venerdì 13 dicembre 2013

SAP: «ROTTAMIAMO IL SISTEMA CHE OGGI NON PUÒ FUNZIONARE»


La sicurezza che la polizia garantisce con la propria professione, viene sovente vanificata dal sistema, che spesso porta alla sovrapposizione di servizi con indiscutibile spreco di energie e risorse

PISTOIA. La forte richiesta di cambiamento che tutti i cittadini oggi vogliono, attraverso varie forme – manifestando disagio in tutti le sue espressioni, cambiando le linee guida di un partito – porta questa O.S. a fare delle considerazioni anche sul sistema sicurezza e su chi lo deve garantire nel paese.
Prima di tutto è opportuno ricordare che gli appartenenti alle forze dell’ordine sono esseri pensanti, madri e padri di famiglia e cittadini che pagano le tasse.

Mantenendo fermo il nostro giuramento allo Stato, ma verificando le numerose inefficienze dei servizi, causati esclusivamente dalla “mala politica”, ci sentiamo di condividere le difficoltà di coloro che in questi giorni stanno manifestando per le vie di Pistoia, ma anche quella degli studenti dell’istituto Einaudi, che per riavere una Scuola Sicura ed Adeguata alle esigenze, protestano contro un sistema che per sua natura deve essere civile e democratico.
Tenendo fede al giuramento prestato alle istituzioni dello Stato, e quindi ai cittadini, dobbiamo ribadire che la sicurezza, che noi garantiamo con la nostra professione, viene sovente vanificata, dal sistema, che spesso porta alla sovrapposizione di servizi, con indiscutibile spreco di energie e risorse.
La situazione paradossale ed inquietante che si è venuta a creare con il blocco delle assunzioni – il consequenziale aumento dell’età media, il vuoto amministrativo dovuto alla vacanza contrattuale – ha portato gli operatori a vivere un disagio identico a quello dei manifestanti e degli studenti, con una sola differenza: l’obbligo di tener fede alle responsabilità assunte all’atto del giuramento.
Non possono per noi passare inosservate le ultime proposte, trapelate pochi giorni fa, di assegnare il servizio di “centralino emergenze” ad un operatore unico esterno, modello “ call center”, che dovrebbe smistare gli interventi alle varie sale operative, notizia, che a parere del Sap, disegnerebbe scenari imbarazzanti per non dire grotteschi.
A nostro parere la questione alla questione della sicurezza sarebbe quella di “rottamare l’attuale sistema”; qualche new entry nel panorama politico, potrebbe oggi valutarla positivamente ridisegnando l’apparato sicurezza eliminando tutti i vincoli legati al corporativismo e alle divise portando quale fulcro del sistema il Questore, quale unico responsabile della sicurezza in ambito provinciale, soprattutto dal punto di vista logistico e gestionale.
In questo modo avremmo una Questura con Uffici sul territorio efficienti, ben organizzati e strutturati, ma innanzitutto ben coordinati, senza sprechi di energie e di spese, che garantirebbero sicurezza reale e non percepita, quale il progetto strade sicure, che determina l’impiego delle forze armate; servizi quindi professionali, svolti da professionisti della sicurezza; un’unica sala operativa (un unico numero europeo di emergenza – con il risparmio delle sanzioni amministrative che la Comunità commina annualmente allo Stato italiano per la mancata attuazione della Direttiva che lo impone), un’unica struttura logistica, un unico responsabile giuridico di tutta la sicurezza provinciale, con il conseguente risparmio economico sui costi gestionali ed il recupero di risorse umane da impiegare a tutela dei cittadini, che permetterebbe una maggiore presenza delle forze di Polizia sul territorio con un loro più efficace ed efficiente utilizzo.
Il Segretario Provinciale
Andrea Carobbi Corso
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[Venerdì 13 dicembre 2013 | 17:32 - © Quarrata/news]

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