di Piero Giovannelli [*]
Lettera aperta alla Senatrice Valeria
Fedeli, Vicepresidente del Senato
Egr. Senatrice
Fedeli,
ricevo puntualmente e leggo con
attenzione le Sue e-mail, sia pure senza, finora, averLe mai risposto.
Questa volta, volutamente in ritardo
per quanto riguarda la tragedia di Prato di inizio dicembre, ma aggiungendo altre
brevi considerazioni su fatti successivamente accaduti, ho deciso di farlo.
Intanto, per quanto riguarda il caso
degli operai cinesi morti a Prato l’impressione “a pelle” che in molti
abbiamo è che, passato il momento delle emozioni e delle dichiarazioni di rito,
tutto sia stato dimenticato, come avviene per tanti fatti di questo mondo,
del resto, e le cose, nell’area pratese come altrove, continuino ad
andare esattamente come prima.
Se vogliamo però rinfrescarci la
memoria e ritornare a quanto accaduto a caldo, ecco cosa è il caso di
ricordare:
1) Le dichiarazioni di Enrico Rossi,
attuale governatore regionale, e prima ancora, e lungamente, assessore alla
Sanità, il quale afferma che quello pratese è il più grande distretto
della confezione “sommerso”, che siamo in presenza di un grossissimo sistema di
sfruttamento, con i lavoratori ridotti in schiavitù, e con una vera e propria
emergenza umanitaria in atto; ed ancora, con pericoli gravissimi di nuovi
incendi ed esplosioni, in mancanza totale di un vero e proprio sistema
antincendio, nell’ambito di un sistema totalmente autarchico e finora
impermeabile alla legge dello Stato.
2) Il silenzio tombale invece, che
stupisce ed indigna, del sig. Claudio Martini, segretario del Pci pratese
dal 1985 al 1988, sindaco di Prato dal 1988 al 1995, successivamente, tra
l’altro, assessore alla Sanità della Regione Toscana, governatore della
medesima Regione Toscana dal 2000 al 2010, adesso comodamente fatto
planare dall’apparato di partito nelle aule del Senato della Repubblica.
3) Le Sue dichiarazioni, infine,
egregia senatrice, sulla cui sincerità e grado di
partecipazione, certamente non mi permetto di dubitare, oltre ad una
mozione ed una interrogazione in senato, sull’argomento, entrambe ben
documentate, di cui Le do volentieri atto.
Ma, a questo punto mi chiedo: dove
eravate tutti, chi più e chi meno, fino a che non è accaduto l’irreparabile? A
Prato la situazione era ed è conosciutissima, ma a tutti faceva e fa comodo
tacere.
Io, che credo di essere una persona più
o meno normale quanto a perspicacia, sono passato una sola volta in vita mia
dall’area del Macrolotto e subito ho intuito in quale mondo allucinante, senza
ordine e senza regole ero capitato.
E voi tutti, politici di professione da
decenni, e da decenni occupanti di cariche di assoluto rilievo nel campo della
amministrazione pubblica in Toscana ed oltre, ripeto, dove eravate? Da che
parte stavate e state in realtà? Chi credete di prendere in giro con certe
tardive ed inutili prese di posizione, già scolorite ed appassite dal
trascorrere di alcune settimane e dalle feste natalizie arrivate nel frattempo?
Quale potere avete (o non avete) di dare una vera e propria sterzata alle cose,
di contrastare gli interessi economico-finanziari consolidatissimi che si
nascondono dietro alla presenza cinese nell’area pratese? Quale potere e
volontà ha la “Politica” di fronte alla tenaglia della criminalità organizzata
che, certamente “tiene in mano” tutto il sistema?
