di Luigi
Scardigli
Dipinge da una vita, da sempre, è forse più facile dire e
scrivere, senza mai essersi occupata e preoccupata della destinazione e delle
utenze delle proprie tele.
Ad un paio di mesi dai festeggiamenti del 54esimo
compleanno, Cristina Palandri, pistoiese, si è tolta un’altra – una delle tante
– bellissima soddisfazione. Attraverso il proprio sito, gradevole e aggiornato,
un’associazione culturale portoghese ha voluto invitarla – e con lei anche parte del proprio bagaglio pittorico – per
un paio di mesi presso uno dei più attenti saloni artistici di Porto, la
capitale culturale del Portogallo, per permetterle il lusso che anche di là dal
Mediterraneo i gustatori possano deliziarsi con i suoi dipinti.
«Equivale a respirare, a vivere, dipingere – mi ha apertamente
confidato Cristina Palandri l’altra sera, in un incontro tanto casuale quanto
piacevole –. Non smetterò mai di farlo, non avrebbe senso interrompere.
Quello che offro alla pittura e con la pittura è quello che probabilmente
vorrei dire e dare al prossimo se possedessi il passpartout universale per
dialogare con il mondo: la pittura è il mio esperanto, il mio simultaneo
personale e non è un caso che spesso i miei quadri abbiano toccato e visitato
posti dei quali ignoravo l’idioma».
La mostra portoghese resterà aperta al pubblico fino al
prossimo 20 dicembre e rappresenta una summa, rivisitata e corretta,
amplificata e rinnegata, in alcuni tratti, di tutto quello che ha fatto negli
ultimi trent’anni.
«La prima volta che decisi di esporre i miei quadri era il
1982: furono i gestori dello storico bar Valiani, a Pistoia, a ospitare la mia
prima personale: non chiedetemi se furono gli apprezzamenti d’allora ad avermi
suggerito di insistere; lo avrei fatto anche se mi avessero subissato di fischi».
Provo a chiederle cosa sia stata la cosa più bella che le
sia riuscita di fare. «Mia figlia – sentenzia, senza batter ciglio –. Quella più brutta non chiedermela perché è una domanda
alla quale non saprei rispondere, e non perché non voglia, ma perché sono tante
le cose che non mi hanno gratificato, soprattutto una volta fatte».
Nemmeno la pura la spaventa quanto dovrebbe.
«Ho dovuto averne parecchia, recentemente, perché la vita mi
ha messo al cospetto di un crocevia per nulla facile da risolvere: ho avuto la
fortuna di scegliere la strada giusta e questo mi ha aiutato molto a vivere i
successivi patemi con minor ansia».
Lontano dalla sfera privata e intima, Cristina Palandri
continua a cercare e ricercare se stessa attraverso le ispirazioni quotidiane.
«Sto lavorando attorno ad un progetto della pittura sulla
poesia: è la natura ad offrirmi i suggerimenti migliori, io non sono che una
buona e attenta captatrice».
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 1 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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