di FELICE DE MATTEIS
L’incredibile e triste storia della
villetta della famiglia di Ivano fra Mammiano e San Marcello
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Potrebbe apparire vicenda di poco conto, quella che andiamo
a narrare: invece è cosa grave ed offre la giusta misura, oltre che della
sensibilità umana, anche del criminoso uso della cosa pubblica da parte di
certi “ burocrati” della pubblica amministrazione, della quale l’Anas (di
Pistoia? Di Firenze?) è parte attiva. Per Anas lavoravano in Montagna i cosiddetti
“stradini”, lavoratori che per poche lire al mese tenevano puliti i fossetti e
curavano i tratti di strada di loro competenza; a qualcuno di loro l’Anas dava,
in affitto, anche locali abitativi.
Di questi importanti lavoratori non c’è
più traccia sulla nostra Montagna e gli effetti e gli schiaffi che la natura,
giustamente, riserva a chi non la tratta bene, si possono ampiamente osservare
viaggiando per le nostre disastrate, strade con l’acqua che invade tutto, i
boschi ridotti a giungle ricoperte di arbusti con tutti i disastri che questa
incuria produce.
Questa nobile attività, modestamente
retribuita e quindi non soggetta a “mazzette” e “percentuali” non esiste più.
In compenso esistono ancora i fabbricati, una volta abitati, di cui l’immagine
allegata è prova esauriente (sulla ex Statale 66 davanti al complesso “il
Bamboccio” fra Mammiano e San Marcello).
In uno di questi fabbricati Anas abitava,
fino dal 1972, il mio amico Ivano e la sua famiglia; la curava, la “teneva bene”,
come cosa sua, da vero pater familias. Ivano, dopo una vita di lavoro, “se
ne va” nell’agosto 2010 e già prima della sua partenza l’efficiente Anas arriva
con i suoi “tecnici” e gli comunica che deve andarsene dall’abitazione vissuta
fin dal 1972.
Triste ma ineccepibile necessità,
perché un altro stradino, più giovane e in servizio, necessita dei locali, penserete.
Sbagliato: nessuno ha necessità di occupare quei locali perché “i burocrati” dell’Anas non metteranno nessuno al
posto di Ivano: meglio qualche bella frana e lavori da centinaia di migliaia di
euro, dove si può “manovrare” come sta annualmente e ricorrentemente accadendo!
Questa è l’Italia, amico lettore. Questo non è il servizio alla collettività
che richiede anche dolorosi sacrifici di abbandono e subentro: è solo sporca e
squallida burocrazia. Senza anima, senza cervello e senza comandanti; i
comandanti non comandano, ubbidiscono ed in cambio hanno stipendi di lusso e
falsa supponenza. L’Italia di oggi. Proseguiamo.
Ivano muore nell’agosto del 2010 e la
sua famiglia è costretta a “sloggiare” con pressioni e con richieste di
pagamenti retroattivi e riguardanti l’affitto, con minacce di intervento
addirittura dei Carabinieri e sgombero coatto. Davanti a tale insistenza, nel marzo
2011, dopo trentanove anni di vita vissuta a La Lima, la Famiglia di Ivano
trova altra sistemazione.
Resta il fatto che questa casa
cantoniera sta morendo anche se dalle immagini esterne sembra un bella villetta:
come sarà dentro dopo quasi tre anni di abbandono?
Resta il fatto che altre case
cantoniere sono ancora fruite, giustamente, da vedove di stradini, non
essendoci più ricambi.
Resta il fatto che i “ burocrati” dell’Anas
ci devono spiegare il perché ed il per come di questa decisione: la casa “faceva
gola” a qualcuno?
Resta il fatto che se in tanti si
stanno impegnando per “mandare a rotoli l’Italia”, partendo da questi piccoli
episodi, si sbagliano.
Mi auguro che il blogger, con i suoi
mezzi, faccia pervenire il presente post all’Anas: anche da Capostrada fino al
traforo della Collina è un susseguirsi di manufatti Anas crollati e in disuso. È
uno schifo.
Qualcuno può spiegarci? Sono soldi
nostri, nostri, nostri. Chiaro, signori burocrati?
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Giovedì 10 ottobre 2013 | 09:44 - © Quarrata/news]
io come cittadino italiano spesso mi vergono di esserlo e quello che è riportato qua sopra in questo articolo è veramente una storia vergognosa e inaccettabile la storia di Ivano e la sua famiglia ci fa capire che tipo di persone ci amministrano le quali pensano a farsi stipendi e pensioni da favola e lasciano a noi di combattere la vita di tutti i giorni con i denti e con le unghie spesso senza lavoro o con pensioni da fame è una Italia che va a rotoli che preferisce far cadere il patrimonio come in questo caso la casa cantoniera dove Ivano viveva con la sua famiglia dopo tanti anni di servizio e che tenevano in perfette condizioni come fosse stata sua [ora sta' cadendo]bello il risultato ottenuto in perfetta linea dell'Italia di oggi ciè solo una parola che posso pronunciare in merito VERGOGNA
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