Lo sa Lei che l’intera Toscana è
infiltrata alla grande di mafia, camorra e n’drangheta, ma nessuna
analisi, nessun progetto di contrasto e di risveglio delle coscienze emerge
dalle varie segreterie politiche, a cominciare da quella Pd? Tanto per
chiarire meglio, tantissime informazioni in merito all’argomento io le ho
apprese non in quanto simpatizzante, tesserato, attivista Pf, ma dal mio
parroco, (parrocchia di Vicofaro, Pistoia), molto attivo ed impegnato in
materia, anche grazie ai suoi stretti contatti con la associazione che prende
il nome da Antonino Caponnetto, grande magistrato ai tempi del pool antimafia
che comprendeva anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Anzi, se devo essere sincero fino in
fondo, in particolare durante un congresso Pd alle aree Breda di circa due anni
fa, notai come nessuno dette il peso che meritavano alle parole del direttore
di LegaCoop di Pistoia, il quale denunciò con chiarezza le infiltrazioni
malavitose nella economia sana, pistoiese e toscana in genere. Si preferì, in
quella occasione, riservare assai più spazio alle solite diatribe di chi era un
po’ più a destra o un po’ più a sinistra, o ad altri problemi più formali che
sostanziali, invece di esaminare seriamente questo aspetto.
Esaurito questo punto, approfitto per
richiamare la Sua attenzione su alcune cose accadute tranquillamente in questo
Paese di nome Italia senza che un cane abbia avuto il coraggio, la sensibilità,
la decenza di elevare una benché minima protesta.
1) Un mafioso assassino di nome
Salvatore Riina, si permette, dall’interno di un carcere così detto di massima
sicurezza, di telefonare indisturbatamente a chi gli pare per preparare l’eliminazione
fisica del magistrato Di Matteo. La reazione è consistita in un silenzio
assordante di tutti quelli che avrebbero invece dovuto insorgere come un sol
uomo di fronte a questo allucinante episodio. Stando così le cose, viene da
chiedersi: chi comanda, allora? Lo Stato o la mafia? O meglio: questa è la
conferma di quanto lo Stato sia infiltrato dalla mafia.
2) Un delinquente pregiudicato con
sentenza ormai da tempo divenuta definitiva, e per questo faticosamente fatto
decadere da senatore continua ancora, per quanto gli è possibile, a tenere
in ostaggio la vita politica del Paese, ed a godere, a spese di tutti noi,
della scorta che gli era un tempo dovuta in quanto Presidente del Consiglio
(sic!), senza che si scateni una vera rivolta per spazzarlo via, e con un Pd
totalmente inerte davanti a tutto questo, a parte un po’ di innocue chiacchiere
di facciata.
3) Un manipolo di personaggi mediocri e
servili arrivati agli scranni parlamentari non si sa per quali “meriti” si
è permesso impunemente di insultare con argomenti vigliacchi e stupidi il
gruppo dei senatori a vita e di mettere in dubbio le loro capacità ed i loro
meriti, ma anche qui nessuno che abbia fatto sentire la propria voce.
4) Infine, in merito alle primarie del
Pd alle quali anch’io ho partecipato, votando peraltro per Pippo Civati, si
possono senz’altro esprimere opinioni positive, ma senza dimenticare che alla
fine hanno interessato sì e no il 6% degli aventi diritto al voto in una
elezione normale. Per cui, è giusto essere soddisfatti del loro svolgimento, ma
con la misura e la cautela dovuti. E comunque, sarà bene non sottovalutare un
particolare assai negativo: lo spuntare come funghi di una notevole messe di
voltagabbana in corsa per salire sul carro del vincitore predestinato Matteo
Renzi; mi dispiace, ma duro molta fatica a considerare sinceri tanti che fino a
pochi mesi fa vedevano Renzi come il fumo negli occhi ed ora hanno così
velocemente effettuato una vera e propria “conversione sulla via di Damasco”.
La saluto cordialmente,
[*]
– Iscritto Pd con tessera n. 9722 circolo Pistoia Ovest
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[Martedì 7 gennaio 2014 | 09:53 - © Quarrata/news]
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