SONO CONTRARIO, per principio, alla detenzione.
Ma il problema di questo Paese, uno dei
tanti irrisolti perché non voluti risolvere e con il tempo incancrenitisi, non
è il sovraffollamento delle carceri, ma la loro insufficienza.
Le carceri non servono; dietro le
sbarre si inasprisce l’odio verso le regole e il crimine, quando si finisce in
galera perché si è infranto il codice, si affina, si impreziosisce, diventa
scrupoloso: l’importante non è uscire migliori, ma diventare migliori per non
farci ritorno.
I soldi per la Tav o per il ponte sullo
Stretto (di Messina e non di Reggio, come sottolinea Sebastiano) usateli per
costruire altri luoghi di pena, utili a qualcosa, perché educativi, redentivi.
Se non dovessero bastare, non vi
scoraggiate: dateli ai soldati inviati in Afghanistan. Li fate tornare qui da
noi e li mettete a controllare quei rei che, impossibilitati a stare
dignitosamente in luoghi di detenzione che non si sono potuti costruire, sono
stati condannati alle pene alternative dei lavori forzati.
Quelli, sì.
Servono.
f & s
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[Mercoledì 9 ottobre 2013 | 15:20 - © Quarrata/news]
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