MONTALE-PIANA. Clamorosa la presa di
posizione del Sindaco di Montale, “proprietario e controllore” dell’impianto, e
quindi, contestualmente, anche autorità sanitaria responsabile della salute pubblica.
L’amministrazione
di Montale sembra afflitta da una grave forma di strabismo che l’affligge da
lungo tempo e che viene sapientemente stigmatizzata dalla Provincia nelle
comunicazioni formali.
Si
dice che nello scorso anno, quando lo stesso mayor dette un celebre quanto
inutile ultimatum di 72 ore –
prefigurando una imminente chiusura dell’impianto – si precipitarono in
municipio tutti gli amministratori inceneritoristi, guidati dall’assessore Fragai
e i dirigenti del medesimo Comune che, con immaginabile “enfasi e maniera”,
riportarono l’imbizzarrito Sindaco sulla retta via: l’ultimatum non ebbe alcun
effetto e venne ringollato.
Oggi
Scatragli si trova sempre più schiacciato dal pesante conflitto di interesse
che lo opprime viste le ripetute gravi incongruenze gestionali dell’impianto.
Davvero emblematica la specificazione che il servizio Tutela Ambiente (Dott.
Merendi) rappresenta all’Asl 3, che dice (lasciandole così il cerino in mano e,
a ruota, al mayor Scatragli) che: “...l’Aia ...lasciando inalterate le
competenze in ordine alla materia sanitaria,... qualora codesta Asl, sia in
possesso di elementi oggettivi in merito a problematiche che possono avere
ricaduta sulla salute dei cittadini, attivi autonomamente tutte le procedure di
competenza con il diretto coinvolgimento del Sindaco quale massima autorità
sanitaria”.
È
manifesta la consapevolezza della Provincia che l’impianto del Cis si trova
sull’orlo di una baratro e, con esso, direttamente tutti gli amministratori che
lo sorreggono, nonostante tutto.
Lo
strabismo di Scatragli, non sembra destinato a superarsi presto:
- con
un occhio difende l’impianto del Cis e nega l’inquinamento ambientale e l’aumento
di Pm 10 nella stagione invernale, escludendo da ogni collaborazione il
Comitato anzi, rimproverandolo perché denuncia irregolarità (vedere la cronaca
del 28/2). Questo, perché prima autorità sanitaria sul territorio, e quindi,
penalmente responsabile per eventuali omissioni portate da illeciti gestionali
con conseguente pericolo della salute dei cittadini;
- con
l’altro occhio chiede la sua Chiusura (!?), proponendo un più virtuoso Centro
di Riciclo alla maniera di Vedelago. Il documento è farcito di profonde e
reiterate contraddizioni: perché chiedere i ristori se l’impianto è sicuro, perché
preoccuparsi per gli studi epidemiologici, perché ricordarsi (oggi) dei
problemi del Pm 10, ma di più perché l’amministrazione “...non intende
aggravare ancora il carico ambientale sul proprio territorio”?
Improvvisamente
Scatragli sembra rinvenire alla dura evidenza dei documenti disseppelliti dal
Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore e artatamente conservati nei
cassetti di Provincia e degli altri organi di controllo?
Egli
è ben consapevole – come altri, soprattutto la sindaca Ciampolini – delle minacce di ricaduta
sui cittadini amministrati e anche su altri, primi fra tutti quelli di
Montemurlo.
Questo
l’effetto dello strabiliante conflitto di interessi che perseguita il
Sindaco Scatragli, ma anche gli altri Sindaci proprietari che, però, non hanno
còmpiti di controllo diretto dell’impianto che non si trova sul loro
territorio!
In
buona sostanza, l’Asl 3 potrà scrivere a Scatragli per le sue competenze di
tipo sanitario ma non per quelle di ente proprietario, fatto che in questa
veste c’è la Provincia, con il supremo “Servizio Tutela Ambiente”.
La Provincia
di Pistoia ha più volte indicato che, l’unico soggetto responsabile per
eventuali esposizioni dei cittadini all’inquinamento è lui, il sindaco di
centrodestra inserito come un vaso di coccio in mezzo agli altri di ferro [anzi
di acciaio, visto che li guida il (P)artito (D)ominante].
Mai
come questa volta (con lettera del 4.10.11, cioè 7 mesi fa) la Provincia è
stata così illuminante e precisa, sottolineandone le competenze della legge
indicate dall’Aia.
Dunque,
a chi resterà il cerino spento?
Presto,
forse, altre clamorose rivelazioni, portate da nuovi documenti, certamente
allettanti vista la probabile eliminazione della condizione di tenuta del
“basso profilo” dell’autorità sui problemi di natura ambientale che incombeva
sul nostro territorio.
Alessandro Romiti
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[Mercoledì
16 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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