di GRILLO PARLANTE
Ne escono sconfitti Carluccio
Ceccarelli e Claudio Gaggini, con la cordata dei cittadini privati che hanno
spinto in tutti i modi per la fusione
MONTAGNA. Finalmente ha prevalso il buon senso. La
bocciatura del cosiddetto Comunone/Dynamone, il boccone particolarmente
indigesto approntato al di sopra della testa della gente di montagna con
modalità ispirate da interessati lobbisti, non affossa l’idea del Comune Unico
tra Abetone-Cutigliano ed anche Piteglio comunità tenute – con legge dello Stato – ad
unirsi o fondersi.
Il Grillo Parlante fin dall’inizio ha suggerito la soluzione che escludendo
dalla fusione il Comune di San Marcello risultava assai favorevole alle
popolazioni dell’alta montagna fino a qualche anno fa unite tra loro da un
comune sentire e che, da sempre, non hanno condiviso il ruolo di mosca
cocchiera manifestato da chi dal dopoguerra in poi ha retto il più popolato
Comune di San Marcello.Sotto questo aspetto non sono affatto condivisibili i pianti e le geremiadi di quelle persone definite “anime candide” che – irretite o meno da alcune compiacenti sirene – hanno tenacemente e testardamente perseguito quella scivolosa strada terminata con lo stop del Consiglio Regionale.
Ad uscirne sconfitti sono principalmente il Sindaco di Cutigliano Carluccio Ceccarelli ed i suoi assessori, quello di Piteglio, Claudio Gaggini, che non si è voluto fermare neppure di fronte al voto contrario di parte della sua maggioranza.
Alla luce degli esempi negativi che si
registrano con l’Unione dei Servizi confluiti in San Marcello Pistoiese sono
però ancora in tempo a perseguire la strada della fusione tra Abetone,
Cutigliano con o senza Piteglio.
Le due realtà – da un lato il Comune di San Marcello pistoiese e dall’altro quello formato dai restanti tre Comuni – potrebbero allora assicurare quella sana concorrenza politica che dal dopoguerra e fino a qualche anno fa aveva assicurato il benessere a San Marcello ed agli altri Comuni.
Le due realtà – da un lato il Comune di San Marcello pistoiese e dall’altro quello formato dai restanti tre Comuni – potrebbero allora assicurare quella sana concorrenza politica che dal dopoguerra e fino a qualche anno fa aveva assicurato il benessere a San Marcello ed agli altri Comuni.
Poi vennero i tempi della sciagurata
conduzione della Comunità Montana, sulle cui vicende meriterebbe conoscere i
dettagli tuttora immersi dalle nebbie purtroppo non ancora diradate…
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[Giovedì 5 dicembre 2013 | 09:28 - © Quarrata/news]
Davvero difficile commentare quel misto di velleitarismo e dilettantismo, faciloneria e improvvisazione, furbizie e buona fede, ingenuità e ignoranza che ha caratterizzato l'attività del Dynamone con l'obiettivo di istituire il Comunone.
RispondiEliminaDi sicuro restano i problemi (enormi) della Montagna Pistoiese così come restano i misteri (assai poco "buffi") sui furti comunitari, sulla lentezza della Procura pistoiese, sulla perdita di credibilità di un intero ceto politico locale.
Occasione persa, in Montagna e nell'intera provincia, questa su una riforma istituzionale (fusione? altre forme?) che da sola certo non basta ma che potrebbe comunque dare slancio a una comunità ormai, purtroppo, stesa sul fondo. E persa davvero male.
Potrà esserci una prova d'appello?