Al rinnovo delle poltrone del Pd nel Comune e in Provincia, il
Professore suggerisce di non fidarsi delle imitazioni…
PISTOIA. La confusione regna sovrana. Nel Pd in modo imbarazzante.
Non solo a Botteghe Oscure. Anche nelle
micro realtà provinciali, Matteo Renzi ha squarciato il partito, ingrossandolo
improvvisamente, trasformandolo. Un’affluenza numerica così eterogenea che il palazzo vacilla.
Qualcuno ha paura di non saper gestire
il futuro. Altri hanno reputato opportuno aggrapparcisi, perché non si sa mai.
Molti, parecchi davvero, lo sostengono da tempi non sospetti che questo terremoto fosse necessario . Uno di
questi è Roberto Bartoli, sconfitto alle primarie, vero, ma non nella linea,
che rivendica, continua a coltivare, crede che sia l’arma vincente.
E rilancia. Da Pistoia, dalla sua
Pistoia.
«Mettiamo in fila le cose – inizia così la lunga
chiacchierata con il professor Bartoli –. Qualcuno cerca di confondere le
acque, ma ormai gli elettori non si fanno più prendere in giro. Quando Renzi si
è candidato alla segreteria nazionale, molti dei sostenitori di Bersani si sono
professati sostenitori di Renzi. Non è un problema che qualcuno cambi idea,
anzi! È un problema quando si finge di cambiare idea».
Esistono dunque dei finti renziani?
«Esattamente. Il problema non è renziani della prima o della
seconda ora, ma renziani veri o finti, che cercano di ricollocarsi. Oggi, molti
di coloro che si definiscono renziani non sostengono Emanuele Logli al
provinciale e Massimo Baldi al comunale di Pistoia. Ma Logli e Baldi sono
candidati sostenuti da Matteo Renzi e Dario Parrini.
Se fossero veri renziani non potrebbero
che sostenere i candidati sostenuti da Renzi. C’è poco da fare, non ci sono
alternative».
E da cosa si riconosce un renziano autentico da uno
contraffatto?
«Ho inventano una sorta di giochino. A chi si definisce
renziano, gli si chieda se vota Logli o Baldi. Se la risposta è no, diffidate
delle imitazioni! Niccolai, che si definisce renziano, è contrapposto a Logli,
sostenuto da Renzi. Niccolai è stato sgamato. Vanni, Sindaco di Monsummano, si
definisce renziano, ma non sostiene Logli. Vanni è sgamato. Bini, che si
definisce renziana, al comunale vota Giovannelli e non Baldi, sostenuto da
Renzi. Bini è stata sgamata. Se Niccolai, Vanni, Bini sono renziani, non
possono che sostenere un candidato sostenuto da Renzi, non credete? Se non
sostengono un candidato renziano, non possono definirsi renziani».
Ma i finti renziani fanno distinzioni nette, tra nazionale e
regionale, tra comunale e provinciale.
«E questa distinzione è il solito giochino di tenere i piedi
su due staffe. Vecchia politica, direi ormai decrepita. Gli elettori sono molto
meno sciocchi di quanto si creda o di quanto si vorrebbe che fossero. Hanno
capito il gioco. Si sono dichiarati renziani per più voti alle prossime
elezioni. In sostanza, stanno strumentalizzando la figura di Renzi, che, non ce
lo dimentichiamo, durante le primarie, mentre loro sostenevano Bersani, ha
preso il 60% nella provincia di Pistoia».
Su Logli e Baldi non ci sono dubbi: renziani a origine
controllata?
«Sì, senza dubbio. Ma voglio dire di più su questo “essere
renziani”. Essere renziani non è un marchio, un brand, una giacca che s’indossa.
Basta con queste logiche strumentali. Essere renziani vuol dire non essere per
la cooptazione dall’alto, ma sostenere dal basso i migliori; vuol dire fare
primarie dappertutto, senza se e
senza ma e non mandare via chi vuol
votare; significa rinunciare al finanziamento pubblico ai partiti; significa
predefinire le regole delle primarie; significa riunire i circoli, spalancarli
e far contare gli iscritti; significa considerare chi esprime un’opinione anche
scomoda un valore aggiunto, no un nemico da estromettere. Sono anni che Logli e
Baldi dicono di volere queste cose. Al contrario, chi ha diretto il partito
fino ad ora, è stato sempre contrario a queste cose».
Qualche esempio concreto…
«Assemblee non convocate, soprattutto al provinciale.
Primarie non fatte o fatte solo dove si credeva opportuno. Ruolo parziale delle
segreterie, per cui quando c’erano due candidati del Pd alle Primarie ci si
schierava a favore di un solo candidato. Quindi settarismo ed esclusione nel
nome di logiche correntizie. Filtri alle candidature alle parlamentari,
escludendo chi aveva diritto di correre. Diminuzione degli iscritti,
diminuzione dei voti, sconfitte in alcuni Comuni. Non solo: ma amministrazioni
in affanno, piene di problemi e soprattutto i cittadini che non ne possono più.
