di LUIGI SCARDIGLI
Nel corso di una conferenza stampa Wwf e Legambiente hanno
ribadito, dopo dieci anni di inutili battaglie, le innumerevoli
controindicazioni sull’ubicazione del Sant’Jacopo – «L’ideale? L’ex area
Pallavicini»
PISTOIA. «Lo sostenevamo già dieci anni fa e lo continuiamo a dire
ora: il nuovo ospedale, non così indispensabile, visto soprattutto la vicinanza
di quello che sorgerà a settembre a dodici chilometri da questo (Prato-Maliseti
– n.d.r.), non andava in alcun modo costruito lì dove sorge, al Campo di
Volo: non ci sono i requisiti di assorbimento acustico, è stato stracciato il
vincolo della Soprintendenza, la viabilità è ancora da definire e anche quando
sarà ultimata lascerà parecchio a desiderare e non è affatto ecosostenibile. Il
posto, qualora si fosse ritenuto indispensabile farlo nascere, c’era ed era
l’area ex Pallavicini, dove invece c’è Panorama, un altro ipermercato, il
quinto, inutile, in un’area (Pistoia-Prato) con una densità edificabile riservata
al commerciale che non ha eguali in tutto il resto d’Europa».
Spenti i riflettori sugli entusiastici
clamori sprigionatisi sabato pomeriggio all’inaugurazione del nuovo ospedale
pistoiese, Marco Beneforti e Antonio Sessa, rispettivamente in rappresentanza
del Wwf e di Legambiente, tornano all’attacco: lo hanno fatto nel 2002, quando
l’idea iniziò a prender campo; hanno continuato a dissentire durante la costruzione
e non smettono di farlo nemmeno ora, che alea
iacta est, è tutto – purtroppo – finito.
«Ricordo perfettamente – entra nel dettaglio della propria
memoria storica e politica Antonio Sessa – cosa disse, nel 2002, l’allora
soprintendente Paola Grifoni: dovrete
passare sul mio corpo, per costruire al Campo di Volo l’ospedale di Pistoia.
Sul suo corpo non ci sono passati perché il suo corpo, e le sue convinzioni,
sono state dirottate altrove: è in Romagna e il suo lavoro, ora, lo svolge per
il comune di Bologna». In Italia, di solito, si fa democraticamente così –
democraticamente fa parte anche dell’area semantica del Pd…?
Ai due relatori ambientalisti preme
sottolineare la specificità delle loro obiezioni.
«Non ci permettiamo il lusso di entrare nel merito della
vicenda a livello sanitario – aggiungono –. Non ne
abbiamo le competenze. Ma siamo competenti sul territorio e da questo punto di
vista, il nuovo ospedale fa acqua da tutti le parti, anche da un punto di vista
della viabilità: al momento, i pedoni e le biciclette non hanno accesso
all’ingresso; a livello stradale, l’unico accesso è quello dalla superstrada:
ci auguriamo che nessun bilico si metta di traverso e ribalti, perché così,
l’ospedale, diverrebbe irraggiungibile. Il bosco urbano, che deve
indispensabilmente sorgere attorno alla struttura, avrà un costo di 11 milioni
di euro, con una spesa fissa manutentiva di 1,5 milioni di euro all’anno: non
so dove il Comune di Pistoia, ma aanche qualsiasi altro, possa trovare tutti
questi soldi. Se non omettiamo di ricordare poi che a tutto l’esistente sembra
doversi aggiungere anche la nascente terza corsia dell’autostrada A11, le norme
acustiche verranno letteralmente frantumate: mancano i requisiti di agibilità;
ad un privato, in queste condizioni, la licenza di costruire non sarebbe mai
stata affidata».
Con il trascorrere dei minuti, attorno
al tavolino della conferenza stampa on
the road, oltre ai relatori designati e alla stampa invitata, si aggiungono
privati cittadini incuriositi dall’improvvisato capannello; il padre del
Sindaco, che obbietta a denti stretti i resoconti altrui e anche qualche ex
amministratore, come Andrea Fusari.
«Ricordo il giorno della votazione per l’approvazione del
progetto del nuovo ospedale – si intromette nell’esposizione Andrea Fusari, con
il solito garbo che lo contraddistingue –. Sui 41
votanti, ci fu un solo voto contrario, il mio».
«E poi – riprende il filo del discorso Marco Beneforti – non
dimentichiamoci tre cose a nostro avviso fondamentali: la prima risiede nella
non chiarita fretta inaugurale. Perché tanta premura? Gli altri tre progetti
termineranno a settembre (Prato) e febbraio e novembre 2014 (Lucca e Massa); la
seconda, forse la più inquietante, nella non indispensabilità di questo
ospedale. Tra tre mesi, a Maliseti, tra Prato Ovest e Prato Est, sorgerà un
ospedale tale e quale al Sant’Jacopo: hanno senso, due molossi del genere, a
così breve distanza? Da ultimo, ma non ultimo, la rivoluzione sociale e dunque
sanitaria di questo nuovo indirizzo: passerà la tendenza di ospedalizzazione
dal lunedì al venerdì: sabato e domenica a casa, con cure sul territorio.
Ricordo la legge 180, quella che chiuse i manicomi: i pazienti furono
improvvisamente dichiarati sani e rispediti nelle proprie abitazioni». E cominciarono i guai.
Alla stessa ora, alle dodici, stamani,
in Sala Maggiore di Palazzo di Giano, si è svolta un’altra conferenza stampa,
quella di presentazione della nuova edizione del Premio della Bugia, delle
Piastre.
Non ci sono andato perché conosco il
nome del vincitore; anzi, i nomi dei vincitori.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Lunedì 15 luglio 2013 | 17:08 - © Quarrata/news]
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