In questi termini sembra essere
percepita e accettata come entità ‘indiscutibile’ – Alcune riflessioni su un interessante
commento di Leonardo Marini
AGLIANA. Il commento che il signor Leonardo Marini ha inviato ieri
alle 20:23 al post Ma
«la Madonna non aveva un blog»… mi costringe a tornare sui problemi – e
direi anche gravi – che permeano la mentalità di una Agliana che è rimasta
forse per troppo tempo ostaggio di una sinistra (prima) e di neosinistre
ex-democristiane (poi) le quali, sotto un oggettivo profilo storico, sono state
le cause e le concause del disastro economico, politico e sociale a causa del
quale il Paese-Italia sta irrimediabilmente affondando.
Marini, rivolgendosi a Alessandro
Romiti, si avventura su terreni così scivolosi, che ad ogni passo è
metaforicamente a terra.
Vediamo, dunque, passo passo.
Voglio pensare – dice Marini – che la nostra confraternita (la
Misericordia di Artioli – n.d.r.) sia accogliente verso tutti anche
verso chi non la pensa allo stesso modo.
Vi sembra che possa essere logico un
modo di ragionare di questo genere?
Cosa direste se qualcuno asserisse: «Voglio
pensare che il Governo Letta non solo cancelli la disoccupazione con un colpo
di spugna, ma che restituisca agli italiani anche le tasse pagate nel
ventennio-Berlusca»? Non scoppiereste in una sonora risata?
Non c’è differenza – almeno così sembra
– per Marini, fra pie illusioni e realtà.
Un’altra affermazione dello stesso
stile potrebbe anche essere, per paradosso, «Voglio sperare che Totò Riina sia
un santo…»: ma questa speranza farebbe, forse, diventare Totò santo davvero? O,
piuttosto, chi vive di speranza…
Però voglio dirti pubblicamente – se tu
lo consentirai pubblicandolo (sottolinea
Marini) – quello che ti ho ripetuto privatamente.
Ne stia certo, Marini, ex consigliere
comunale: qui non si fanno né tagli né censure.
Tagli e censure sono tutti frutti dell’orto
in cui è solito passeggiare lui: quello della sua Confraternita che lui vuole
pensare che sia accogliente con tutti, ma che, al contrario (e lo abbiamo
dimostrato fino alla nausea), è discriminatoria, emarginante, ghettizzante, intrasparente,
sfuggente, né più né meno del parroco di Agliana che, pur essendo un
personaggio pubblico e per di più religioso, non degna di una risposta chi gli
rivolge domande lecite, tradendo – con solare evidenza – anche la sua missione
sacerdotale.
Su questo organo di informazione –
perché Quarrata/news lo è, anche se non piace: e lo dimostrano i suoi
lettori e le sue letture – non si fanno tagli: neppure se qualcuno la pensa
diversamente – ma questo avremo tempo, e soprattutto carte, per
dimostrarlo.
Non condivido i modi i toni e le sedi
in cui hai mosso le accuse, siano esse fondate o meno.
Legittima l’opinione fino alla parola accuse:
a me non piace la Ferilli e preferisco di gran lunga la Luciana Littizzetto –
che è obiettivamente ben altra cosa – ma tant’è: e nessuno può farmela
ingollare.
Ma Marini deve mettersi in testa, in
assoluto, che il suo discorso sballa laddove afferma siano esse (le
accuse – n.d.r.) fondate o meno.
A questo punto ci spiace, ma il
ragionamento non è che zoppichi soltanto: non va proprio per niente.
Prima di farsi avanti a intervenire in
un qualsiasi modo, Marini ha il dovere di farsi un’idea precisa e
motivata: e deve farsela sulle carte, in questo caso del Tribunale di Pistoia, e
non di scopa e rubamazzo! E tutte carte “passate in giudicato”: non so se Marini
capisca bene cosa stiamo dicendo.
