di Luigi Scardigli
La matematica non ammette eccezioni,
nemmeno alla primarie del centrosinistra. Lo sanno bene tutti e quattro i
candidati alla sfida interna, tanto che proprio in questi giorni, nei quali
calendario e scienza suggeriscono meditazione, stanno invece affilando le armi
in vista del fatidico rush finale. La cosa migliore, visto che a parte
qualche infiltrato, ognuno va a sentire sermoni, dibattiti e programmi di
quello che crede e reputa il migliore, ignorando colpevolmente l’altrui pensiero,
è quella di organizzare un confronto pubblico/privato all’americana.
Perché le posizioni sembrano ormai
essersi stabilite e stabilizzate; solo Niccolai, pare, dico pare, non possedere
numeri e share tali da consentirgli un impensabile exploit. Gli
altri tre, invece, Bartoli, Bertinelli, Turco (l’ordine è solo alfabetico,
eh!), paiono potersela giocare all’ultima scheda, con un dato al momento
incontemplabile, quello dei non iscritti, che nel caso specifico coincidono con
una fascia di popolazione di bassa mezza età (under 50, ma come punta
massima), poco propensa alla politica pur senza esondare nel qualunquismo,
repellente alle ingessature e economicamente più vicina alle aspirazioni
borghesi che alle problematiche proletarie.
Loro forse – che sono quelli che hanno fino ad oggi votato perché è
tradizione democratica farlo, in questa zona, dove per la libertà, lungo il
confine appenninico, qualcuno, 70 anni fa, ha sepolto il nonno – potrebbero
davvero spostare l’ago della bilancia e delle preferenze e affidare ad uno dei
tre lo scettro della contesa, vinta in partenza, alle turnazioni primaverili.
Quello che dovrebbe essere meno
agevolato da questa anomala affluenza è proprio il prediletto della famigghia,
Samuele Bertinelli, che gode, sì, del pieno assenso dell’apparato, ma soffre un
po’ le schegge incontrollabili, quelle approssimativamente rappresentate dalla
media borghesia e dal magma mutante cattolico, più o meno equamente ripartite,
queste ultime, tra Roberto e Cecilia, con piani sistematicamente intersecantisi
tra loro.
In favore della ‘lady del Foro’,
proprio in questi giorni, sono accorsi a darle credito, coraggio e numeri e non
sono pochi, tra l’altro, quelli del Sel e dell’Idv, in rotta di collisione con
l’apparato centrale del Pd da qualche tempo e disposti a fare di tutto per
sgambettare il loro pargolo, a prescindere da chi sia o possa essere.
Ho detto, e ribadisco, che un incontro
all’americana, forse, abilmente condotto, metterebbe sul piatto equosolidale
della democrazia partecipata i buoni motivi che stanno rispettivamente
argomentando i quattro dell’Ave Maria per candidarsi a correre la corsa per
palazzo di Giano.
La prima cosa che mi viene in mente è
internet, ma la via della comunicazione telematica escluderebbe, con cattiveria
e dittatura avveniristica, uno zoccolo consistente di pensionati.
Ci vorrebbe un’emittente televisiva, libera,
democratica, laica: ma c’è?
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[Mercoledì 21 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
L'emittente libera, democratica, laica, non c'è e mi domando anche come mai a Pistoia nessuno sia mai riuscito a realizzare un'alternativa a TVL Pistoia. Ricordo un tentativo fallito di tanti anni fa che si chiamava "Spazio C" e che comunque era di partito: C significava comunista, almeno credo.
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