In corsa per la poltrona di Sindaco di Pistoia (*)
In un film, non ricordo quale, Woody
Allen esclama: «Questa io la chiamo insederata cosmica».
Non posso farci niente, la frase mi è
tornata in mente leggendo le cronache della corsa all’investitura di candidato
sindaco.
Sono scese in campo individualità di
tutto rispetto, anche belle a vedersi, preparate, oneste e perbene.
Non ho alcun dubbio in proposito, visto
soprattutto l’ammonimento (dialogico come l’ordine di un caporal maggiore)
della triplice della diocesi. Penso anche che credano in ciò che spiegano ai
microfoni di fronte a persone che, lo si vede bene, assistono motivate e
fiduciose.
Nonostante ciò, ho la stessa
impressione di Woody Allen: l’insederata è in agguato ed è cosmica.
Di fronte a certe espressioni poetiche
e generiche, di fronte a parole d’ordine magiche e perentorie, di fronte ad
incomprensibili appelli all’unità (dove si vota e si elegge qualcuno, c’è
necessariamente divisione, e meno male!), di fronte a tutta questa
inafferrabile certezza del bene comune, mi soccorre Pantagruel.
È inevitabile per me ricordare come
l’eroe risolve una incomprensibile diatriba giudiziaria. Due signorotti si
presentano davanti a Pantagruel nella sua veste di giudice. Si presentano ed
espongono le loro ragioni.
Comincia uno: «Signor Giudice e
Signori, se l’iniquità degli uomini fosse così facilmente vista in giudizio
categorico come si conoscono le mosche nel latte, il mondo, quattro buoi, non
sarebbe così mangiato dai topi come lo è, e ci sarebbero alquante orecchie
sulla terra che ne sono rosicchiate troppo vigliaccamente (…). E, santa
Madonna, quanti ne abbiamo visti di grossi capitani in pieno campo di battaglia,
quando si davano gli scapaccioni di pane benedetto della confraternita, per più
decentemente dondolarsi, suonare con il liuto, suonare con il culo e fare dei
saltarelli in piazzola».
E avanti così, sproloquiando. Dopo di
che, Pantagruel dà la parola all’altro signorotto, il conte di Baisecul
(Baciaculo), il quale, pur non avendo parlato, asserisce di aver detto solo la
verità e, per questo motivo, rinuncia a parlare.
Pantagruel si alza ed espone la sua
decisione.
Cosa avrà potuto decidere? Secondo voi,
in presenza di quel globale nonsenso, quale decisione ha potuto prendere l’eroe
di Rabelais?
La più semplice di questo mondo.
Leggete. «Considerata l’orripilazione del pipistrello, declinano gagliardamente
dal solstizio d’estate per corteggiare i sogni pazzi che hanno fatto bancarotta
per le prepotenze degli odiatori della luce che sono nel clima di Roma di una
scimmia a cavallo con una balestra alla vita, l’attore ebbe giusta causa
d’impeciare il gallettone che la buona donna gonfiava».
E così via. Sensatamente, al nonsenso
Pantagruel risponde con il nonsenso. Gli astanti accettano, giustizia è fatta.
Ora, nel caso della politica, qualcuno
dovrà pur tenere conto che stiamo danzando bendati sull’orlo del baratro, e che
c’è altro da fare che lucidare l’argenteria di smaglianti concetti, di libere
visioni.
Ci vorranno poche e sensate parole. Le
posate saranno d’alluminio ed anche brutte.
E non ci sarà Sidol per nessuno.
Antonio Nardi
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 3 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
(*) Sempre piratando dal blog di Antonio
Nardi: http://blog.studenti.it/domenicalaura/insederata-cosmica/
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