«Si metta in ascolto di chi camminerà il 7 dicembre per le strade
di Firenze chiedendo equità»
PESCIA-FIRENZE. Eva Giuliani, la mamma di Pescia che ebbe gli onori della
cronaca e l’attenzione di Enrico Rossi per il problema che visse con suo figlio
a causa della “sanità dei tagli”, scrive ancora al Presidente della Regione in
vista della manifestazione del 7 dicembre a Firenze, giorno in cui i cittadini
sfileranno e torneranno a chiedere il pieno diritto della popolazione toscana alle
cure.
Caro Presidente,
è triste scriverle oggi, dopo la
terribile tragedia che ha colpito Prato. La lettera che segue l’ho scritta
qualche giorno fa e, leggendo la cronaca oggi, ho avuto voglia di cestinarla e
di chiudermi in silenzio. Poi ho pensato che ciò che è successo a Prato è
accaduto anche perché siamo ormai troppo indifferenti ed abbiamo perso...
Ho pensato che nel mio piccolo, da
semplice cittadina, su un altro tema che tocca i diritti e che sta a cuore a
tanti cittadini, cioè la sanità pubblica, non potevo essere
indifferente ed ho deciso quindi di inviarle questa mail.
Avrei avuto piacere di incontrarla
durante il suo “Viaggio in Toscana” che ha toccato anche la mia città, Pescia,
e la Valdinievole. Sarebbe stato bello poterle stringere la mano e sentire
dalla sua voce le rassicurazioni che i genitori della Valdinievole stanno
aspettando da quando il reparto di pediatria dell’ospedale di Pescia è stato
chiuso a fine settembre: “Va tutto bene, abbiamo valutato, organizzato,
pianificato, organizzato. I vostri bambini sono al sicuro. Tutto è efficiente,
sia per l’ordinario che in caso di emergenza, ma siamo pronti a valutare sul
campo, a rivedere...”. La sua dichiarazione invece è stata un perentorio: “La
Pediatria va bene così. Anche la signora di Pescia con la quale ho avuto uno
scambio epistolare dice che i medici lavorano bene, quindi…?”. La signora di
Pescia sono io. Ed io non credo che la Pediatria vada bene così. Affatto.
Perché il reparto di pediatria non esiste più e la sola assistenza al pronto
soccorso e l’osservazione breve (con due soli posti letto) è assolutamente
inadeguata per un territorio come la Valdinievole di circa 120.000 abitanti dei
quali 14.000 bambini e 1.000 bambini nati ogni anno. Le sembra davvero che
possa andar bene? Che succederà se all’osservazione breve arriverà un
bambino che ne ha bisogno, ma i DUE posti letto saranno occupati? Lo
imbacuccano e lo spediscono al San Jacopo di Pistoia come un pacco? “Spiacenti,
tutto esaurito. Sei attivato tardi. Hai vinto un giro in ambulanza fino a
Pistoia”. Io so cosa significa. Con mio figlio di quattro anni l’ho provato,
lei lo sa.
Ho avuto modo di seguirla nella sua
visita all’ospedale di Pescia solo attraverso la stampa. La carta stampata
forse non è riuscita a trasmettere le sue vere intenzioni e la sua passione
politica.
Quello che è arrivato ai lettori è
stato un freddo e plumbeo politichese al quale siamo tutti assuefatti. Parole e
parole, le solite promesse pre-elettorali alle quali non crediamo più.
Parole non molto diverse da quelle che
lei e l’Assessore Marroni avete pronunciato nel 2011 quando si paventava un
ridimensionamento dell’ospedale di Pescia: “Né l’Azienda né la Regione
intendono depotenziare l’assistenza sanitaria in Valdinievole” “Ai cittadini
non sarà tolto alcun servizio”. In Valdinievole si era parlato addirittura
di nuovo ospedale un anno fa! E ci ritroviamo così: la Pediatria non c’è
più ed il punto nascita, che era un’eccellenza dell’ospedale, è stato
declassato, per fare un paio di esempi.
In quanti altri luoghi periferici della
Toscana avete ripetuto lo stesso ritornello?
I fatti purtroppo dimostrano che i
servizi pian piano evaporano, diventano evanescenti, trasparenti... fino a
scomparire. I fatti dimostrano che non c’è coerenza fra ciò che si dice e come
si opera. Mentre noi cittadini abbiamo bisogno di verità, abbiamo bisogno di
poterci fidare di una buona politica.
Guido Calogero, antifascista, filoso e
politico nel 1944 ne L’Abbiccì della democrazia scriveva che per essere
un buon democratico bisogna tener conto degli altri: “Ma come si tien
conto della volontà degli altri? Anzitutto, ascoltandoli. Prima ancora che
nella bocca, la democrazia sta nelle orecchie. La vera democrazia non è il
paese degli oratori, è il paese degli ascoltatori”.
Ascolti, Presidente.
Ha avuto il tempo, Presidente, di
fermarsi all’ospedale di Pescia o in un qualsivoglia altro ospedale a parlare
con qualche infermiera oppure con qualche medico del Pronto Soccorso o di un
altro reparto per ascoltare quali sono le loro esigenze e in quali condizioni
stanno operando? Tempo per ascoltare le loro voci, non quella dei primari o dei
dirigenti! Per avere il “polso della situazione”, come mi ha scritto, da chi
vive e risolve i problemi giorno dopo giorno, in prima linea? Lo ha fatto all’ospedale
di Pistoia e di Lucca o di Prato dove una nuova struttura non garantisce
necessariamente un miglior servizio se non si investe in personale e in una vera
(non sulla carta) prevenzione e continuità assistenziale ed intermedia sul territorio?