Ritengo – aggiunge subito dopo – che il blog non sia la sede
appropriata di confronto serio e profondo dei problemi di un’associazione privata.
Ahiahi, per uno che è stato anche
Consigliere Comunale!
Non tanto perché non vede di buon
occhio il blog (è come per la Ferilli… ma mi spiace per lui: i blog sono l’informazione
di oggi e di domani, si arrenda; tant’è che ce li hanno anche i maggiori
quotidiani del mondo… – tuttavia la prossima volta chiameremo Ballarò…), quanto
perché, gira e rigira, Marini finisce con il definire la Misericordia una associazione
privata.
Ora, èccoci: se può essere una
associazione “di diritto privato”, la Misericordia non è associazione privata –
come Marini erroneamente opina –, perché essa opera nel pubblico e perché opera
non solo con fondi privati, ma anche in convenzione e con fondi pubblici, cioè
con quattrini nostri, anche di me: basta pensare ai soldi che prende dall’Asl3.
E questo la riporta a ben precisi
doveri di chiarezza, trasparenza, correttezza, democraticità, che la
Misericordia di Artioli non ha, come si è fatto vedere; ma anche a precisi
doveri di rispetto umano e carità nei confronti di tutti datoché, per
originaria e intrinseca scelta di campo, essa dovrebbe ispirarsi (ma lo fa?) ai
princìpi evangelici e alle opere, appunto, di misericordia.
Marini dà, quindi, proprio di fuori,
sotto questo profilo. Se ne convinca.
Ritengo infine – sottolinea Marini – che sia legittimo non partecipare,
se uno non lo desidera, a questo dibattito in questa sede.
Opinione legittima, la sua, se Marini pensa
solo a se stesso o a un qualsiasi altro cittadino. Opinione non più accettabile
se – come pare di capire – Marini allude a don Paolo Tofani: il quale sia in
veste di correttore morale (funzione nella quale Paolo non crede: ma
crede di poter indicare ai suoi fedeli verso chi orientarsi politicamente…),
sia in veste di parroco di una comunità ecclesiale (e quindi come individuo
investito di funzioni innegabilmente pubbliche), se chiamato a dare una
risposta ma non intende rispondere, è, comunque (e ci spiace per Marini),
soggetto alla lente d’ingrandimento, alla stessa stregua di un Sindaco,
di un politico o di un Cardinale della Santa Chiesa Cattolica Apostolica
Romana. Nel suo piccolo, certo: ma pur sempre in pubblico.
Le regole del gioco sono queste: anche
se agli aglianesi possono non piacere – come a
me la Ferilli…
In più – rincara Marini –, credo che sia profondamente ingiusto
violentare il privato di una persona sbattendola contro la propria volontà sui
blog, come è stato fatto nel caso di Don Paolo.
Un’osservazione, questa, risibile per non dire ridicola, dato che un parroco, in quanto cittadino pubblico, e soprattutto legato alle vicende della Misericordia di Artioli (sia pure da una correzione morale a cui non crede: e allora perché crede che sotto il profilo morale Berlusca faccia pena? Non è contraddittorio, il parroco, per non dire comodista?), non ha, come asserisce Marini, un suo privato; non può averlo.
Un’osservazione, questa, risibile per non dire ridicola, dato che un parroco, in quanto cittadino pubblico, e soprattutto legato alle vicende della Misericordia di Artioli (sia pure da una correzione morale a cui non crede: e allora perché crede che sotto il profilo morale Berlusca faccia pena? Non è contraddittorio, il parroco, per non dire comodista?), non ha, come asserisce Marini, un suo privato; non può averlo.
Marini ne vuole una dimostrazione?
Eccola: se Quarrata/news avesse tirato in ballo don Benesperi o don
Firindelli o don Corsi di Quarrata, allora sì che avremmo violato la sfera
privata di qualcuno, dato che questi sacerdoti non hanno rapporto alcuno con la
MiserArtioli: ma don Paolo ne era (e ne è tuttora: volontariamente?
