di Giampaolo Pagliai [*]
Un vero disastro e per colpa di un Pd
che ragiona sempre di più secondo gli schemi e le logiche di potere della
vecchia Dc
Al Sindaco,
al Presidente della Provincia
e, per conoscenza, agli organi di stampa.
DA QUANTO si legge sul Sole 24 Ore di oggi, riguardo alle
classifiche della qualità della vita, viene certificata la naturale espulsione
della nostra provincia dal centro nord e l’inclusione nel sud. Siamo ora la
settantaduesima provincia d’Italia, abbiamo perso venti posizioni in dodici
mesi, peggio di così non si poteva fare. Dopo di noi ci sono solo trentaquattro
province del sud, inoltre riescono a fare meglio la provincia de L’Aquila,
seppur povera e terremotata, e tutta la Sardegna.
Ora alcuni cercheranno di spiegare che
le statistiche non sono precise, che anzi sono sbagliate e così via. Comunque
rimane la drammatica verità di una situazione catastrofica; ora servirebbe una
concreta politica di sinergie fra tutte le forze politiche, economiche,
sindacali e imprenditoriali.
Certo è che la responsabilità di questo
risultato ricade soprattutto sulle istituzioni locali. Ma chi è senza colpa
scagli la prima pietra. Le associazioni degli imprenditori, i sindacati, i
partiti, le banche e le fondazioni cosa hanno fatto per impedire questo
disastro? Non vi è dubbio che la gestione del potere locale affidata ad un Pd
(sempre più simile, negli aspetti peggiori e non nei migliori, alla vecchia Dc)
egemone, arrogante, senza progetti ma impegnato in primarie e lotte per bande,
è il primo motivo della crisi di Pistoia che mai era caduta così in basso.
Condivido il pensiero di Ernesto Galli
Della Loggia apparso sul Corriere della Sera il 30 novembre 2013: «Naturalmente essere come la Dc ha un prezzo: quello di
finire per occuparsi solo del potere. E dunque trasformarsi in un ceto
burocratico politico senza idee e senza progetti, diviso in correnti
ferocemente in lotta, la cui principale attività diviene di fatto la
spartizione dei posti e delle risorse».
È emblematico che proprio oggi
apprendiamo che la lista pistoiese per l’elezione del consiglio dell’inutile
consorzio “Arno-Ombrone” è stata clamorosamente battuta, come del resto la
nostra posizione è sempre più marginale nell’area metropolitana, mentre l’Abetone
vuole andare con Modena, Sambuca con Bologna e Pescia con Lucca.
Povera Pistoia. C’è solo una categoria
che non ha colpa di questo stato di cose, gli ultimi, cioè i poveri, i bambini,
i vecchi, gli immigrati, i senza casa e i senza lavoro cioè la maggioranza dei
pistoiesi; tutti gli altri, seppure in quote diverse, “dobbiamo” rispondere di
questo fallimento, ma sia chiaro che il Pd locale è il maggior responsabile di
tutto questo.
Ora occorre la capacità di agire con
vigore, con spirito costruttivo e solidale. Noi siamo proprio un’anomalia, zona
depressa che non può usufruire degli aiuti comunitari rivolti esclusivamente
alle regioni del sud. Le associazioni (industriali, artigiani, commercianti,
agricoltori), i partiti, i sindacati, le istituzioni, il sistema bancario che,
a parte il credito cooperativo, è sempre più assorbito da poteri decisionali
lontani da noi. La crisi del commercio, dell’artigianato, ma ora anche del
vivaismo, dell’edilizia e della Breda, sono pesantemente aggravate dalla crisi
di un sistema politico bloccato e autoreferente.
Sarebbe auspicabile che a febbraio
fosse organizzata una settimana sociale che coinvolga tutti i protagonisti
nella proposta di un piano di rilancio della provincia e del sistema Pistoia.
[*]
– Ex Consigliere Comunale
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[Lunedì 2 dicembre 2013 | 17:35 - © Quarrata/news]
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