giovedì 10 ottobre 2013

LA MISERICORDIA DI AGLIANA? SOLO UNA “ASSOCIAZIONE PRIVATA”


di EDOARDO BIANCHINI

In questi termini sembra essere percepita e accettata come entità ‘indiscutibile’ – Alcune riflessioni su un interessante commento di Leonardo Marini

AGLIANA. Il commento che il signor Leonardo Marini ha inviato ieri alle 20:23 al post Ma «la Madonna non aveva un blog»… mi costringe a tornare sui problemi – e direi anche gravi – che permeano la mentalità di una Agliana che è rimasta forse per troppo tempo ostaggio di una sinistra (prima) e di neosinistre ex-democristiane (poi) le quali, sotto un oggettivo profilo storico, sono state le cause e le concause del disastro economico, politico e sociale a causa del quale il Paese-Italia sta irrimediabilmente affondando.
Marini, rivolgendosi a Alessandro Romiti, si avventura su terreni così scivolosi, che ad ogni passo è metaforicamente a terra.
Vediamo, dunque, passo passo.

Voglio pensare – dice Marini – che la nostra confraternita (la Misericordia di Artioli – n.d.r.) sia accogliente verso tutti anche verso chi non la pensa allo stesso modo.
Vi sembra che possa essere logico un modo di ragionare di questo genere?
Cosa direste se qualcuno asserisse: «Voglio pensare che il Governo Letta non solo cancelli la disoccupazione con un colpo di spugna, ma che restituisca agli italiani anche le tasse pagate nel ventennio-Berlusca»? Non scoppiereste in una sonora risata?
Non c’è differenza – almeno così sembra – per Marini, fra pie illusioni e realtà.
Un’altra affermazione dello stesso stile potrebbe anche essere, per paradosso, «Voglio sperare che Totò Riina sia un santo…»: ma questa speranza farebbe, forse, diventare Totò santo davvero? O, piuttosto, chi vive di speranza…

Però voglio dirti pubblicamente – se tu lo consentirai pubblicandolo (sottolinea Marini) – quello che ti ho ripetuto privatamente.
Ne stia certo, Marini, ex consigliere comunale: qui non si fanno né tagli né censure.
Tagli e censure sono tutti frutti dell’orto in cui è solito passeggiare lui: quello della sua Confraternita che lui vuole pensare che sia accogliente con tutti, ma che, al contrario (e lo abbiamo dimostrato fino alla nausea), è discriminatoria, emarginante, ghettizzante, intrasparente, sfuggente, né più né meno del parroco di Agliana che, pur essendo un personaggio pubblico e per di più religioso, non degna di una risposta chi gli rivolge domande lecite, tradendo – con solare evidenza – anche la sua missione sacerdotale.
Su questo organo di informazione – perché Quarrata/news lo è, anche se non piace: e lo dimostrano i suoi lettori e le sue letture – non si fanno tagli: neppure se qualcuno la pensa diversamente – ma questo avremo tempo, e soprattutto carte, per dimostrarlo.

Non condivido i modi i toni e le sedi in cui hai mosso le accuse, siano esse fondate o meno.
Legittima l’opinione fino alla parola accuse: a me non piace la Ferilli e preferisco di gran lunga la Luciana Littizzetto – che è obiettivamente ben altra cosa – ma tant’è: e nessuno può farmela ingollare.
Ma Marini deve mettersi in testa, in assoluto, che il suo discorso sballa laddove afferma siano esse (le accuse – n.d.r.) fondate o meno.
A questo punto ci spiace, ma il ragionamento non è che zoppichi soltanto: non va proprio per niente.
Prima di farsi avanti a intervenire in un qualsiasi modo, Marini ha il dovere di farsi un’idea precisa e motivata: e deve farsela sulle carte, in questo caso del Tribunale di Pistoia, e non di scopa e rubamazzo! E tutte carte “passate in giudicato”: non so se Marini capisca bene cosa stiamo dicendo.

Ritengo – aggiunge subito dopo – che il blog non sia la sede appropriata di confronto serio e profondo dei problemi di un’associazione privata.
Ahiahi, per uno che è stato anche Consigliere Comunale!
Non tanto perché non vede di buon occhio il blog (è come per la Ferilli… ma mi spiace per lui: i blog sono l’informazione di oggi e di domani, si arrenda; tant’è che ce li hanno anche i maggiori quotidiani del mondo… – tuttavia la prossima volta chiameremo Ballarò…), quanto perché, gira e rigira, Marini finisce con il definire la Misericordia una associazione privata.
Ora, èccoci: se può essere una associazione “di diritto privato”, la Misericordia non è associazione privata – come Marini erroneamente opina –, perché essa opera nel pubblico e perché opera non solo con fondi privati, ma anche in convenzione e con fondi pubblici, cioè con quattrini nostri, anche di me: basta pensare ai soldi che prende dall’Asl3.
E questo la riporta a ben precisi doveri di chiarezza, trasparenza, correttezza, democraticità, che la Misericordia di Artioli non ha, come si è fatto vedere; ma anche a precisi doveri di rispetto umano e carità nei confronti di tutti datoché, per originaria e intrinseca scelta di campo, essa dovrebbe ispirarsi (ma lo fa?) ai princìpi evangelici e alle opere, appunto, di misericordia.
Marini dà, quindi, proprio di fuori, sotto questo profilo. Se ne convinca.