Involontariamente? Ce lo dica lui, perché ce lo deve) lo scetticissimo e
dichiaratissimo “non credente della funzione correttoriale”.
E, infine, vengo a me “di persona
personalmente”.
In risposta al prof. Bianchini...
Il mio intento, non era intervenire nel dibattito “Misericordia”, ma sull’articolo di cui sopra, che io ritengo oltraggiante e in centri tratti delirante, condito qua e là di frasi sarcastiche che poco rispettano la sensibilità in primis di Don Paolo e poi di una comunità che vuol bene a Don Paolo come pastore che sta facendo bene alla comunità aglianese.
Ogni parola di Marini è, in forma e
contenuto, un’opinione (io ritengo…): il che, in sé e per sé, non costituisce
prova né di oltraggio, né di delirio, né di reato di sarcasmo, considerato che
il sarcasmo non è ancora un reato; né tantomeno di mancanza di rispetto nei
confronti della sensibilità di don Paolo, che deve essere cosciente e
consapevole di essere, proprio per le sue vesti pubbliche e sacerdotali, oggetto
di un’attenzione maggiore e più accentuata da parte di tutti.
Provi, invece, Marini – come anche si
fa in matematica – ad applicare il suo ragionamento per assurdo non alla
comunità di Agliana che vuole bene a Don Paolo, ma alla comunità (per
assurdo – sottolineo ancora) di Corleone o di un paese mafioso del Sud (senza
offesa per nessuno). E ne tiri le somme e le conseguenze.
E stupisca di ciò che dice.
Per questo continuo a consigliare – ancorché
inascoltato – (chiude Marini) di abbassare i toni!
Lei ha detto che io non sono suo padre..., ma se un buon consiglio, non viene dal padre, ma da un figlio, da un amico, o da un lettore, rimane un buon consiglio!
Leonardo Marini
Lei ha detto che io non sono suo padre..., ma se un buon consiglio, non viene dal padre, ma da un figlio, da un amico, o da un lettore, rimane un buon consiglio!
Leonardo Marini
I consigli di abbassare i toni Marini li
lasci, a Dio piacendo, a quel distinto signore del Quirinale che applaudiva i
carri armati di Budapest (ben lo sanno i miei amici ungheresi); che quando era
eurodeputato andava
a Bruxelles spendendo 80 euro e facendosene rimborsare 900 o 1000 a carico dei
contribuenti italiani; che in momenti di crisi come questa, ha fatto un
senatore a vita che ci ha mandato al patibolo (Monti) e altri 4 (dico quattro)
in aggiunta perché così si sentiva di fare…
Marini abbia le sue opinioni in santa
pace, ma ci lasci fare la nostra professione in santa pace e libertà – cosa in
cui crediamo ma nella quale, pare, molto meno crede la sua poco misericordiosa
Misericordia sulla quale il correttore morale don Tofani non ha
intenzione di far parola.
E a proposito… Come si chiama il non
voler parlare? Non lo ricordo più tanto bene dato che sono solo un povero
bidello…
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 10 ottobre 2013 | 5:42 - © Quarrata/news]
Vedi anche l’interessante commento al post MA «LA MADONNA NON AVEVA UN BLOG»…
RispondiElimina(http://quarratanews.blogspot.it/2013/10/ma-la-madonna-non-aveva-un-blog.html):
Lago Scaffaiolo10 ottobre, 2013 18:46
Può piacere o meno, ma un blog guidato da un giornalista professionista (che come tale risponde alla deontologia professionale e alle leggi che regolano la materia) è comunque un organo di informazione. […]
Sull’importanza dei blog come strumenti di informazione, si veda: «Financial Times, il direttore Lionel Barber scrive ai suoi giornalisti: “Il web al centro. O si cambia o addio”» a questo link http://www.huffingtonpost.it/2013/10/10/financial-times-lionel-barber_n_4076674.html?view=print&comm_ref=false
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