mercoledì 16 maggio 2012

INCENERITORE. «SCATRAGLI, CHIUDILO, MA FALLO DAVVERO!»


MONTALE-PIANA. Clamorosa la presa di posizione del Sindaco di Montale, “proprietario e controllore” dell’impianto, e quindi, contestualmente, anche autorità sanitaria responsabile della salute pubblica.
L’amministrazione di Montale sembra afflitta da una grave forma di strabismo che l’affligge da lungo tempo e che viene sapientemente stigmatizzata dalla Provincia nelle comunicazioni formali.

Si dice che nello scorso anno, quando lo stesso mayor dette un celebre quanto inutile ultimatum di 72 ore – prefigurando una imminente chiusura dell’impianto – si precipitarono in municipio tutti gli amministratori inceneritoristi, guidati dall’assessore Fragai e i dirigenti del medesimo Comune che, con immaginabile “enfasi e maniera”, riportarono l’imbizzarrito Sindaco sulla retta via: l’ultimatum non ebbe alcun effetto e venne ringollato.
Oggi Scatragli si trova sempre più schiacciato dal pesante conflitto di interesse che lo opprime viste le ripetute gravi incongruenze gestionali dell’impianto. Davvero emblematica la specificazione che il servizio Tutela Ambiente (Dott. Merendi) rappresenta all’Asl 3, che dice (lasciandole così il cerino in mano e, a ruota, al mayor Scatragli) che: “...l’Aia ...lasciando inalterate le competenze in ordine alla materia sanitaria,... qualora codesta Asl, sia in possesso di elementi oggettivi in merito a problematiche che possono avere ricaduta sulla salute dei cittadini, attivi autonomamente tutte le procedure di competenza con il diretto coinvolgimento del Sindaco quale massima autorità sanitaria”.
È manifesta la consapevolezza della Provincia che l’impianto del Cis si trova sull’orlo di una baratro e, con esso, direttamente tutti gli amministratori che lo sorreggono, nonostante tutto.
Lo strabismo di Scatragli, non sembra destinato a superarsi presto:
- con un occhio difende l’impianto del Cis e nega l’inquinamento ambientale e l’aumento di Pm 10 nella stagione invernale, escludendo da ogni collaborazione il Comitato anzi, rimproverandolo perché denuncia irregolarità (vedere la cronaca del 28/2). Questo, perché prima autorità sanitaria sul territorio, e quindi, penalmente responsabile per eventuali omissioni portate da illeciti gestionali con conseguente pericolo della salute dei cittadini;
- con l’altro occhio chiede la sua Chiusura (!?), proponendo un più virtuoso Centro di Riciclo alla maniera di Vedelago. Il documento è farcito di profonde e reiterate contraddizioni: perché chiedere i ristori se l’impianto è sicuro, perché preoccuparsi per gli studi epidemiologici, perché ricordarsi (oggi) dei problemi del Pm 10, ma di più perché l’amministrazione “...non intende aggravare ancora il carico ambientale sul proprio territorio”?
Improvvisamente Scatragli sembra rinvenire alla dura evidenza dei documenti disseppelliti dal Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore e artatamente conservati nei cassetti di Provincia e degli altri organi di controllo?
Egli è ben consapevole – come altri, soprattutto la sindaca Ciampolini – delle minacce di ricaduta sui cittadini amministrati e anche su altri, primi fra tutti quelli di Montemurlo.
Questo l’effetto dello strabiliante conflitto di interessi che perseguita il Sindaco Scatragli, ma anche gli altri Sindaci proprietari che, però, non hanno còmpiti di controllo diretto dell’impianto che non si trova sul loro territorio!
In buona sostanza, l’Asl 3 potrà scrivere a Scatragli per le sue competenze di tipo sanitario ma non per quelle di ente proprietario, fatto che in questa veste c’è la Provincia, con il supremo “Servizio Tutela Ambiente”.
La Provincia di Pistoia ha più volte indicato che, l’unico soggetto responsabile per eventuali esposizioni dei cittadini all’inquinamento è lui, il sindaco di centrodestra inserito come un vaso di coccio in mezzo agli altri di ferro [anzi di acciaio, visto che li guida il (P)artito (D)ominante].
Mai come questa volta (con lettera del 4.10.11, cioè 7 mesi fa) la Provincia è stata così illuminante e precisa, sottolineandone le competenze della legge indicate dall’Aia.
Dunque, a chi resterà il cerino spento?
Presto, forse, altre clamorose rivelazioni, portate da nuovi documenti, certamente allettanti vista la probabile eliminazione della condizione di tenuta del “basso profilo” dell’autorità sui problemi di natura ambientale che incombeva sul nostro territorio.
Alessandro Romiti
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[Mercoledì 16 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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