MONTALE-PIANA. La disponibilità di carteggi intercorsi tra gli Enti
preposti al controllo dell’impianto, continua a rivelare incredibili
incongruenze, delineando un’evidente inerzia della Provincia nell’azione di
controllo, ovvero di tutela dell’ambiente e quindi della salute dei cittadini.
Nella recente acquisizione di un
documento inviato all’Asl 3 del 4.10.11, la Provincia (per definizione
controllore super partes) interpreta
surrettiziamente la legge, procedendo addirittura a specificare il requisito
che – nella stessa nota – procede poi a violare facendo uso di
autoreferenzialità e supponenza. Lo stesso Dott. Merendi, prima precisa che la
legge (all’art. 29 quater) impegna
all’obbligo della convocazione della
Conferenza di Servizi per “... nuove autorizzazioni, riesame e rinnovo di Aia
già rilasciata”, poi specifica che “... questa Amministrazione valuta caso per
caso l’iter procedurale tecnico-amministrativo da seguire e conseguentemente gli
enti da coinvolgere nella procedura medesima.”
Orbene nel vocabolario alla voce
“esame” appare la seguente definizione: “... attenta analisi delle qualità di
una situazione, al fine di farsene un giudizio”. Con quali strumenti la
Provincia si arroga la competenza di valutare l’adeguatezza delle importanti modifiche che sono state
introdotte all’impianto per lo stoccaggio delle polveri “residue di
filtrazione”?
Infatti, con successiva ordinanza, la
stessa Provincia, dispone una clamorosa sconfessione delle determinazioni
assunte nel documento
Dunque è da contestare che la
convocazione della Conferenza di Servizi pare artatamente omessa dall’Ente che,
con ciò, ha impedito le necessarie valutazioni di merito degli organi di
controllo, costituendo di fatto un pregiudizio sulla validità dell’Aia. È peraltro
certo – perché lo dice il laboratorio – che i “residui da filtrazione” (che
possono fuoriuscire in caso di sovrappressione nei silos) sono dei rifiuti speciali-nocivi e che dunque in caso di
“situazione di emergenza” l’uso di qualunque sistema – anche di apposito
allarme – sarà comunque tardivo e inutile non avendo alcuna efficacia
preventiva sull’eliminazione del pericoloso evento che andrebbe a incombere su
lavoratori e cittadini.
Di questo fatto, nulla sembra riferire
il documento dell’U.F. Pisll della Asl 3 che aveva condotto un apposito
accertamento tecnico, su impulso del Comitato scrivente (allegata nota
integrale).Il sistema SF (solid-flow) era già stato ritenuto “inadeguato” dalla Provincia, ma
tale e tanto sembra dimostratosi anche quello reintrodotto di procedura manuale di controllo, visto il
clamoroso errore denunciato con l’impiego di un kg di carboni attivi, anziché dei
6 kg previsti!
Interessante il periodo sottolineato
all’ultimo capoverso del documento, nel quale la Provincia ricorda come le
competenze in ordine alla “materia sanitaria sono inalterate” lasciando pochi
spazi di interpretazione (a buon intenditor...): se c’è qualche responsabilità per
causa di una scorrettezza delle procedure adottate ebbene, allora, ditelo voi
dell’Asl 3 (che infatti lo scriverà, nero su bianco rilevando diffusi elementi “... oggettivi in merito a problematiche che
possono avere ricadute sui cittadini”); dunque, attivate voi le procedure
di competenza con il diretto coinvolgimento di Scatragli, vero perno giuridico
della “giostra” vista la sua precipua qualità di autorità sanitaria.
Ma di ciò, non vi è traccia di
corrispondenza né scritta, né parlata nelle comunicazioni di ASL 3 al Comune di
Montale.
Infatti, l’ASL 3 non ha fatto alcun
rilievo all’Amministrazione montalese, nonostante la nota interna della Uof Isp
a firma del Dott. Pietro Gabbrielli evidenziasse la convocazione della
Conferenza di Servizi come un fattore importante da provvedere subito,
addirittura in regime di “autotutela”, smentendo quindi la determinazione
autoreferenziale della Provincia.
Il 27 febbraio scorso, cinque mesi dopo
alla redazione della nota oggi pubblicata, l’Asl 3 era in municipio a Montale,
insieme ad Arpat e Provincia. L’unico non ammesso è stato il rappresentante del
Comitato al quale risulta che nessuno ha riferito a Scatragli dell’incombente
minaccia sulla salute dei cittadini, ingeneratasi nella violazione della
procedura per il riesame dell’Aia. Scatragli
sembra completamente latitante da iniziative di esercizio del necessario
controllo e – conseguente critica – nonostante la disponibilità dell’Avv. Taiti
quale Assessore all’Ambiente e dell’Ing. Pascucci quale consulente esperto in
materia ambientale.
Nessuno ha visto, udito o parlato: come si chiama questo
comportamento? Lo riconoscete?
Comitato Chiusura
Inceneritore Di Montale
Allegati:
–
Nota della Provincia del 4.10.2011 prot. 137245 (immagini 1-2-3)
–
Nota tecnica di laboratorio ECOL STUDIO n° 2104646
–
Nota dell’UOF ISP della ASL Prot 1106 del 8/3/2012 (immagini a,b,c)
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 1° maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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