di LUIGI SCARDIGLI
Due ore di spettacolo così come la vogliono e l’adorano i
suoi aficionados – Infine anche un’antologia
dei motivi con i quali è salita ai vertici delle classifiche
MONTECATINI. Urla come ai vecchi tempi, Loredana Bertè, come se il tempo
non fosse passato. E invece, dai tempi degli esordi, di anni ne sono trascorsi
40, così come recitava ieri sera la scritta che campeggiava sul palco del
teatro Verdi di Montecatini: «Bandabertè: 1974-2014».
Poi, appena iniziato lo spettacolo, due
ore di rock un po’ scomposto e non sempre sintonico, nonostante la voce graffi
ancora, su quello schermo gigantesco sono scorse le immagini della carriera
della rocker alternativa, vecchi fotogrammi che hanno risaltato, a volte
impietosamente, la bellezza giovanile, un po’ mortificata dall’attuale abuso di
botulino.
Ma una signora, lei che non è mai
stata, né voluta essere, non poteva certo diventare invecchiando e allora,
avanti così, con quella raucedine melodica che da sempre ne contraddistingue il
sound, che la rende unica, un’eccezione nel modesto panorama delle rockettare
italiane. Certo, esibirsi con una band di quello spessore, è decisamente
piacevole e meno complicato di quanto possa sembrare, con un batterista poi,
Ivano Zanotti, di rara efficacia e portento, capace di ricucire tutte le
eccezioni a quella che sarebbe dovuta essere la regola.
Ha parlato pochissimo, Loredana Bertè,
preferendo a proclami che probabilmente non sono il suo forte, la musica,
sviscerata fino verso la mezzanotte dal basso di Pier Mengotti, dalle tastiere
di Alberto Linari, dalle chitarre di Andrea Morelli e Alesandro De Crescenzo e
dall’immancabile special guest delle sue tournée, Aida Cooper, la sua corista
di fiducia. Ma non ha rinunciato, nemmeno dopo 40 anni di successi, ad
indossare gli abiti del pulcino nero,
quelli che veste puntualmente da quando sostiene, in modo parecchio opinabile,
che la fortuna, la discografia, gli amici e la sorte non abbiano voluto
assisterla.
La serata si è consumata in due tempi:
un primo decisamente più ingessato della seconda parte, che si è aperta con l’ennesima
recriminazione, quella che le ha imposto di cantare Djavan in lingua italiana
anziché in portoghese-brasiliano, non tenendo presente che contemporaneamente
ai suoi oltraggi discografici subiti, la collega Ornella Vanoni, ad esempio,
snocciolava bossanova in compagnia di Vinicius De Moraes e Toquinho.
Va bene così: il vittimismo di Loredana
Bertè fa parte, inscindibile, del suo personaggio, così come la vogliono e l’adorano
i suoi aficionados, che hanno intonato con lei, con qualche decibel in meno,
tutti i suoi successi, una carrellata di motivi con i quali la cantante
calabrese ha ripercorso e vissuto i momenti più importanti della sua
luminosissima carriera, con due o tre gemme dedicate alla sorella scomparsa,
con la quale, solo dopo la sua morte, è finalmente riuscita a vivere un
rapporto che potesse contemplarle come sorelle e colleghe ed non sorellastre e
nemiche.
Non si è dimenticata nemmeno di Rino Gaetano,
Loredana Bertè, né di Fabrizio De André, ai quali ha regalato due
interpretazioni e nemmeno del suo nuovo paroliere, Edoardo Bennato, che le ha
scritto un motivo, troppo bennatiano
e poco berteiano, per superare il
ceck del gradimento: lo ha fatto abbandonando solo di rado, e con cautela, la
postazione davanti al microfono, tentando addirittura volteggi del capo per
farsi carezzare della sua chioma ancora fluente.
Ha celebrato, a modo suo, il Rock,
concedendo gli onori della rappresentanza ai Rolling Stones, che sono stati
immortalati in uno dei tanti video passati alle sue spalle. Poi, nell’ultimo
quarto dello spettacolo, da vecchia e navigata fiera del palcoscenico, Loredana
Berté ha inanellato tutti i motivi con i quali è salita alle cronache
discografiche, anche per chi non l’ha mai amata, ma che non ha certo cambiato
canale quando ha saputo che dopo i Mattia Bazar e prima di Gianni Morandi, sul
palco dell’Ariston sarebbe arrivata lei, a fingere di non essere d’accordo.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 19 gennaio 2014 | 08:12 - © Quarrata/news]
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