venerdì 6 dicembre 2013

COMUNE UNICO. VENTURI E MORELLI: «LE RAGIONI DEL NOSTRO VOTO FAVOREVOLE AL REFERENDUM»


FIRENZE-MONTAGNA PISTOIESE. Nel giugno scorso chiedemmo al consigliere Gambetta Vianna, presentatore della proposta di legge per i referendum sulla fusione dei Comuni della Montagna pistoiese, di ritirare quella proposta per consentire di dare agli stessi Comuni il tempo per un percorso partecipativo con le proprie comunità su un obbiettivo certo di grande impegno e spessore quale quello del “Comune unico”, in considerazione del fatto che tutti i sindaci si erano detti d’accordo sul fare esprimere i cittadini attraverso il referendum, impegnandosi comunque a tornare in Consiglio in autunno per varare comunque la legge.

Com’è noto, su questo percorso si sono poi diversificate le posizioni dei Comuni, a partire da quello di Abetone, che si è dichiarato non solo contrario al Comune unico ma anche al referendum e quindi chiedeva di non esserne coinvolto.
Tutto questo ha portato il presidente della commissione Manneschi a rimettere al Consiglio regionale ogni decisione, sottolineando però il rischio di una “forzatura istituzionale” e quindi esprimendo il proprio voto contrario, posizione poi accolta dalla maggioranza consiliare.
La materia delle fusioni è questione complessa: bisogna tenere conto delle sensibilità, del senso di appartenenza, della storia delle comunità locali, della posizione dei loro rappresentanti istituzionali, cioè i Consigli comunali. Noi siamo stati decisi sostenitori della necessità del coinvolgimento delle comunità locali e dei Comuni interessati e siamo sempre più convinti della necessità di presentare un vero “progetto di fusione” insieme ad un percorso partecipativo.
Tuttavia, nel caso specifico, molto di questo era stato fatto, anche grazie al lavoro del Comitato con decine di assemblee, l’espressione più volte ripetuta e l’assenso della maggioranza dei Comuni allo svolgimento del referendum, per cui riteniamo non si dovesse ritenere una “forzatura istituzionale” il procedere per il referendum. Un referendum non la costituzione del Comune Unico, dando quindi la parola ai cittadini, massima espressione di democrazia, la cui volontà sarebbe stata assolutamente rispettata.
Vogliamo sottolineare che se l’espressione dei Comuni interessati diventa invece una sorta di diritto di veto, né qui né altrove sarà più possibile di fatto proporre referendum e progetti di fusione. Non crediamo fosse questo l’intento del Consiglio regionale!
Questa è una questione che il dibattito in Regione non ha risolto, che rimane aperta e che ha motivato ulteriormente il nostro voto a favore del referendum, anche in dissenso con il nostro gruppo. Adesso vi è comunque una questione immediata: l’obbligo di dar vita concretamente all’Unione dei Comuni, come qualche sindaco ha ricordato, poiché la legge impone la gestione associata dei servizi. Anche se non ci sarà la rappresentanza politico-istituzionale del Comune Unico, gli amministratori della Montagna dovranno misurarsi su un insieme di servizi (amministrativi, sociale, scuola, territorio, ecc.) che dovranno avere una visione e una gestione comprensoriale e la capacità di recuperare attraverso questo in termini di efficacia e di economicità, non più nelle proprie sedi ma tutti insieme. In questo Il Comune unico avrebbe certamente aiutato, e non tanto, come qualcuno ha detto, per risparmiare qualche poltrona, non stanno qui i “costi della politica”.
Aldo Morelli
Gianfranco Venturi
Consiglieri Regionali Pd 
[ciro becchimanzi uff. stampa pd]

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[Venerdì 6 dicembre 2013 | 17:10 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Giustissimo, Consiglieri : i costi della politica siete voi e non solamente voi.
    Da compagni, riducetevi lo stipendio a quello di operaio specializzato. Sarebbe già troppo.

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  2. Mi chiedo e vi chiedo perchè dopo aver deciso in una riunione di partito tenuta prima ancora che il Comitato per il Comune Unico targato Dynamone nascesse di puntare alla costituzione di un Comune Unico sulla Montagna non avete presentato Voi la proposta invece di gettare i responsabili del Comitato nella mani di Gambetta Vianna?
    Cosa Vi ha spinto a comportarvi così? Volevate e volete forse coprire da eventuali rogne i compagni e i camerati messi a capo di quel pasticciaccio brutto finito così miseramente ?
    Non avete ancora capito che Abetone non vuol maritarsi con San Marcello e la stessa cosa pensa la maggior parte dei cutiglianesi e piteglini?
    E, poi, dopo la dissociazione in Consiglio Regionale, pensate davvero di aver acquisito punti tali da non finire rottamati?

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