra, la grande guerra e sull’altare del trionfo finale ha deciso di sacrificare almeno una battaglia.
Il professor Bartoli, quello che ha fatto tremare l’attuale Sindaco di Pistoia, Samuele Bertinelli, alle primarie del centro-sinistra, ritirandosi subito dopo essere stato sconfitto, ma a lista civica discussa, sofferta, votata e conclamata, in un insolito e per molti inspiegabile, se non subdolo, silenzio, esce nuovamente allo scoperto e lo fa chiamando Pistoia a scegliere Renzi come guida naturale del Paese dopo la presenza, tecnica e per molti aspetti catastrofica, di Monti.

Certo, meglio aver paura che buscarne: Monti si farà da parte solo e soltanto con sottoscritte garanzie bancarie – se ne intende, non c’è che dire. Dunque, aspettiamo a pensare che la lotta per Roma sia una questione Bersani-Bindi-Vendola-Renzi contro Berlusconi o Casini o Montezemolo o qualche nome che può sempre spuntar fuori improvvisamente – c’è da aspettarsi di tutto –, senza dimenticare Grillo e i suoi delfini, perché il mite Monti potrebbe scegliere, in base a previsioni di spread al momento imprevedibili e revisioni di spesa fuori da ogni ragionevole sicurezza, di provare a restare sul dorso del cammello e bissare la sua prima esperienza tecnica, vestendo a pieno regime gli abiti del Premier e non quelli, affittati, di traghettatore tecnico. Ma con chi? Un partito si trova, si trova, statene certi e se non c’è, si fa.
Ma se Bartoli era già pronto, mesi fa, a dare un taglio netto alla nomenklatura – ora, dunque, anzi, adesso, non ne parliamo nemmeno –, cosa farà il resto del centro sinistra? Il Pd e il suo circolo più attiguo non batterà ciglio e darà la propria preferenza a chiunque indichi il vertice di Botteghe Oscure. Ma Renzi ha già detto, oltre che assicurare la corsa a chiunque dovesse uscire dalle primarie, che gradirebbe molto anche i voti dei berluscones delusi: non a caso, sul baldacchino del tour, il giovane vulcanico fiorentino ha messo, come sfondo a quel perentorio avverbio temporale, il colore azzurro. E visto e considerato che Sel, Idv, Verdi e tutte le altre sigle che gradirebbero essere qualcosa di più di quello che in realtà sono, tanto per pensare ai gruppi d’appoggio, da soli non hanno storia, ma insieme sono un buon virtuale e spesso decisivo coefficiente elettorale, e non si sono ancora del tutto sbilanciati, chissà cosa potrebbe ancora succedere.
Anche a Pistoia, nonostante l’epicentro sia a Roma, potrebbero arrivare scosse riflesse. La prima miccia esplosiva, ad esempio, potrebbe accendersi a breve, il 28 settembre, giorno nel quale, d’imperio, verrà chiusa al traffico automobilistico via Filippo Pacini, la strada del vecchio ospedale, l’arteria che collega la città nelle mura con il suo anello più popolare e antico, porta San Marco.
Non c’è molto da aspettare. Lo canta anche Claudio Baglioni: la vita è adesso!

Accendo una coda a Luigi: mi auguro che Monti prenda il largo per sempre e ‘si defunga’ da sé.
Non l’ho mai sopportato – e lo potete vedere – neppure quando tutti e tutta la sinistra lo osannavano, figuriamoci ritrovarmelo ancora fra i piedi…
Per quel che riguarda Pistoia, Luigi ha ragione: gregari come sono i Pd ‘local quality’ non voteranno altri che un Dio che esce da Botteghe Oscure. Il coraggio non fa parte di questa città di poteri trasversali poco politici, ma molto forti (negli interessi di tasca, s’intende).
E Niccolai e Bruni sono solo un candeliere a due bracci: che regge i moccoli del conformismo.
I risultati?
Non facciamo i furbi: sono sotto gli occhi di tutti, purtroppo.
e.b.
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[Venerdì 14 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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