lunedì 16 dicembre 2013

EX COMUNITÀ MONTANA: FUORI I NOMI DEI RESPONSABILI DELL’AMMANCO!


MONTAGNA PISTOIESE. Un lettore ci scrive:

Che la nostra amata Italia non se la passi bene è cosa risaputa, basta sentire i media che ogni giorno ti mettono in primo piano notizie di furti e scippi in continuo aumento, omicidi, corruzione, favoritismi, economia in caduta libera, consumi che arretrano, esplosione dei nuovi poveri, soprattutto italiani, giovani e anziani che fuggono all’estero o per trovare lavoro o avere un tenore di vita migliore con il costo della vita più basso che da noi…

Una notizia positiva è il grande cuore che mostrano gli italiani grazie alle loro donazioni con gli sms e altri canali quando una certa zona d’Italia è stata funestata da terremoti o alluvioni, per fare un esempio. Un problema serio qui in Italia è la non certezza della pena, giustizia lenta e agganci con le persone giuste, se mettiamo insieme politica e massoneria possiamo essere certi di non avere una giustizia equilibrata.
Lo scandalo che avvenne a marzo 2011 in Comunità Montana deve far riflettere sia prima che dopo.
Dalla relazione del perito Luca Eller, incaricato di far luce sui fatti, gravi irregolarità sia amministrative che contabili hanno avuto inizio negli anni novanta, se non addirittura nella seconda metà degli anni ottanta, in una generazione nessuno sembra essersi accorto di nulla, negli anni si è persino premiato colui che ha spolpato nel modo più sfacciato le casse dell’ente, politici che hanno pensato più per i propri interessi che la collettività, dirigenti super pagati che non hanno tenuto neppure un inventario dei beni, revisori dei conti che hanno certificato bilanci falsi, per poi ritrovarsi cosa? Un ente estinto per volontà ancora oscure dei sindaci che componevano l’organo politico della ex Comunità, un reo confesso degli ammanchi che non si è fatto neppure un giorno di arresti domiciliari, due dirigenti in fase di licenziamento, debiti fuori bilancio che si è dovuta accollare la Provincia (noi cittadini in questo caso se la Provincia continua a fare la parte dell’agnello e non batte i pugni nel tavolo!)…
Tutto qui in questi anni? Com’è che da altre parti uno scandalo di questa portata occupa subito anche le cronache dei tg nazionali, si procede a perquisizioni, blocco dei conti correnti, si mette nel registro degli indagati il nome di personaggi eccellenti? Scandali di più larga portata avviati anche nel 2012 che hanno portato al rinvio a giudizio di decine di persone (scandali nei vari consigli regionali che hanno provocato un vero e proprio terremoto politico).
Qui nel territorio provinciale cosa succede? Persone che dovrebbero essere indagate o fornire chiarimenti esaurienti stanno ancora ricoprendo importanti incarichi sia nel pubblico che nel privato, noi cittadini stiamo ancora pagando lo stipendio a certi signori che non aprono bocca neppure se avessero una pistola puntata alla tempia, protetti da chissà quale oscuro sistema omertoso. Lo scandalo Comunità Montana deve far riflettere anche dopo.
Un appello alle forze politiche, quelle responsabili si intende, per non far cadere nel dimenticatoio uno scandalo così grande per una montagna oramai sempre più impoverita dei servizi essenziali, alla stampa locale che si mostra sempre più timida all’argomento, alla battagliera Graziella Cimeli del Comitato Recupero Ammanco che ha fatto molto per tenere viva l’attenzione sul caso (oramai sono mesi che non se ne sente parlare) tutti uniti per gridare insieme “Fuori i nomi dei responsabili dell’ammanco!”.
Chi sa qualcosa, anche poco, vada in Procura. Dia una mano agli inquirenti a trovare più elementi possibili, la riservatezza è garantita!
Un fedele lettore
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[Lunedì 16 dicembre 2013 | 17:45 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Nel marzo prossimo "festeggeremo" i tre anni dall'uscita dell'articolo del mio amico e collega Alessandro Tonarelli.
    E ciò che è accaduto (o ... non è accaduto) in questo lungo periodo - tenuto acceso, meritoriamente, soprattutto, se non in modo esclusivo, da questo blog - meriterebbe davvero una inchiesta di Milena Gabanelli o, almeno, di qualche cronista di livello regionale.
    .
    Qualcuno, evidentemente, e presumo molto ma molto trasversale, fa il tifo affinchè tutto scompaia nella bambagia del nulla. Ma le persone oneste, e sono ancora tante, sulla Montagna Pistoiese e fuori, pretendono che la verità esca fuori, che giustizia sia fatta.

    A me piacerebbe ad esempio se qualcuno, dalle stanze della Procura Pistoiese e senza rivelare alcun tipo di segreto, ci facesse sapere a che punto è - tecnicamente - la vicenda. Qualcuno, in quelle stanze, se ne sta ancora occupando? Le indagini sono concluse? Ci sarà un processo? In che tempi? Oppure tutto, come temiamo in parecchi, è davvero finito (o destinato a finire) nell'archivio "basso", detto altrimenti "cestino"?
    Così, tanto per saperlo ...

    Possibile che non ci sia verso, quando tutti auspichiamo istituzioni sempre più trasparenti e vicine al cittadino, di conoscere a che punto è, nella Procura, l'affare "ammanco in Comunità Montana"?

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