di Mauro
Banchini [*]
«Fondamentale
che le coscienze individuali si destino» – Caritas: «La Chiesa fedele al
Vangelo sta sulla strada dei poveri». – San Martino de Porres: «La Chiesa vera
è davvero possibile»
PISTOIA. “La povertà, specie quando
è assoluta e porta alla disperazione di viaggi troppo spesso chiusi nei drammi
del mare, deve suscitare la risposta della solidarietà e dell’accoglienza: non
possiamo permetterci intolleranza e indifferenza”. Così il vescovo di Pistoia,
Mansueto Bianchi, commenta la “straordinaria visita di papa Francesco a
Lampedusa” precisando di essere rimasto colpito, nelle parole del papa, dal “preciso
rapporto di causa/effetto fra certe decisioni socio-economiche, spesso prese
nell’anonimato, e i autentici drammi che colorano di sangue anche questo tratto
di mare nostro.
In effetti – prosegue mons. Bianchi – la colpa non abita nel
destino ma in precisi meccanismi sociali ed economici nonché politici: e sono
questi i meccanismi che occorre cambiare, insieme alle grandi leggi di una
certa economia, così come ci ha insegnato anche la Caritas in Veritate.
È poi fondamentale, davanti alle grandi e assolute povertà, che le coscienze
individuali si destino, si mobilitino e si ribellino”.
Un commento, dalla diocesi
di Pistoia, anche dal direttore Caritas Marcello Suppressa. “Oltre alla
grandezza del gesto, andare incontro a chi è migrante, le parole del papa sono
di una forza dirompente e confermano un fatto: se la Chiesa vuole essere fedele
al Vangelo deve seguire la strada di stare accanto ai poveri. Deve farlo senza se
e senza ma”. Suppressa è rimasto colpito dal richiamo di Francesco
alla responsabilità personale. “Accennando alla globalizzazione dell’indifferenza
che ci ha tolto la capacità del pianto, il papa ricorda che la carità
deve transitare anche attraverso la compassione: quel sentimento che ci porta a
sentire il dolore degli altri come una spina nel cuore nostro”.
Il breve viaggio di papa
Francesco è commentato anche da Paola Bellandi, responsabile della “San Martino
de Porres”, associazione che a Pistoia si occupa di migranti. “Il segno –
sottolinea – che la Chiesa vera è davvero possibile: il papa ha voluto arrivare in
pellegrinaggio da quel mare/cimitero e su quel molo ha dato voce a quei
giovani, icona dei tanti migranti e dei tanti sofferenti per la tratta di
esseri umani, per le ingiustizie che regolano la nostra globalizzazione. Il
papa ha puntato alle nostre coscienze postandoci un imperativo: ci chiama a
fare della nostra vita un gesto, salvifico, di penitenza e di giustizia”.
[*] – Comunicazioni Sociali Diocesi di Pistoia
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[Lunedì 8 luglio 2013 | 16:13 - © Quarrata/news]
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