Altro che rafforzare il rinnovamento, piuttosto è continuare nell’invecchiamento!
Penso possa bastare per dare un giudizio negativo rispetto a chi ha governato
il partito fino ad ora».
Hai detto abbastanza…
«Sì. E basta anche parlare sempre e solo di congressi. Anche
perché oggi ai cittadini non interessano questioni interne ai partiti, ma come
vengono risolti i problemi che ormai ci affliggono».
Allora due battute sulla città, visto che siamo in pista.
Come sono i rapporti con Bertinelli? Tutti dicono che questo congresso sarà una
rivincita delle primarie.
«Nessuna rivincita. Penso che Bertinelli abbia un compito
importante: dare una svolta, cambiare pagina. Altrimenti, la rivincita se la
prendono gli elettori. E io lo invito a cambiare, a rinnovare, davvero, sempre.
Qualcosa di positivo è stato fatto e spesso coincide con le nostre idee dette
durante le primarie. Un esempio? La notizia di ieri di portare i privati su
standard elevati pubblici. Quello che noi abbiamo sempre detto: meno gestione
del pubblico e privato di qualità controllato e indirizzato dal pubblico. D’altra
parte, c’è ancora molto da fare e gli dico: Samuele, tu hai vinto le primarie,
tu hai vinto le elezioni, fai quello che i pistoiesi si aspettano, cambia»!
Qualcuno ti critica perché all’indomani della sconfitta alle
primarie, preferisti uscire dal partito.
«È una vicenda passata. Io adesso sono nel partito. Ma se si
vuole proprio parlare del passato, allora rilancio e dico che non è il caso di
sottolineare come mi sia comportato io, ma sarebbe opportuno giudicare come si
comportò il partito allora. E oggettivamente e onestamente, il Pd, nella
circostanza, non fece proprio un figurone! Ripeto, è acqua passata, meglio e
opportuno rivolgere altrove la prua».
Dove la punteresti, in questa città?
«La priorità assoluta si chiama condivisione, partecipazione.
Manca, e molto. Diminuire le tasse per imprese e famiglie deboli e
ristrutturare al contempo l’organizzazione dei servizi. Iniziare un processo
progressivo di riduzione del personale nel Comune di Pistoia e i soldi che si
liberano investirli in tecnologie e in sostegno alle imprese. Sostenere la
partnership privata per Breda. Evitare la differenziata all’ex Pallavicini e
mettere tutto nel Dano. Sottopassaggio a Ciliegiole. Fare un programma di
riqualificazione di 30 luoghi della città. Creare due progetti: Pistoia città
del verde e Pistoia città dei bambini che coinvolgano tutte le forze della
città per lanciare Pistoia nel mondo, sì, nel mondo. Valorizzare i territori
con il federalismo locale, costruendo assemblee sparse per il comune affinché
vengano coinvolte nelle decisioni più importanti. Fare bandi per tutto e
mettere tutto a bando. Ma soprattutto, se fossi un Sindaco, andrei in giro per
la città, incontrerei persone, le riceverei subito, utilizzerei le nuove
tecnologie per farmi regalare idee e consigli; ascolterei, imparerei».
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[Venerdì 11 ottobre 2013 | 15:58 - © Quarrata/news]
"Qualcosa di positivo è stato fatto e spesso coincide con le nostre idee dette durante le primarie. Un esempio? La notizia di ieri di portare i privati su standard elevati pubblici. Quello che noi abbiamo sempre detto: meno gestione del pubblico e privato di qualità controllato e indirizzato dal pubblico."
RispondiEliminaRenziano DOC privatizzazioni a profusione e per profusione prendo direttamente dal vocabolario
profusione[pro-fu-sió-ne] s.f.
1 Abbondante spargimento di un liquido SIN profluvio: p. di lacrime
2 fig. Scialo, sperpero di beni: p. di ricchezze;
la domanda che dovevate fargli (in toscanaccio) era: ma siete "co" Lusi o non siete "co" Lusi?
Che botte, compagni! A.A.A cercasi centorodestra : sarebbe un bel tavolo di discussione.
RispondiElimina"Se fossero veri renziani non potrebbero che sostenere i candidati sostenuti da Renzi. C’è poco da fare, non ci sono alternative."
RispondiEliminaMa non è l'essenza del vetero-comunismo, e l'antitesi della democrazia, un atteggiamento del genere? Non è l'estensione del Porcellum a tutta la vita politica, con il leader che sceglie per l'elettore? Ho il sospetto che Renzi stesso non ragioni in questi termini, comunque.
Una bella matassa da sbrogliare!
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