martedì 1 maggio 2012

INCENERITORE. LA PROVINCIA SI SMENTISCE, RATTOPPA E PROSEGUE


MONTALE-PIANA. La disponibilità di carteggi intercorsi tra gli Enti preposti al controllo dell’impianto, continua a rivelare incredibili incongruenze, delineando un’evidente inerzia della Provincia nell’azione di controllo, ovvero di tutela dell’ambiente e quindi della salute dei cittadini.
Nella recente acquisizione di un documento inviato all’Asl 3 del 4.10.11, la Provincia (per definizione controllore super partes) interpreta surrettiziamente la legge, procedendo addirittura a specificare il requisito che – nella stessa nota – procede poi a violare facendo uso di autoreferenzialità e supponenza. Lo stesso Dott. Merendi, prima precisa che la legge (all’art. 29 quater) impegna
all’obbligo della convocazione della Conferenza di Servizi per “... nuove autorizzazioni, riesame e rinnovo di Aia già rilasciata”, poi specifica che “... questa Amministrazione valuta caso per caso l’iter procedurale tecnico-amministrativo da seguire e conseguentemente gli enti da coinvolgere nella procedura medesima.”
Orbene nel vocabolario alla voce “esame” appare la seguente definizione: “... attenta analisi delle qualità di una situazione, al fine di farsene un giudizio”. Con quali strumenti la Provincia si arroga la competenza di valutare l’adeguatezza delle importanti modifiche che sono state introdotte all’impianto per lo stoccaggio delle polveri “residue di filtrazione”?
Infatti, con successiva ordinanza, la stessa Provincia, dispone una clamorosa sconfessione delle determinazioni assunte nel documento
Dunque è da contestare che la convocazione della Conferenza di Servizi pare artatamente omessa dall’Ente che, con ciò, ha impedito le necessarie valutazioni di merito degli organi di controllo, costituendo di fatto un pregiudizio sulla validità dell’Aia. È peraltro certo – perché lo dice il laboratorio – che i “residui da filtrazione” (che possono fuoriuscire in caso di sovrappressione nei silos) sono dei rifiuti speciali-nocivi e che dunque in caso di “situazione di emergenza” l’uso di qualunque sistema – anche di apposito allarme – sarà comunque tardivo e inutile non avendo alcuna efficacia preventiva sull’eliminazione del pericoloso evento che andrebbe a incombere su lavoratori e cittadini.
Di questo fatto, nulla sembra riferire il documento dell’U.F. Pisll della Asl 3 che aveva condotto un apposito accertamento tecnico, su impulso del Comitato scrivente (allegata nota integrale).Il sistema SF (solid-flow) era già stato ritenuto “inadeguato” dalla Provincia, ma tale e tanto sembra dimostratosi anche quello reintrodotto di procedura manuale di controllo, visto il clamoroso errore denunciato con l’impiego di un kg di carboni attivi, anziché dei 6 kg previsti!
Interessante il periodo sottolineato all’ultimo capoverso del documento, nel quale la Provincia ricorda come le competenze in ordine alla “materia sanitaria sono inalterate” lasciando pochi spazi di interpretazione (a buon intenditor...): se c’è qualche responsabilità per causa di una scorrettezza delle procedure adottate ebbene, allora, ditelo voi dell’Asl 3 (che infatti lo scriverà, nero su bianco rilevando diffusi elementi “... oggettivi in merito a problematiche che possono avere ricadute sui cittadini”); dunque, attivate voi le procedure di competenza con il diretto coinvolgimento di Scatragli, vero perno giuridico della “giostra” vista la sua precipua qualità di autorità sanitaria.
Ma di ciò, non vi è traccia di corrispondenza né scritta, né parlata nelle comunicazioni di ASL 3 al Comune di Montale.
Infatti, l’ASL 3 non ha fatto alcun rilievo all’Amministrazione montalese, nonostante la nota interna della Uof Isp a firma del Dott. Pietro Gabbrielli evidenziasse la convocazione della Conferenza di Servizi come un fattore importante da provvedere subito, addirittura in regime di “autotutela”, smentendo quindi la determinazione autoreferenziale della Provincia.
Il 27 febbraio scorso, cinque mesi dopo alla redazione della nota oggi pubblicata, l’Asl 3 era in municipio a Montale, insieme ad Arpat e Provincia. L’unico non ammesso è stato il rappresentante del Comitato al quale risulta che nessuno ha riferito a Scatragli dell’incombente minaccia sulla salute dei cittadini, ingeneratasi nella violazione della procedura per il riesame dell’Aia. Scatragli sembra completamente latitante da iniziative di esercizio del necessario controllo e – conseguente critica – nonostante la disponibilità dell’Avv. Taiti quale Assessore all’Ambiente e dell’Ing. Pascucci quale consulente esperto in materia ambientale.
Nessuno ha visto, udito o parlato: come si chiama questo comportamento? Lo riconoscete?
Comitato Chiusura
Inceneritore Di Montale




Allegati:
 – Nota della Provincia del 4.10.2011 prot. 137245 (immagini 1-2-3)
 – Nota tecnica di laboratorio ECOL STUDIO n° 2104646
 – Nota dell’UOF ISP della ASL Prot 1106 del 8/3/2012 (immagini a,b,c)

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[Martedì 1° maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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