MONTAGNA PISTOIESE. Un lettore ci scrive:
Che la nostra amata Italia non se la
passi bene è cosa risaputa, basta sentire i media che ogni giorno ti mettono in
primo piano notizie di furti e scippi in continuo aumento, omicidi, corruzione,
favoritismi, economia in caduta libera, consumi che arretrano, esplosione dei
nuovi poveri, soprattutto italiani, giovani e anziani che fuggono all’estero o
per trovare lavoro o avere un tenore di vita migliore con il costo della vita
più basso che da noi…
Una notizia positiva è il grande cuore
che mostrano gli italiani grazie alle loro donazioni con gli sms e altri canali
quando una certa zona d’Italia è stata funestata da terremoti o alluvioni, per
fare un esempio. Un problema serio qui in Italia è la non certezza della pena,
giustizia lenta e agganci con le persone giuste, se mettiamo insieme politica e
massoneria possiamo essere certi di non avere una giustizia equilibrata.
Lo scandalo che avvenne a marzo 2011 in
Comunità Montana deve far riflettere sia prima che dopo.
Dalla relazione del perito Luca Eller,
incaricato di far luce sui fatti, gravi irregolarità sia amministrative che
contabili hanno avuto inizio negli anni novanta, se non addirittura nella
seconda metà degli anni ottanta, in una generazione nessuno sembra essersi
accorto di nulla, negli anni si è persino premiato colui che ha spolpato nel
modo più sfacciato le casse dell’ente, politici che hanno pensato più per i
propri interessi che la collettività, dirigenti super pagati che non hanno
tenuto neppure un inventario dei beni, revisori dei conti che hanno certificato
bilanci falsi, per poi ritrovarsi cosa? Un ente estinto per volontà ancora
oscure dei sindaci che componevano l’organo politico della ex Comunità, un reo
confesso degli ammanchi che non si è fatto neppure un giorno di arresti
domiciliari, due dirigenti in fase di licenziamento, debiti fuori bilancio che
si è dovuta accollare la Provincia (noi cittadini in questo caso se la
Provincia continua a fare la parte dell’agnello e non batte i pugni nel
tavolo!)…
Tutto qui in questi anni? Com’è che da
altre parti uno scandalo di questa portata occupa subito anche le cronache dei
tg nazionali, si procede a perquisizioni, blocco dei conti correnti, si mette
nel registro degli indagati il nome di personaggi eccellenti? Scandali di più
larga portata avviati anche nel 2012 che hanno portato al rinvio a giudizio di
decine di persone (scandali nei vari consigli regionali che hanno provocato un
vero e proprio terremoto politico).
Qui nel territorio provinciale cosa
succede? Persone che dovrebbero essere indagate o fornire chiarimenti
esaurienti stanno ancora ricoprendo importanti incarichi sia nel pubblico che
nel privato, noi cittadini stiamo ancora pagando lo stipendio a certi signori che
non aprono bocca neppure se avessero una pistola puntata alla tempia, protetti
da chissà quale oscuro sistema omertoso. Lo scandalo Comunità Montana deve far
riflettere anche dopo.
Un appello alle forze politiche, quelle
responsabili si intende, per non far cadere nel dimenticatoio uno scandalo così
grande per una montagna oramai sempre più impoverita dei servizi essenziali,
alla stampa locale che si mostra sempre più timida all’argomento, alla
battagliera Graziella Cimeli del Comitato Recupero Ammanco che ha fatto molto
per tenere viva l’attenzione sul caso (oramai sono mesi che non se ne sente
parlare) tutti uniti per gridare insieme “Fuori i nomi dei responsabili dell’ammanco!”.
Chi sa qualcosa, anche poco, vada in
Procura. Dia una mano agli inquirenti a trovare più elementi possibili, la
riservatezza è garantita!
Un fedele lettore
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[Lunedì 16 dicembre 2013 | 17:45 - © Quarrata/news]
Nel marzo prossimo "festeggeremo" i tre anni dall'uscita dell'articolo del mio amico e collega Alessandro Tonarelli.
RispondiEliminaE ciò che è accaduto (o ... non è accaduto) in questo lungo periodo - tenuto acceso, meritoriamente, soprattutto, se non in modo esclusivo, da questo blog - meriterebbe davvero una inchiesta di Milena Gabanelli o, almeno, di qualche cronista di livello regionale.
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Qualcuno, evidentemente, e presumo molto ma molto trasversale, fa il tifo affinchè tutto scompaia nella bambagia del nulla. Ma le persone oneste, e sono ancora tante, sulla Montagna Pistoiese e fuori, pretendono che la verità esca fuori, che giustizia sia fatta.
A me piacerebbe ad esempio se qualcuno, dalle stanze della Procura Pistoiese e senza rivelare alcun tipo di segreto, ci facesse sapere a che punto è - tecnicamente - la vicenda. Qualcuno, in quelle stanze, se ne sta ancora occupando? Le indagini sono concluse? Ci sarà un processo? In che tempi? Oppure tutto, come temiamo in parecchi, è davvero finito (o destinato a finire) nell'archivio "basso", detto altrimenti "cestino"?
Così, tanto per saperlo ...
Possibile che non ci sia verso, quando tutti auspichiamo istituzioni sempre più trasparenti e vicine al cittadino, di conoscere a che punto è, nella Procura, l'affare "ammanco in Comunità Montana"?