lunedì 14 maggio 2012

INCENTIVARE IL RICICLAGGIO E NON L’INCENERIMENTO


di Lorenzo Cristofani

L’Italia e gli incentivi agli inceneritori – Il piano dei rifiuti e i silenzi della Provincia

PISTOIA. Parlando sovente con amici della questione dei rifiuti (i meno distratti direbbero più precisamente del ciclo integrato dei rifiuti), percepisco un diffuso equivoco di fondo, che emerge nell’affrontare tale aspetto della realtà.
A proposito di incenerimento (con recupero di energia), una, cioè, delle ultime fasi nella gerarchia del ciclo, noto inspiegabilmente un conflitto forzato tra ragioni della salute e ragioni dell’ambiente.

Sembra, in altre parole, che le contrarietà agli impianti di incenerimento si debbano limitare ai danni alla salute delle popolazioni vicine e alla terra su cui si accumulano i residui dei fumi. Ora, pur non essendo un epidemiologo, so bene che delle conseguenze sanitarie degli inceneritori molto è stato documentato scientificamente e detto, specialmente da autorevoli epidemiologi.
Condivido quindi le preoccupazioni ed è giusto sottolinearle. Tuttavia è doveroso ricordare che la questione andrebbe letta alla luce delle direttive europee sui rifiuti e sull’uso efficiente delle risorse.
Il messaggio che dovrebbe passare è proprio questo: il riciclaggio è un processo industriale e come tale deve essere favorito. Vuole l’Italia rimanere il secondo paese industrializzato d’Europa? Vuole Pistoia rilanciare le attività manifatturiere, purtroppo quasi decimate, dopo la chiusura di Mas e Radicifil? Nel nostro paese le priorità si chiamano economia e lavoro, e non a caso quelle realtà che veramente credono in tali parole interpretano la filiera del riciclo come perno per le politiche industriali, motore dello sviluppo, della creazione della ricchezza e della redistribuzione della stessa.
Guardiamo in Toscana, per rimanere vicino. In provincia di Grosseto c’è un distretto intermedio del riciclaggio, Ecolat, in provincia di Pisa la Revet, dove varie commissioni consiliari, di comuni e regioni, vanno e sono andate in visita per apprendere come i materiali post consumo sono selezionati e avviati al riciclaggio.
Sarebbe opportuno che anche i politici pistoiesi, che vogliono giustamente reindustrializzare il territorio, andassero a visitare questa eccellenza toscana.
Ricapitoliamo: il riciclaggio non risolve il problema delle risorse – minerali e metalli – che non sono rinnovabili ma tendono ad esaurirsi, con tutti i conflitti – globali – che ne discendono. Tuttavia è, per un paese povero di materie prime come il nostro, un settore su cui investire totalmente, in ottica di politiche industriali.
Questa è l’unica via; questa è l’unica via obbligata (dalle direttive Ue); questa è l’unica via obbligata che inevitabilmente, prima o dopo, dovrà essere percorsa dai comuni e dal sistema paese.
Anche per questo la provincia di Pistoia, la provincia creata dal duce, se crede di avere delle argomentazioni serie e articolate, non deve sottrarsi al dibattito e al confronto sull’eventualità di rivedere il piano interprovinciale dei rifiuti. Dovrebbe argomentare l’ipotesi di ampliamento dell’inceneritore di Montale e motivare la non volontà di attivare delle serie politiche di riciclaggio finalizzate a favorire prospettive industriali.
La comunicazione, su queste tematiche, sfugge, è farraginosa e anche poco seguita dall’opinione pubblica, è vero, ma gli ambientalisti credono che sia fondamentale.
Ci sono dei peccati originali in Italia, lo si sa, come gli incentivi agli inceneritori – senza i quali non sarebbero convenienti – e l’Europa ha anche condannato il nostro paese proprio per tale inadempienza alle direttive.
Tradotto: è il riciclaggio che deve essere incentivato, non l’incenerimento!
È il caso di chiedere quindi ai soggetti preposti maggiore impegno, anche nella trasparenza e nel confronto con i cittadini e le associazioni.
È maturo il tempo per un atteggiamento più responsabile e trasparente. Nei prossimi giorni saranno pubblicate alcune osservazioni, cui la Provincia, e sarebbe il caso, potrebbe rispondere.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 14 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. c'è già un piano in toscana... L'Alter-piano interessante e da diffondere

    p.s. ogni tanto caro Lorenzo la vediamo allo stesso modo...

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  2. Infatti volevo proprio dargli diffusione, ma mi pareva opportuna una piccola introduzione per definire meglio il panorama !
    E' importante raggiungere una massa critica che la vede nel modo giusto, se vogliamo una svolta vera per Pistoia...

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  3. come Movimento 5 Stelle faremo il possibile...
    www.centroriciclo.eu questo è un modello/sistema interessante... ci stiamo attivando per fare informazione alle imprese della zona, speriamo che il comparto agisca assieme a noi all'interno dei vari comuni e della regione.

    Per la parte umida invece stiamo studiando i bio-digestori, che per pistoia (scarti di potatura del vivaismo etc...) ci sembrano una cosa ottimale ed a basso impatto ambientale.
    Ma ripeto deve esser completato lo studio da parte nostra per proporlo con decisione.

    "È maturo il tempo per un atteggiamento più responsabile e trasparente" ti quoto con decisione

    saluti
    Alessio Biagiotti

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