di
Edoardo Bianchini
Non una vittoria del Pd, ma la disfatta
dei non-votanti
L’impressione che si ha guardando i risultati elettorali è
che quello d’Italia sia un popolo di santi, di navigatori e… di votanti.
Ormai, molto realisticamente, le categorie del famoso detto
vanno un po’ riviste e corrette; occorre – direbbero certi brillanti politici
di oggi – ‘fare innovazione’.
Ma il famoso aforisma, innovato, torna tutto e torna
appieno.
I santi non sono quelli che si guadagnano il cielo e gli altari:
sono invece quei poveri Cristi che subiscono da sempre l’oppressione della
politica e l’ingiustizia dell’equità dei politici, a partire da quelli
tradizionali, che ci hanno tradizionalmente tradito – e fra costoro vanno messi
anche i profeti della sinistra, senza esclusione.
I navigatori sono quelli che, succeda quello che succeda, navigheranno e
resteranno sempre a galla o in sella. Un esempio lo ha rappresentato, nelle
elezioni pistoiesi, l’eterogeneo trasversalismo di certe moltiplicate liste bertinello-sostenenti.
I votanti, infine, sono coloro che nascono con l’ideologia del voto
ad ogni costo nel loro Dna e che, mai e poi mai, si lascerebbero prendere la
mano – e men che meno la testa – da un’idea di innovazione e di cambiamento.
Di questa ampia categoria, da qualche tempo in qua, fanno
parte non solo i tradizionali ex-Pci oggi Pd, ma anche gli avventizi
dell’area, quei cattolici ferventi che hanno sbagliato la politica per la
Chiesa o che, alla Chiesa, hanno sostituito la politica. La loro Giovanna d’Arco
è, simbologicamente completa, Rosy Bindi, piena di fervori e di assolute
certezze (buon per lei).
Sono loro i veri manovratori della realtà: quest’ultima
categoria che rappresenta non più i milites Christi del Medioevo, ma i milites
Populi et votationis. La loro forza è inarrestabile: sono una falange
macedone perché la loro fede è incrollabile, e andrebbero a votare anche se
avessero perso l’uso degli arti inferiori, trascinàndovisi in qualche modo.
Sicché, in queste elezioni, a mio parere, non hanno vinto le
sinistre e/o il Pd, e neppure i 5 Stelle: in questa tornata – ma, credo, anche
nelle altre che seguiranno da qui all’eternità – hanno perso tutti quelli che
non fanno parte di questa ‘invincibile armata’ della jihād del P(artito)
D(ominante).
Loro si alzano la mattina e pregano ascoltando, ancor oggi,
il salmo del muezzin dal minareto delle segreterie provinciali e
comunali: e poi, nel segreto delle cabine, tracciano le loro croci dove hanno
sentito che devono metterle.
Oggi a Pistoia abbiamo Bertinelli, a Quarrata Mazzanti, a
Serravalle Mungai, a San Marcello Cormio: è probabile che, per i prossimi 5
anni, sentiamo gli stessi elettori Pd (o loro alleati-associati: com’è
successo, ad esempio, con Musumeci a Quarrata) lamentarsi dei loro stravotati
paladini Pd, ma, stiamone certi, nel 2017 rivoteranno per loro, perché il Pd
è grande e Dio lo vuole.
E a Marliana, allora, dove ha vinto il centrodestra?
A Marliana?
Beh, lì stato solo per errore!
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[Martedì 8 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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