di LUIGI SCARDIGLI
Lucky Peterson scende tra il pubblico e lo surriscalda –
Robert Cry chiude in bellezza dopo che Robben Ford aveva sedotto e incantato la
piazza
PISTOIA. Non ci vuole, moltissimo, ad organizzare un buon Festival
Blues, anche quello del prossimo anno: tre giorni di luglio, venerdì, sabato e
domenica, il secondo fine settimana del mese è forse l’ideale, come quasi
sempre, del resto. Le danze le facciamo aprire a Robert Cray, sabato scateniamo
l’inferno con Lucky Peterson e la domenica ci congediamo con la poesia di
Robben Ford; prezzo unico, 20 euro, ma senza seggioline.
Cosa ne verrebbe fuori non lo so, ma ci
si potrebbe provare. Lo dico a rassegna terminata e lo scrivo quando anche la
strumentazione di Robert Cray, che ha chiuso la quinta ed ultima sera della
34esima edizione, è già stata riposta sul tir che lo porterà in chissà quale
altra città. A cantare. Prima delle loro singole esibizioni, provando a mettere
in discussione il maschilismo regnante del Festival, consiglio anche una breve,
ma non avara, ouverture affidata, rispettivamente, a Cristiana Romoli
(venerdì), Donatella Pellegrini, Indra Brocchi e Cristina Salotti (tutte e tre
insieme, il sabato, nella versione nickettes,
ma senza Becattini) e Angela Esmeralda (domenica: l’ho sentita ieri sera per la
prima volta, la giovane barese, è portentosa): conosco tutte e cinque e
pensando al sound dei tre americani, credo che il mio accoppiamento possa
essere accettato.
Torniamo al Festival. Anche ieri –
nemmeno qualcuno avesse fatto una macumba
a Giovanni Tafuro -, la gente è accorsa in piazza. Una poco rosea previsione
che l’organizzazione ha provato a tingere di speranza installando, ancora una
volta, le seggioline, con i posti numerati. Non ci voleva molto ad immaginare
che tener fermo e buono Lucky Peterson sarebbe stata un’impresa, soprattutto
con le pupille tanto dilatate: detto fatto, perché dopo i brani eseguiti alle
tastiere, imbracciata la chitarra, l’artista di colore è sceso dal palco e ha
continuato a cantare tra il pubblico. Silvano Martini e gli altri della
security, seppur felici, da amanti e cultori della musica, del fuori programma, hanno dovuto faticare
non poco a ripristinare, subito dopo l’escursione,
un ordine decisamente fuori luogo.
Per fortuna che dopo Fortunato Peterson, sul
palco, sia arrivato l’elegantissimo professore di scienze innaturali, Robben Ford, che ha reso alla piazza la calma
che occorreva fino al punto di suggerire, alla platea, di abbassare le
palpebre: così si vola meglio, così si arriva più lontano e solo così ci si può
convincere che si tratti di un sogno, anziché essere la realtà. Una decina di
brani molti dei quali relativi all’ultima fatica discografica, senza alcun
favore alla piazza, senza dietrologie: il nuovo Robben Ford, però, che ha
finalmente reso noto il suo marchingegno (si è fatto installare un diaframma
femminile), somiglia sempre di più quello degli esordi, con tutta la
raffinatezza acquistata nel tempo; fratello
di Pat Metheny e cugino di Lee
Retenour, del resto, il suo futuro guarda nuovamente al suo passato, quello del
battesimo degli Yellowjackets, parenti naturali degli Special Efx e acquisiti
degli Step Ahead.
Il sipario l’ha chiuso Robert Cray,
sicuro e tassonomico, come sempre, ma un briciolo meno eccitato e dunque
eccitante di quanto non lo siano stati, senza ombra di dubbio, seppur per
motivi diametralmente opposti, i due colleghi che l’hanno preceduto sul palco.
Già oggi partiranno i primi siluri: si
inizierà dai numeri degli spettatori, passando, automaticamente, a quelli degli
incassi. I musi lunghi si accentueranno, quelli ottimisti faranno difficoltà a
mantenere il sorriso. Qualcosa non va, questo è certo ed occorre correggere il
tiro, ma in corso d’opera.
Io c’ero, comunque: per scriverne bene
e per scriverne male. Ma per scriverne.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Lunedì 8 luglio 2013 | 06:21 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.