PISTOIA. Sono profondamente contrario a qualsiasi ipotesi di indulto
od amnistia. Ritengo profondamente ingiusto concedere la libertà a chi non ha
saldato il suo debito con la giustizia perché spesso per ogni reato c’è una
vittima che non deve essere oltraggiata.
Poi, molto spesso, come costume
italiano, nelle discussioni si mischiano argomenti seri e importanti con
argomentazioni più faziose. Mi riferisco alla discussione in atto su indulto o
amnistia, legato al sovraffollamento delle carceri e la polemica relativa alla
posizione di Silvio Berlusconi.
Le dichiarazioni si sprecano. Ma il
problema di fondo rimane: il sovraffollamento delle carceri.
Il problema è strutturale e a mio
avviso non può essere affrontato con operazioni straordinarie o una tantum come
l’indulto o l’amnistia. Bisogna avere il coraggio di andare in fondo al
problema e soprattutto bisogna prima di tutto avere una visione chiara della
situazione.
In Italia ci sono circa 200 istituti di
pena con una capienza di circa 47.000 unità. Attualmente nelle carceri italiane
sono reclusi circa 65.000 persone. Quasi 20.000 persone in più.
Sulla totalità circa 25.000 sono
detenuti in attesa di giudizio definitivo. Escluso i reati gravi contro la
persona, è giusto chiedersi perché in un paese civile si priva della libertà
una persona che non ha avuto ancora un giudizio definitivo. A prova contraria
si è innocente fino alla condanna definitiva.
Senza indulti o amnistie, ripeto, a
meno che non siano soggetti pericolosi, queste persone non dovrebbero stare in
carcere, a già qui si darebbe un bel colpo alla popolazione carceraria.
Comunque tornando alla popolazione
carceraria, circa 23.000 sono stranieri. Anche qui perché non cercare di avere
degli accordi con i paesi d’origine e fargli scontare la pena al loro paese,
arrivo provocatoriamente anche a dire che pagando noi la loro detenzione
costerebbero sicuramente meno di quanto costano qui in Italia.
Ma un altro problema a cui molto spesso
non si fa attenzione riguarda il personale di sorveglianza. Basta pensare che
nel 2001 tramite un Dm fu stabilito che su una popolazione carceraria di circa
38.000 detenuti ci dovevano essere circa 45.000 poliziotti. Oggi su una
popolazione di circa 65.000 detenuti ci sono 37.500 guardie carcerarie,
rendendo il loro lavoro impossibile.
Insomma la questione deve essere
risolta in maniera strutturale, sia del sistema carcerario e con una riforma
seria della giustizia, e non con operazioni a spot che peraltro vanno contro un
altro principio fondamentale.
Lo Stato deve garantire la certezza
della pena e che questa venga pienamente espiata.
Patrizio La Pietra
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 16 ottobre 2013 | 16:15 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.