mercoledì 6 febbraio 2013

I GARFAGNINI, IL TERREMOTO E I SINDACI DELLA MONTAGNA PISTOIESE


di GRILLO PARLANTE

Lo scarso impegno dei primi cittadini è un vero e proprio regalo per la politica della «sorda Pistoia»

MONTAGNA. Il recente terremoto che ha avuto come epicentro la Garfagnana ed il successivo allarme attivato dal Comune di Castelnuovo di Garfagnana hanno riempito colonne su colonne dei quotidiani locali e nazionali e sollecitato interventi di scienziati che – giustamente e checché ne pensi la Magistratura – hanno confermato l’impossibilità di sapere in anticipo quando questi disastrosi eventi si verificano.

«Noi – affermano, compiaciuti, i sindaci dei paesi emiliani confinanti la Garfagnana – non abbiamo lanciato alcun allarme e non abbiamo spaventato i nostri concittadini !».
E, come sempre gongolano, convinti (anche a ragione) di essere assai più quadrati dei loro colleghi toscani. Significativo al riguardo il detto, ormai consolidato e circolante nei corridoi della Regione Emilia-Romagna , che afferma: «La Regione Toscana quando legifera copia le nostre leggi, peggiorandole».
Chi però per le sue frequentazioni conosce più a fondo i garfagnini e beneficia della loro amicizia, sa con quanta forza queste popolazioni, di pianura e di montagna, difendono il loro territorio anche dalla stessa spocchiosa Lucca che di contro le etichetta come “gente di Lucca, fòra”.
«E proprio a questo indomito spirito di appartenenza – ci confida un amico garfagnino – si rifà sia l’allarme lanciato dal sindaco di Castelnuovo sia la perfetta mobilitazione attivata dalla nostra protezione civile che in tempi rapidissimi ha avvertito la popolazione ed installato strutture di ricovero che hanno assicurato a 3.500 persone letti, materassi, coperte, poltrone e cucine funzionanti ».
Di fronte ai dubbi ed agli interrogativi espressi specifica: «La nostra gente da tempo combatte contro le scelte regionali che intendono sopprimere gli ospedali locali. Quale migliore occasione per far capire al Governatore ed ai suoi assessori che chiuderli significa abbandonare a se stessa una popolazione che vive in una zona di grave pericolosità sismica?».
La spiegazione non fa una grinza. Anzi, porta a riflettere sul divario esistente tra gli amministratori garfagnini, i Sindaci della montagna pistoiese e chi – al comando e all’opposizione – guida la politica della sorda Pistoia.

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[Mercoledì 6 febbraio 2013 | 17:28 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. I sindaci della Montagna erano ad altre faccende affaccendati: Danti con la neve, Cormio per togliere la neve dalle siepi e dai fiori, Ceccarelli a controllare il guado alla Frassa e a fare in modo che rimangano adeguate risorse per interventi in un’altra strada di grande utilità –SUA – quella che va da poco dopo PIAN DEGLI ONTANI, per arrivare in località il PIANONE, dove abitano decine di turisti.
    Il primo sostenitore di questo ultimo intervento è il rappresentante dell’opposizione Nesti Graziano, pronto per un altro esilarante duetto nel prossimo consiglio comunale.
    Finita l'opera, per tutelare l’integrità del guado, ci sono e ci saranno due bellissimi cartelli di divieto di accesso, per tutelare l’integrità della strada per il PIANONE una bellissima catena.

    E via… continuiamo così a spendere le risorse e poi per risparmiare chiudiamo l’ospedale.


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