sabato 3 dicembre 2011

INSEDERATA COSMICA


In corsa per la poltrona di Sindaco di Pistoia (*)


In un film, non ricordo quale, Woody Allen esclama: «Questa io la chiamo insederata cosmica».
Non posso farci niente, la frase mi è tornata in mente leggendo le cronache della corsa all’investitura di candidato sindaco.
Sono scese in campo individualità di tutto rispetto, anche belle a vedersi, preparate, oneste e perbene.

Non ho alcun dubbio in proposito, visto soprattutto l’ammonimento (dialogico come l’ordine di un caporal maggiore) della triplice della diocesi. Penso anche che credano in ciò che spiegano ai microfoni di fronte a persone che, lo si vede bene, assistono motivate e fiduciose.
Nonostante ciò, ho la stessa impressione di Woody Allen: l’insederata è in agguato ed è cosmica.
Di fronte a certe espressioni poetiche e generiche, di fronte a parole d’ordine magiche e perentorie, di fronte ad incomprensibili appelli all’unità (dove si vota e si elegge qualcuno, c’è necessariamente divisione, e meno male!), di fronte a tutta questa inafferrabile certezza del bene comune, mi soccorre Pantagruel.
È inevitabile per me ricordare come l’eroe risolve una incomprensibile diatriba giudiziaria. Due signorotti si presentano davanti a Pantagruel nella sua veste di giudice. Si presentano ed espongono le loro ragioni.
Comincia uno: «Signor Giudice e Signori, se l’iniquità degli uomini fosse così facilmente vista in giudizio categorico come si conoscono le mosche nel latte, il mondo, quattro buoi, non sarebbe così mangiato dai topi come lo è, e ci sarebbero alquante orecchie sulla terra che ne sono rosicchiate troppo vigliaccamente (…). E, santa Madonna, quanti ne abbiamo visti di grossi capitani in pieno campo di battaglia, quando si davano gli scapaccioni di pane benedetto della confraternita, per più decentemente dondolarsi, suonare con il liuto, suonare con il culo e fare dei saltarelli in piazzola».
E avanti così, sproloquiando. Dopo di che, Pantagruel dà la parola all’altro signorotto, il conte di Baisecul (Baciaculo), il quale, pur non avendo parlato, asserisce di aver detto solo la verità e, per questo motivo, rinuncia a parlare.
Pantagruel si alza ed espone la sua decisione.
Cosa avrà potuto decidere? Secondo voi, in presenza di quel globale nonsenso, quale decisione ha potuto prendere l’eroe di Rabelais?
La più semplice di questo mondo. Leggete. «Considerata l’orripilazione del pipistrello, declinano gagliardamente dal solstizio d’estate per corteggiare i sogni pazzi che hanno fatto bancarotta per le prepotenze degli odiatori della luce che sono nel clima di Roma di una scimmia a cavallo con una balestra alla vita, l’attore ebbe giusta causa d’impeciare il gallettone che la buona donna gonfiava».
E così via. Sensatamente, al nonsenso Pantagruel risponde con il nonsenso. Gli astanti accettano, giustizia è fatta.
Ora, nel caso della politica, qualcuno dovrà pur tenere conto che stiamo danzando bendati sull’orlo del baratro, e che c’è altro da fare che lucidare l’argenteria di smaglianti concetti, di libere visioni.
Ci vorranno poche e sensate parole. Le posate saranno d’alluminio ed anche brutte.
E non ci sarà Sidol per nessuno.
Antonio Nardi
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[Sabato 3 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
(*) Sempre piratando dal blog di Antonio Nardi: http://blog.studenti.it/domenicalaura/insederata-cosmica/

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