Ritengo infine – sottolinea Marini – che sia legittimo non partecipare, se uno non lo desidera, a questo dibattito in questa sede.
Opinione legittima, la sua, se Marini pensa solo a se stesso o a un qualsiasi altro cittadino. Opinione non più accettabile se – come pare di capire – Marini allude a don Paolo Tofani: il quale sia in veste di correttore morale (funzione nella quale Paolo non crede: ma crede di poter indicare ai suoi fedeli verso chi orientarsi politicamente…), sia in veste di parroco di una comunità ecclesiale (e quindi come individuo investito di funzioni innegabilmente pubbliche), se chiamato a dare una risposta ma non intende rispondere, è, comunque (e ci spiace per Marini), soggetto alla lente d’ingrandimento, alla stessa stregua di un Sindaco, di un politico o di un Cardinale della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Nel suo piccolo, certo: ma pur sempre in pubblico.
Le regole del gioco sono queste: anche se agli aglianesi possono non piacere – come a me la Ferilli…

In più – rincara Marini –, credo che sia profondamente ingiusto violentare il privato di una persona sbattendola contro la propria volontà sui blog, come è stato fatto nel caso di Don Paolo.
Un’osservazione, questa, risibile per non dire ridicola, dato che un parroco, in quanto cittadino pubblico, e soprattutto legato alle vicende della Misericordia di Artioli (sia pure da una correzione morale a cui non crede: e allora perché crede che sotto il profilo morale Berlusca faccia pena? Non è contraddittorio, il parroco, per non dire comodista?), non ha, come asserisce Marini, un suo privato; non può averlo.
Marini ne vuole una dimostrazione? Eccola: se Quarrata/news avesse tirato in ballo don Benesperi o don Firindelli o don Corsi di Quarrata, allora sì che avremmo violato la sfera privata di qualcuno, dato che questi sacerdoti non hanno rapporto alcuno con la MiserArtioli: ma don Paolo ne era (e ne è tuttora: volontariamente? Involontariamente? Ce lo dica lui, perché ce lo deve) lo scetticissimo e dichiaratissimo “non credente della funzione correttoriale”.

E, infine, vengo a me “di persona personalmente”.

In risposta al prof. Bianchini...
Il mio intento, non era intervenire nel dibattito “Misericordia”, ma sull’articolo di cui sopra, che io ritengo oltraggiante e in centri tratti delirante, condito qua e là di frasi sarcastiche che poco rispettano la sensibilità in primis di Don Paolo e poi di una comunità che vuol bene a Don Paolo come pastore che sta facendo bene alla comunità aglianese.
Ogni parola di Marini è, in forma e contenuto, un’opinione (io ritengo): il che, in sé e per sé, non costituisce prova né di oltraggio, né di delirio, né di reato di sarcasmo, considerato che il sarcasmo non è ancora un reato; né tantomeno di mancanza di rispetto nei confronti della sensibilità di don Paolo, che deve essere cosciente e consapevole di essere, proprio per le sue vesti pubbliche e sacerdotali, oggetto di un’attenzione maggiore e più accentuata da parte di tutti.
Provi, invece, Marini – come anche si fa in matematica – ad applicare il suo ragionamento per assurdo non alla comunità di Agliana che vuole bene a Don Paolo, ma alla comunità (per assurdo – sottolineo ancora) di Corleone o di un paese mafioso del Sud (senza offesa per nessuno). E ne tiri le somme e le conseguenze.
E stupisca di ciò che dice.

Per questo continuo a consigliare – ancorché inascoltato – (chiude Marini) di abbassare i toni!
Lei ha detto che io non sono suo padre..., ma se un buon consiglio, non viene dal padre, ma da un figlio, da un amico, o da un lettore, rimane un buon consiglio!
Leonardo Marini
I consigli di abbassare i toni Marini li lasci, a Dio piacendo, a quel distinto signore del Quirinale che applaudiva i carri armati di Budapest (ben lo sanno i miei amici ungheresi); che quando era eurodeputato andava a Bruxelles spendendo 80 euro e facendosene rimborsare 900 o 1000 a carico dei contribuenti italiani; che in momenti di crisi come questa, ha fatto un senatore a vita che ci ha mandato al patibolo (Monti) e altri 4 (dico quattro) in aggiunta perché così si sentiva di fare
Marini abbia le sue opinioni in santa pace, ma ci lasci fare la nostra professione in santa pace e libertà – cosa in cui crediamo ma nella quale, pare, molto meno crede la sua poco misericordiosa Misericordia sulla quale il correttore morale don Tofani non ha intenzione di far parola.
E a proposito… Come si chiama il non voler parlare? Non lo ricordo più tanto bene dato che sono solo un povero bidello…

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 10 ottobre 2013 | 5:42 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Vedi anche l’interessante commento al post MA «LA MADONNA NON AVEVA UN BLOG»…
    (http://quarratanews.blogspot.it/2013/10/ma-la-madonna-non-aveva-un-blog.html):

    Lago Scaffaiolo10 ottobre, 2013 18:46

    Può piacere o meno, ma un blog guidato da un giornalista professionista (che come tale risponde alla deontologia professionale e alle leggi che regolano la materia) è comunque un organo di informazione. […]

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  2. Sull’importanza dei blog come strumenti di informazione, si veda: «Financial Times, il direttore Lionel Barber scrive ai suoi giornalisti: “Il web al centro. O si cambia o addio”» a questo link http://www.huffingtonpost.it/2013/10/10/financial-times-lionel-barber_n_4076674.html?view=print&comm_ref=false

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