«Ci auguriamo che esistano ancora delle possibilità di
manovra per evitare il totale dissesto del Comune e della città»
PESCIA. Come avevamo purtroppo preventivato già dall’inizio della
legislatura siamo arrivati al redde rationem con il problema dei conti
in Comune; a questo punto ci pare inutile e sterile anche la polemica sulla
genesi di questa situazione con relativo rimpallo di responsabilità, anche se
crediamo di avere più titoli di altri nel rivendicare le nostre posizioni, dal
momento che Pescia Democratica è nata dopo che i suoi fondatori furono espulsi
nel 2009 dal partito Democratico proprio perché avevano votato contro il
bilancio di previsione 2009 della giunta Abenante, sollevando tutta una serie
di eccezioni sulla veridicità di una serie di residui attivi e passivi e sulle
eccessive previsioni di competenza nella parte delle entrate di bilancio che
abbiamo in seguito sostenuto nel tempo fino a trovare fondamento definitivo con
l’epilogo disastroso di questi giorni (andare a rileggersi i verbali dei
consigli dal 2009 ad oggi per trovare la conferma a ciò che sosteniamo).
Ma il fatto che una parte dei problemi
attuali trovino origine nel quinquennio 2004/2009, non solleva questa
amministrazione dalle sue enormi responsabilità per non essere riuscita a dare
da subito una soluzione al problema sottovalutandolo, ma anzi avendolo
peggiorato con una serie di scelte sbagliate a cominciare da una politica di
reclutamento di personale assurda che ha penalizzato la struttura esistente
andando a cercare all’esterno risorse eccessivamente onerose.
A dimostrazione di ciò che affermiamo,
ricordiamo che se è vero, come dice il vicesindaco, che alcuni dell’allora
maggioranza di centrosinistra hanno sempre votato i bilanci in modo acritico
fino al 2009, è altrettanto vero che il centrodestra appena insediato ha votato
proprio nel 2009 con l’astensione di alcuni consiglieri della minoranza
(ricordiamo che l’astensione da un punto di vista delle responsabilità
oggettive giuridico-amministrative equivale a un voto favorevole) e il voto
contrario di Pescia Democratica e Rifondazione quel bilancio di previsione che
il consiglio comunale non aveva approvato alla giunta Abenante pochi mesi prima
, dimostrando così subito la più assoluta volontà di continuità con
l’amministrazione precedente.
Detto ciò, per il bene della
collettività non ci auguriamo certo, come sentiamo annunciare trionfante e
compiaciuto a qualcuno, lo spettro del dissesto e confidiamo che ci siano
ancora i margini per ripresentare un piano di riequilibrio dei conti
accettabile dagli organismi preposti facendo luce su quella serie di
contestazioni che la Corte dei Conti ha avanzato e che saranno formalizzate nei
prossimi giorni.
Ricordiamo che l’istituto del dissesto
finanziario di un Comune come previsto dal T.U . degli Enti Locali avrebbe
ripercussioni nefaste per la città in termine di aumento dell’imposizione
fiscale locale (add. Irpef, Imu), aumento dei servizi a domanda individuale
(mense, trasposto scolastico), blocco degli investimenti pubblici e non ultimo
penalizzazione del personale dell’ente.
Il centrodestra ha grandissime
responsabilità su quanto accaduto, ma noi pensiamo al futuro e al bene della
città e confidiamo ancora che ci siano i margini per evitare la catastrofe; in
questo senso vorremmo che al più presto l’amministrazione comunale mettesse al
corrente l’opposizione, il consiglio comunale e i cittadini venissero sulle motivazioni
ufficiali con cui la Corte dei Conti ha respinto il piano , sul lavoro della
Task Force istituita in Comune per predisporre il ricorso da presentare a Roma e
sugli degli stessi contenuti del ricorso in modo da poter condividere con il
massimo senso di responsabilità questi passaggi così critici e fondamentali per
il futuro della città e aiutare a trovare una soluzione praticabile che eviti
il dissesto finanziario
Giovanna Papini – Pescia
Democratica
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[Lunedì 2 dicembre 2013 | 17:09 - © Quarrata/news]
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