di Paolo Beneforti
I risultati delle Amministrative
di domenica 6 e lunedì 7 maggio sono già noti da 24 ore. Nella provincia di
Pistoia si è votato nel capoluogo, a Quarrata, a San Marcello, a Serravalle e a Marliana (i risultati sono nei link). Nei primi 4
di questi 5 comuni ha vinto il centrosinistra; a Marliana invece vince il
centrodestra: Marco Traversari prende il posto del sindaco uscente di
centrosinistra Luca Bernardi, ed è l’unico risultato un po’ a sorpresa.
Ma il dato più significativo di questa
tornata elettorale è senza dubbio l’astensionismo. Nelle regioni “rosse”, più
che altrove, la percentuale di chi a votare non ci è andato (e non è neanche
andato al mare perché era una giornata di pioggia dappertutto) cresce di circa
il 10%; a Pistoia e a Lucca cresce di quasi il 12%.
A Pistoia, se al dato dell’astensionismo
si aggiunge quello delle schede bianche e nulle, si ottiene che non hanno
espresso un voto valido il 46,3% degli elettori.
Elettori
|
73.405
|
100%
|
Votanti
|
42.186
|
57,5%
|
Totale schede bianche
|
595
|
1.41%
|
Totale schede nulle
|
2.158
|
5.12%
|
Votanti meno bianche e nulle (voti validi)
|
39.433
|
53,7%
|
In Emilia Romagna e Toscana
questo dato di astensionismo che sfiora la metà del corpo elettorale è
cresciuto molto più della media nazionale, invertendo una tendenza storica per
cui la partecipazione, in queste regioni era più forte che altrove. È un altro
segnale della perdita di credibilità dei partiti tradizionali (l’altro elemento
significativo di queste elezioni è del resto la crescita del Movimento 5
Stelle, “partito” nuovo ed espressione anche di protesta).
Il non-voto, in queste
dimensioni, è una protesta forte contro il sistema politico. E nessuno dei
partiti tradizionali può cercare di nascondersi dietro le percentuali
(calcolate sui voti validi) quando la cifra assoluta dei propri voti diminuisce
vistosamente. Per fare solo un esempio, ecco l’andamento dei voti presi dai due
principali partiti, PD e Pdl, a Pistoia nelle ultime consultazioni elettorali:
La convivenza tra gli italiani e i partiti politici che dovrebbero rappresentarli pare giunta ad un punto critico. Non è da escludersi una separazione – poco consensuale.
* * *
È inutile – credo – menarla per
le lunghe e cercare di arrampicarsi sugli specchi come fa Il Tirreno
questa mattina.
L’analisi del voto più lucida,
finora proposta ai lettori, è, senza dubbio quella di Beneforti.
Dalle cui tabelle i signori politici
di professione (e gli elettori stessi) non possono fare altro che imparare una
verità su cui riflettere.
Dal 2008 il Pdl si è ridotto a un
terzo; il Pd a meno della metà.
Si possono smentire questi dati?
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 10 maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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