di FELICE DE MATTEIS
Partendo da una interpellanza del
Consigliere Alessandro Tomasi
PISTOIA. L’argomento che andiamo a trattare merita alcuni supporti
esplicativi che possano aiutare a comprendere come le amministrazioni pubbliche
– tutte le amministrazioni pubbliche – possano essere “terreno di caccia” per
le varie tipologie di uomini od ominidi che di esse si nutrono e in esse
pascolano.
I documenti allegati al presente post
possono cominciare a dare un’idea del ragionamento che andremo a fare, volente
o nolente il Sindaco/Ragazzo Bertinelli, perché si possa comprendere come,
allargando il campo degli interessi e, conseguentemente, degli “appetiti”, le
amministrazioni comunali siano divenute delle “congreghe di affari” dove tutto
entra e da dove tutto esce.
I documenti n. 1 e 2 ci dicono
chiaramente che il Comune di Pistoia, retto da sessanta e più anni dalle
sinistre (dato da non dimenticare), è un labirinto di società, cooperative, aziende
che, in quanto tali, tendono al profitto o, viceversa, al dichiarato e non
presupposto fine di distribuire posti e prebende per ex politici e novelli
trombati dalla politica in attesa di nuove opportunità, pur continuando a “correre
in rosso”.
Di queste note preliminari siamo grati,
come cittadini, a un consigliere comunale di “minoranza” che si distingue dalla
“minoranza” perché fa la “minoranza”, cioè fa quello che per dovere è tenuto a
fare.
Ciò detto, guardatevi le società
partecipate dal Comune di Pistoia e comprenderete perché la città è
ingovernabile. Troppi intrecci, troppi interessi, troppi soldi che girano sopra
le nostre spalle, classificati come nuovo modo di amministrare, adeguamento ai
tempi che corrono, fine dei piccoli campanilismi e tante altre “sbragature”
verbali che ci conducono ad un solo (e forse retrogrado) ragionamento: il
Comune è una S.p.A., una S.r.l. o una S.n.C.?
Propendiamo per una società a
responsabilità limitata perché da decenni il rischio si esaurisce con il
fallimento dei vari Sindaci e del loro esiguo capitale (morale e non solo)
esaurito; in caso di ragione sociale diversa, Santa Caterina in Brana potrebbe
essere piena.
Iniziamo da qui un percorso che ci
auguriamo utile, per chi ci legge, al di là di ogni appartenenza, che faccia
comprendere che Pistoia è un’area protetta e che il Ragazzo/Sindaco, anche
volendolo, niente può davanti alla realtà delle cose e dei bisogni dei suoi
grandi elettori.
Non può niente perché, se mai decidesse
di cambiare le cose, in men che non si dica lo “farebbero fuori” politicamente
e là, dove lavorava, adesso c’è una banca, mica cultura e libri! Si legga a tal
proposito il documento 3.
Come “sgradevole abitudine” del blog
continueremo presentando, a supporto, la documentazione. Come abbiamo sempre
fatto e come continueremo a fare.
Divertiamoci anche, perché, tanto, chi
dovrebbe controllare, per il momento, nicchia e non legge i giornali o questo
blog (bugia!). Vedi la storiella Comunità Montana o Untouchables!
Scusate la premessa, un poco lunga ma
necessaria.
Alla prossima, alcune domande all’ex
Sindaco Bucci, che come tutti i compagni della compagnia non viene
abbandonato per strada ma teneramente “accudito” perché facente parte di una
Società fornitrice del Comune “società di fiducia ed abituale fornitrice dell’amministrazione comunale”, talmente
abituale da avere incassato nel corso degli anni, e saremo precisissimi, ben
più di duecentomila euro.
Il Sindaco/Ragazzo aveva promesso
trasparenza e fine del familismo.
L’interpellanza del Consigliere Tomasi
è un cazzotto in piena bocca, e, se avrete un poco di pazienza, vi spiegheremo
perché Pistoia è cacca e cacca è destinata a restare.
Seguiteci!
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Giovedì 10 ottobre 2013 | 10:53 - © Quarrata/news]
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