Silvia Cormio |
di FELICE DE MATTEIS
Attaccata da più parti, la ‘prima
cittadina’ di San Marcello sta facendo una cosa santa e sensata: chiede
partecipazione sul pasticcio del ‘Comunone’ caldeggiato dalle frange lise e rancide
della politica montana
SAN MARCELLO. Un lettore del blog, commentando il post “Santa Caterina,
una vergogna all’italiana”, plaude con un Brava
Silvia!, al fatto che questa Signora, Sindaco di San Marcello, abbia
rotto gli indugi e “ordinato” la messa in sicurezza della via che costeggia l’Oratorio.
Personalmente e per quanto possa
contare, mi associo, anche perché la vexata quaestio su Santa Caterina,
ciò che rappresenta e ciò che potrebbe rappresentare, riguarda la Montagna
tutta.
Le ordinanze emesse dal Sindaco, un
obbiettivo, quando manderà il conto delle spese, potranno ottenerlo: snidare le
responsabilità e la colpevole inerzia delle amministrazioni precedenti e di chi
avrebbe dovuto ragionevolmente prevedere gli eventi.
Fra questi personaggi non possiamo fare
a meno di citare anche passati amministratori, della stessa parrocchia della
Cormio, che postano su f.b. e fanno rilevare l’inadeguatezza del personaggio a
ricoprire tale carica.
Giudizi impietosi e, aggiungo io,
maramaldeschi, dettati quasi certamente dal fatto che il Sindaco Cormio si è
svegliata, ha compreso di non voler essere un brodino riscaldato lì posta in
attesa di ibridi, futuri agglomerati politici che si stanno preparando e
consumando nelle private stanze della Dynamo, e sta dimostrando di voler
ragionare con la propria testa.
È un guaio, per una vecchia guardia
abituata a parlare a comando e che a parole dice di non volersi riproporre per
futuri incarichi nel Comunone/Dynamone, ma di fatto opera e privatamente agisce
per la finalità opposta. Tutta roba sanmarcellina del Partito Democratico-Democristiano,
che hanno circuitato in Comunità Montana e che fanno grande assegnamento sull’oblio
che sulla vicenda dovrebbe cadere, Magistratura (come sembra)permettendo.
Ma la Silvia Cormio che di questo
scempio pregresso non è davvero responsabile, non ci sta e pretende giustamente
un percorso partecipato, tanto più avendo inconsciamente compreso che la
qualità dei vecchi politici del territorio e la loro credibilità sono, nella
considerazione della gente, pari a un sottozero.
I lettori di questo blog, dei Comuni
altri, Abetone, Cutigliano e Piteglio, possono cominciare a comprendere quale
sarebbe la fine dei loro territori se il futuro Comunone/Dynamone sarà
partorito dai politici del territorio del principale comune montano.
Parlano i fatti, parla la quotidiana
emarginazione politica del Sindaco Cormio attraverso il solito meschino passa-parola
fra cittadini elettori del Pd abilmente etero guidati, ripetiamo, anche
attraverso impietosi giudizi postati che non fanno onore a chi li scrive, tanto
più se questi signori hanno ricoperto cariche di estrema responsabilità
politica sul territorio – sono stati, insomma, Sindaci.
Il Conservatorio di Santa Caterina sta
inesorabilmente crollando. Pensare che in questo crollo non siano moralmente
coinvolti anche i piccoli ras della politica locale del Pd equivale a
credere che la popolazione sia letteralmente rincretinita. Eventualità non
accettabile perché si può avere un’idea politica ma si deve avere anche la
capacità di comprendere che se mai la Cormio fosse inadatta al ruolo di
Sindaco, davanti ai problemi della Sanità, delle poste che chiudono, della
viabilità pre granducale, la fuga dell’apparato egemone da sessanta e più anni
sulla Montagna e su San Marcello in particolare, rifugiatasi alla Dynamo nel
Comunone, la dice lunga sul futuro prossimo venturo del territorio stesso.
Bene ha fatto l’assessore Paccagnini a
destinare le poche risorse del Comune per il recupero, il decoro e la messa in
sicurezza dei Cimiteri comunali, le vere Case del Popolo che anch’io, mannaggia!,
come tutti, prima o poi dovrò frequentare.
Del resto che dire? Silvia, resisti!
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Lunedì 7 ottobre 2013 | 08:36 - © Quarrata/news]
Se le cose stanno come dici (e quasi non ho dubbi che sia vero) l'unica strada per una Cormio (prima usata, poi spremuta, adesso abbandonata) sta nella rivolta delle dimissioni. Motivate con quella chiarezza che, in montagna e non solo, a molti fa davvero difetto.
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