mercoledì 9 ottobre 2013

CARLUCCIO CECCARELLI, LA VOLPE A CUI NON PIACCIONO I GALLETTI ROSSI


di GRILLO PARLANTE

CUTIGLIANO. Finalmente il Verbo (in questo caso Carluccio Ceccarelli a memoria d’uomo il peggior sindaco che abbia occupato lo scranno nel comune di Cutigliano) tramite l’intervista concessa al Tirreno ha annunciato al popolo che non si ricandiderà.
La notizia che non ha turbato i sogni di nessuno ed, anzi, rallegra tanti e, specialmente, gli elettori del centro-destra che pur l’avevano votato. Ma che mesi dopo il favorevole responso elettorale avevano iniziato a criticarlo per tutta una serie di motivi.
Tra questi: la mancata designazione del vice come imposto dalla prassi e dallo statuto comunale; poi la successiva chiamata come assessore esterno di Giuliano Sichi costretto a dimettersi pochi mesi dopo perché dichiaratosi “colpevole” degli ammanchi in Comunità Montana. Una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire perché – come sostiene il Comitato appostatamene costituito sulla montagna – non è credibile che il Sichi possa aver fatto tutto da solo ingannando presidenti, assessori e dirigenti dell’Ente fin quando la denuncia di un gruppetto di dipendenti di rango inferiore non portò a scoperchiare il pentolone.
Inoltre a Ceccarelli si rimprovera anche di non aver fatto “volare gli stracci” e, anzi, di aver consentito lo spargimento di quel mare di nebbia a stento dissolta dal dottor Eller – appositamente investito dell’indagine amministrativa – prontamente fermato (“mancano i soldi per il compenso” fu detto) – quando cercò di approfondire come, perché e quando questo pasticciaccio brutto aveva preso l’avvìo.
Ma le decisioni più eclatanti e più criticate addebitate a Ceccarelli sono altre:
a) la non percorsa strada di fondare l’Unione dei Comuni in occasione dello scioglimento da parte della Regione della contestatissima Comunità Montana;
b) l’essere stato uno dei fondatori di quel Comitato per il Comune Unico a quattro (subito battezzato dalla gente Comunone-Dynamone) quando in campagna elettorale aveva pubblicamente affermato e confermato di essere del tutto contrario ad un’ipotesi del genere;
c) l’accusa corale – peraltro ancora da dimostrare – di aver subordinato ai propri interessi quelli della Comunità.
Anche se – nonostante le affermazioni da “Servo della Patria” e di apertura ai giovani – non è affatto credibile che il “nostro” voglia ripercorrere la strada di Cincinnato stanti gli indubbi benefici che proprio la politica gli ha assicurato in questi anni.
A dimostrarlo sono l’autoincensamento che fa a se stesso quando dichiara i grandi (sic!) successi ottenuti da Cutigliano da quando è Sindaco e gli sforzi da lui esercitati per la nascita del gruppo “under 40” composto in gran parte da gruppi a cui ha affidato la gestione di strutture comunali ed impianti sportivi; né può far troppo affidamento sulle guarentigie finora assicurate dopo il passaggio armi e bagagli dal Movimento Sociale Italiano poi Alleanza Nazionale al Partito della Libertà che lo ha inserito quale componente del direttivo provinciale di cui, nel caso del Comune Unico a quattro, non ha inteso seguire gli indirizzi.
Come eredità Carluccio Ceccarelli lascia ai mutiglianesi quanto ha detto in chiusura dell’intervista al Tirreno: «La speranza è che l’Unione dei Comuni vada in porto portando velocemente al comune unico, prima che la fusione ci venga imposta dall’alto senza diritto ai finanziamenti oggi previsti. In ogni caso, sono contento di poter dire che adesso, a qualunque tavolo si siederà, Cutigliano potrà sentirsi al pari degli altri comuni e non più una Cenerentola dai conti disastrati». Un testamento che sembrerebbe far emergere una perplessità sulle decisioni prese riguardo al Comunone-Dynamone e in un certo senso aprire lo spiraglio ad una soluzione diversa da quella prima preventivata del Comune Unico a quattro non voluta dalla comunità cutiglianese, totalmente respinta dagli abetonesi e non gradita ad alcuni assessori di Piteglio.
Il Grillo non sa se questo ravvedimento sia o meno credibile. Resta il fatto che quanto sopra affermato da Ceccarelli “prima che la fusione ci venga imposta dall’alto” suoni come palese dimostrazione di non aver capito – fin dal primo momento – che queste operazioni devono essere condivise dalle popolazioni tenute, per legge dello Stato, ad associarsi e non imposte da un Comune – come quello di San Marcello pistoiese – che non è tenuto affatto ad associarsi.
La forzatura del referendum consultivo – questo sì imposto da quei consiglieri regionali che allettati da ben individuate sirene vorrebbero sommare i voti dei quattro comuni in un unico calderone in cui pesi il superiore numero di elettori sanmarcellini – è del tutto contraria ai principi democratici e costituzionali e apre le porte a contenzioso giurisdizionale amministrativo.

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[Mercoledì 9 ottobre 2013 | 16:21 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Caro Grillo, le peculiarità e i limiti dell' attuale Sindaco di Cutigliano erano note da tempo e chi non l'ha voluto sapere si è trovato a criticare subito dopo. Certo sulla vicenda Comunità Montana e sul "Comunone" ha gestito il tutto veramente male fino a chiedersi per quale fine l'abbia fatto. Un imprenditore non agisce in questo modo. Come attenuante può vantare l'assoluta assenza di critica, di opposizione, di proposta come se Cutigliano fosse quell'isola idilliaca. Non credo, molti stanno zitti perché sdegnato o rassegnati, altri lo fanno per interesse, qualcuno è tenuto per le palle ... Certo, non potremo evitare di andare al "comunone" con il cappello in mano! Il ruolo di Cenerentola non ce lo toglie nessuno ed il merito è di tutti, anche mio ma non ho più voglia di perdere tempo in cose inutili.

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