Il suo viaggio in Toscana è in prima
classe. Il suo confronto è con personaggi dell’establishment politico. È
come un guardarsi e parlarsi allo specchio. Non ha niente a che fare con un
viaggio sui treni dei pendolari, niente a che fare con il parlare ed ascoltare
la gente comune.
Posso dirle, leggendo i giornali,
guardando le foto con i Sindaci sorridenti che hanno accettato i patti
territoriali sulla pelle dei loro concittadini e soprattutto dei bambini,
ascoltando le varie dichiarazioni, qual è stata la mia personalissima ed
amarissima impressione? Quella di una politica che ha perso il senso, chiusa
nelle sue stanze. Una politica che, in un momento certamente
difficile, si è nascosta ed ha fallito. Ho pensato di trovarmi sì in Toscana,
ma in un’altra epoca, dove non c’è un Presidente di tutti al servizio di tutti,
bensì un Granduca che con un corteo di cortigiani compiacenti visita i suoi
possedimenti ed elargisce doni per tranquillizzare (Tac e personale al
Pronto Soccorso di Pescia). Poi se ne torna a Firenze nel suo bel palazzo e
governa con la sua Giunta senza confrontarsi veramente con i cittadini che
firmano petizioni e fanno appelli, con i medici ed i pediatri di base, con i
medici di corsia e di pronto soccorso, con gli infermieri, con i sindacati,
calando pesantissime riforme dall’alto. Ed il peso lo porteranno altri.
La soluzione, l’inversione di rotta è a
portata di mano. Non sarebbe un segnale forte, invece, Presidente, non sarebbe
un giorno perfetto, “Such a perfect day” (la canzone che lei ha scelto
per la sua campagna elettorale), se lei scendesse in piazza fra i suoi
cittadini e si confrontasse con loro, se li guardasse negli occhi, li
ascoltasse il 7 dicembre prossimo a Firenze, nel giorno in cui
manifesteranno perché vogliono un’assistenza sanitaria uguale per tutti in
Toscana? Se accettasse finalmente di incontrare i rappresentanti dei 15
comitati uniti nel C.R.E.S.T. che ho conosciuto dopo la vicenda che conosce
bene e che mi hanno raccontato come da tre anni stiano protestando per vedere
tutelato il loro diritto alla salute, per sentirsi sicuri in Casentino, nel
Valdarno, a Volterra, nella Val di Cecina, all’Isola d’Elba, in Maremma, nella
Valle del Serchio, in Lunigiana e Garfagnana, nella Montagna Pistoiese, nella
mia Valdinievole? Prima che ci sia qualcosa da rimpiangere...
Che cosa le evocano questi nomi? A me
evocano civiltà, storia, tradizioni, e poi colline con cipressi e girasoli,
boschi di castagni, di lecci e di acacie, uliveti e vigne, artigianato e
prodotti tipici, vacanze e agriturismi, neve, sci e mare. In quei nomi c’è
tanta della Toscana rurale riprodotta sulle cartoline, quella che la Regione
porta in giro con orgoglio alle fiere del turismo.
Ma chi li presidia questi territori,
chi li custodisce?
Siamo noi, i cittadini di serie B.
Quelli che devono fare chilometri con il cuore in gola per trovare un pediatra
se nostro figlio sta male nel fine settimana o di notte. Quelli che non
cambiano mentalità: vogliono sicurezza per i bambini, perché come ha detto lei
nella giornata per l’Infanzia il 20 novembre, nessun bambino deve restare
indietro! Proprio nessuno! Quelli che vivono in montagna e sulle isole e
senza un pronto soccorso funzionale al 100% devono pregare che non ci sia
maltempo o l’elisoccorso non potrà arrivare. Quelli che non hanno l’ospedale
sotto casa ed il più vicino viene smantellato pezzo per pezzo, silenziosamente,
per non fare troppo rumore, mentre la cosiddetta assistenza territoriale
langue…
Si metta in ascolto di chi camminerà il
7 dicembre per le strade di Firenze chiedendo equità. Parteggi. Da uomo di
sinistra dovrebbe apprezzarci: non siamo donne e uomini indifferenti.
Siamo noi, Presidente, l’altra metà
della Toscana, i suoi cittadini, tanti dei suoi elettori.
È un viaggio al contrario stavolta,
Presidente. È la Toscana che non ha ancora incontrato che viaggia
verso di lei. Venga ad incontrarci e a darci risposte.
Noi l’aspettiamo.
Grazie.
Eva Giuliani
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[Mercoledì 4 dicembre 2013 | 09:18 - © Quarrata/news]
Cara Signora, ai tempi del Granduca, da quel che se ne sa dalla Storia , dai costumi e dalla società di quei tempi, si deduce che si stava molto meglio allora di adesso.Si dice che il Granduca Leopoldo dalla visuale di Palazzo Pitti, vedeva i camini fumare e più di una volta ha mandato o è andato personalmente a sincerarsi del perchè alcuni camini erano spenti.Verità? Leggenda? Il compagno Rossi non ci consente nemmeno questi dubbi.A lui ed a quelli della sua razza non può importare di meno, tanto fessi che votano questa "genia" ce ne sono in abbondanza.Questa è la verità, purtroppo.
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