di Luigi
Scardigli
[l.s.] Erano tempi in cui non funzionava nulla, a parte i
treni che arrivavano puntualissimi.
La povertà si tagliava con il coltello e nonostante il Paese
fosse sull’orlo del baratro – nel quale cadde, con tutta l’Europa – qualcuno
amava sdrammatizzare.
Non era follia, ma anticorpi, che si fecero musica.
Ed è quella musica, quei tempi che le Sorelle Martinetti
presenteranno e rileggeranno sabato sera, alle ore 21, al teatro Francini di Casalguidi,
portando in scena Non ce ne importa
niente, un non-musical, un non-concerto, un non-spettacolo, scritto da
Giorgio Bozzo e trasportato sul palcoscenico grazie alla follia retroattiva del
regista Max Croci, che ha chiesto al clarinetto del maestro Adalberto Ferrari e
al pianoforte del collega Christian Schmitz (il deus ex machina del
terzetto) di fare qualcosa di speciale.
Certo, con le Sorelle Marinetti – un Trio Lescano alcolizzato, le Sorelle Bandiera in preda a
crisi esistenziale da invecchiamento –, Tirbuna
(Nicola Olivieri), Mercuria (Andrea Allione) e Scintilla (Marco Lugli), lo
spettacolo, il musical e il concerto son garantiti, ma sarà qualcosa di più, di
inimmaginabile, imprevedibile, carino da vedere, ascoltare, sentire.
Perché Tribuna, Mercuria e Scintilla non sono tre
transessuali invecchiate non più appetite dal marciapiede e dal pubblico della
notte e che hanno deciso di continuare a guadagnare qualcosina canticchiando
melodie strampalate in balere di second’ordine; sono attore, corista, cantante,
coreografo, diplomato al Filodrammatico, talenti fuori concorso che vantano una
padronanza e una diplomazia scenica semplicemente universali, tali da permetter
loro il lusso di prendersi beffa di loro stessi, con melodie d’epoca, vocalismi
in farsetto, sketch datati e riadattati, scambi vorticosi di personaggi, all’insegna
di un umorismo molto britannico, pop britannico, è forse il caso di aggiungere.
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[Giovedì 8 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]
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