di Lorenzo Cristofani
L’Italia
e gli incentivi agli inceneritori – Il piano dei rifiuti e i silenzi della
Provincia
PISTOIA. Parlando sovente con
amici della questione dei rifiuti
(i meno distratti direbbero più precisamente del ciclo integrato dei rifiuti), percepisco un diffuso equivoco di
fondo, che emerge nell’affrontare tale aspetto della realtà.
A
proposito di incenerimento (con recupero di energia), una, cioè, delle ultime
fasi nella gerarchia del ciclo, noto
inspiegabilmente un conflitto forzato tra ragioni della salute e ragioni dell’ambiente.
Sembra, in
altre parole, che le contrarietà agli impianti di incenerimento si
debbano limitare ai danni alla salute delle popolazioni vicine e alla terra su
cui si accumulano i residui dei fumi. Ora, pur non essendo un epidemiologo, so
bene che delle conseguenze sanitarie degli inceneritori molto è stato documentato
scientificamente e detto,
specialmente da autorevoli epidemiologi.
Condivido
quindi le preoccupazioni ed è giusto sottolinearle. Tuttavia è doveroso
ricordare che la questione andrebbe letta alla luce delle direttive europee sui
rifiuti
e sull’uso
efficiente delle risorse.
Il
messaggio che dovrebbe passare è proprio questo: il riciclaggio è un processo
industriale e come tale deve essere favorito. Vuole l’Italia rimanere il
secondo paese industrializzato d’Europa? Vuole Pistoia rilanciare le attività
manifatturiere, purtroppo quasi decimate, dopo la chiusura di Mas e Radicifil?
Nel nostro paese le priorità si chiamano economia e lavoro, e non a caso quelle
realtà che veramente credono in tali parole interpretano la filiera del riciclo
come perno per le politiche industriali, motore dello sviluppo, della creazione
della ricchezza e della redistribuzione della stessa.
Guardiamo
in Toscana, per rimanere vicino. In provincia di Grosseto c’è un distretto intermedio
del riciclaggio, Ecolat, in provincia di Pisa la Revet, dove varie
commissioni consiliari, di comuni e regioni, vanno e sono andate in visita per
apprendere come i materiali post consumo sono selezionati e avviati al
riciclaggio.
Sarebbe
opportuno che anche i politici pistoiesi, che vogliono giustamente
reindustrializzare il territorio, andassero a visitare
questa eccellenza toscana.
Ricapitoliamo:
il riciclaggio non risolve il problema delle risorse – minerali e metalli – che non sono
rinnovabili ma tendono ad esaurirsi, con tutti i conflitti – globali – che ne discendono.
Tuttavia è, per un paese povero di materie prime come il nostro, un settore su
cui investire totalmente, in ottica di politiche industriali.
Questa è l’unica
via; questa è l’unica via obbligata (dalle direttive Ue); questa è l’unica via
obbligata che inevitabilmente, prima o dopo, dovrà essere percorsa dai comuni e
dal sistema paese.
Anche per
questo la provincia di Pistoia, la
provincia creata dal duce, se
crede di avere delle argomentazioni serie e articolate, non deve sottrarsi al
dibattito e al confronto sull’eventualità di rivedere il piano interprovinciale
dei rifiuti. Dovrebbe argomentare l’ipotesi di ampliamento dell’inceneritore di
Montale e motivare la non
volontà di attivare delle serie
politiche di riciclaggio finalizzate a favorire prospettive industriali.
La
comunicazione, su queste tematiche, sfugge, è farraginosa e anche poco seguita
dall’opinione pubblica, è vero, ma gli ambientalisti credono che sia
fondamentale.
Ci sono
dei peccati originali in Italia, lo si sa, come gli incentivi
agli inceneritori – senza i quali non sarebbero convenienti – e l’Europa ha anche condannato
il nostro paese proprio per tale inadempienza alle direttive.
Tradotto:
è il riciclaggio che deve essere incentivato,
non l’incenerimento!
È il caso
di chiedere quindi ai soggetti preposti maggiore impegno, anche nella
trasparenza e nel confronto con i cittadini e le associazioni.
È maturo
il tempo per un atteggiamento più responsabile e trasparente. Nei prossimi
giorni saranno pubblicate alcune osservazioni, cui la Provincia, e sarebbe il
caso, potrebbe rispondere.
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sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 14
maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]
c'è già un piano in toscana... L'Alter-piano interessante e da diffondere
RispondiEliminap.s. ogni tanto caro Lorenzo la vediamo allo stesso modo...
Infatti volevo proprio dargli diffusione, ma mi pareva opportuna una piccola introduzione per definire meglio il panorama !
RispondiEliminaE' importante raggiungere una massa critica che la vede nel modo giusto, se vogliamo una svolta vera per Pistoia...
come Movimento 5 Stelle faremo il possibile...
RispondiEliminawww.centroriciclo.eu questo è un modello/sistema interessante... ci stiamo attivando per fare informazione alle imprese della zona, speriamo che il comparto agisca assieme a noi all'interno dei vari comuni e della regione.
Per la parte umida invece stiamo studiando i bio-digestori, che per pistoia (scarti di potatura del vivaismo etc...) ci sembrano una cosa ottimale ed a basso impatto ambientale.
Ma ripeto deve esser completato lo studio da parte nostra per proporlo con decisione.
"È maturo il tempo per un atteggiamento più responsabile e trasparente" ti quoto con decisione
saluti
Alessio Biagiotti