QUARRATA. Ha cominciato a sparire negli ultimi tempi. Lo ha fatto da
quando in Comune si sono accorti che la piscina non andava avanti di un
millimetro: la piscina non-olimpionica che non servirà a gare nemmeno per le papere
della Laghina; la piscina che sarà – alla fine è stato detto! – posizionata al secondo piano dell’edificio da costruire ma
che, forse, non si alzerà mai, con il rischio che, prima o poi, l’impermeabilizzazione
salti e si allaghi tutto il pianterreno del grandioso centro fitness, voluto da
tutti fuorché dal popolo lavoratore. Sempre che l’edifico si faccia.
Da lì in poi Marco Mazzanti – un
apparato elettorale notevole, con due addetti-stampa e tutta la nervatura del
Pd – ha iniziato a scendere verso il basso. A sgonfiarsi.
Si deve essere accorto che qualcosa non
andava e ha preferito darsi per malato, indaffarato, impegnato altrove, invocato
come lo Spirito Santo di fedeli della sua Chiesa.
A questo Blog (con cui all’inizio faceva
il disinvolto) ha cominciato a rispondere col contagocce, poi s’è eclissato su
piscina, piste ciclabili e bilancio in attivo: sì, proprio quello che gli ha
fatto votare un avanzo di 1 milione e mezzo, mentre lui, per 5 anni, è andato
in giro a dire (forse glielo imponeva la sua ‘capa’) «un c’è soldi».
Anche ieri pomeriggio, in piazza
Fabbri, dinanzi alla biblioteca comunale, Marco Mazzanti non c’era.
Gli sarebbe preso un infarto alle tre o
quattro domande che ho fatto su certa politica (del personale) attuata dall’amministrazione
Sabrina Sergio Gori: a partire dall’uso che ha fatto degli uffici tecnici,
oltre che dei quattrini del popolo.
Ma Marco – forse – c’era: e noi (i
presenti: Berini, Cialdi, Noci, Pieragnoli) non lo abbiamo visto perché… s’è
ammalato della malattia dell’uomo invisibile.
Marco c’è. Ciò la prova, direbbe un Ceccherini rivisto e corretto, da Cilclone
di Pieraccioni.
Solo che Marco è ammalato di ‘trasparenza’
– un brutto morbo che ammorba anche l’amministrazione Sergio Gori, tanto che
anch’essa è così trasparente da diventare invisibile come la
nebbia di Milano in Totò, Peppino e la malafemmina.
C’era, Marco, anche con Bersani al
Ponte alle Tavole, dove Bertinelli – ve lo ricordate? – prese dei voti trasparenti, che non c’erano proprio…
Seggio 11.
C’era, Marco, nel manifesto sgamato
da Andrea Balli. Eccome (vedi).
Quando però svilupparono la pellicola,
si accorsero che, come le streghe, Marco ‘non veniva’: era invisibile come ieri
a Quarrata.
E allora dovettero aggiungerlo da un
manifesto elettorale stampato quando ancora il candidato Sindaco del Pd non era
ammalato di trasparenza.
Che volete? Certa sinistra sa fare
apparire anche quello che non c’è.
E, soprattutto, viceversa…
Edoardo Bianchini
P.S. – Bel colpo, Andrea! Sul viso del
Mazzanti piove il sol dell’avvenire. Sulle facce degli altri candidati,
l’oscurità del Bertinelli ‘bel tenebroso’…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 4 maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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