Serata gospel di solidarietà per finanziare l’Associazione
Medu
FIRENZE. Per fortuna, in Italia, non ci sono soltanto i Cie. A
quelli della Comunità europea, infatti, fortemente motivati a tagliarci
opportunamente le sovvenzioni, vista la nostra disumanità, è il caso che
qualcuno mostri anche cosa fanno quelli di Medu
(Medici per i diritti umani), la contagiosa energia che sospinge tutti gli
associati, la leggera praticità con la quale esercitano le loro azioni e cosa
sono riusciti ad organizzare ieri sera, Voce
ai diritti, all’Odeon di Firenze.
È vero, non è difficilissimo radunare
centinaia di persone per raccogliere fondi quando l’attrazione si chiama
Letizia Dei, una voce figlia di studi e applicazioni che si è fatta, nel tempo,
sottile e profonda, discreta e invadente e una trentina dei suoi allievi,
quelli che da circa cinque anni compongono il Light Gospel Choir. Non è finita qui, perché sul palco del teatro
di piazza Strozzi, ieri sera a Firenze, a dare ritmo ai motivi gospel, di
estrazione classica, c’erano Federico Pacini alle tastiere e Marco Corsinotto
alle percussioni, una strumentazione minimalista, ma sufficiente, allo stuolo
di coristi, orchestrati dalla meravigliosa energia della loro insegnante,
Letizia Dei, per intonare, con il trasporto che non si può esimere da quei
canti con i quali gli americani provarono a sdebitarsi con i fratelli sfruttati
africani, una decina di brani.
Ai quali si sono poi aggiunti due
graditissimi intermezzi: il primo, offerto da Cris Pinzauti, con la sua
chitarra e la sua voce, per la prima volta, quest’ultima, prestata al gospel;
il secondo, ed ultimo, dal rockettaro Jacopo Meille, che dopo aver dato saggio
e lustro di un altro Happy days, ha
voluto ringraziare e spedire gli auguri per le 70 candeline spente, proprio
ieri, da uno dei suoi guru, quel
Keith Richards che da cinquant’anni è la chitarra dei Rolling Stones.
Prima del carosello canoro, che ha
regalato spazio anche ad alcuni disegni di Comics,
fruttato all’Associazione circa 3.000 euro, ingentilito dalla modulata energia
di Letizia Dei, che ha voltato le spalle al pubblico per buona parte dello
spettacolo per modulare i trenta allievi che ne hanno ulteriormente ingigantito
ritmo, classe, eleganza e sapienza, sullo schermo dell’Odeon è andato in onda
un breve cortometraggio che ha riassunto, velocemente, la vita dell’Associazione
Medu, una realtà, nel mondo del volontariato sanitario, che ha sempre più
bisogno di menti e braccia, mezzi e fondi.
Di questo ha fatto cenno Paolo Sarti,
il Presidente del Medu, intervenuto, perché invitato, sul palco, tra un gospel
e il successivo, che ha voluto ringraziare i partecipanti per aver animato una
serata tanto importante.
L’ultima nota, anche stavolta, la
riserviamo allo staff tecnico dell’Odeon, un teatro particolarmente attento
alle vicissitudine del volontariato (è successo la scorsa settimana, con la
finale di Raccorti promossa dal
Cesvot), ma con dei consollisti che iniziamo a pensare siano degli infiltrati: dopo l’avvilente mixaggio
offerto nel pomeriggio dei cortometraggi, anche ieri sera, per esaudire il
modesto ed elementare desiderio esposto della mattatrice della serata – accendete le luci in sala, voglio vedere la
gente che è venuta ad ascoltarci –, hanno impiegato oltre venti minuti.
Ma forse fanno così solo con quelli del
volontariato, perché lo sanno che è gente, quella, che è convinta che un altro
mondo, come un altro teatro, del resto, siano possibili!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 19 dicembre 2013 | 09:49 - © Quarrata/news]
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