PISTOIA. In merito alle profonde riforme costituzionali in atto in
parlamento di cui si parla pochissimo sui media, il Comitato Pistoiese per
la Difesa della Costituzione ha deciso di inviare una lettera aperta a
tutti i rappresentanti delle istituzioni (nazionali, regionali, provinciali e
comunali) eletti nel territorio pistoiese con poche e chiare domande. Questo
per permettere alla cittadinanza di sapere cosa pensano al riguardo i suoi
rappresentanti.
Il testo della lettera (consultabile
qui) è il seguente:
Ai Parlamentari pistoiesi
Ai Consiglieri Regionali pistoiesi
Alla Presidente della Provincia di Pistoia
Al Sindaco del Comune di Pistoia
Il Comitato Unitario Pistoiese per
la difesa della Costituzione, attivo dal 2005 e protagonista, all’interno
del Comitato Nazionale “Salviamo la Costituzione – Aggiornarla, non
demolirla”, della campagna referendaria che nel 2006 impedì l’entrata in
vigore della riforma autoritaria del Centrodestra, Vi invita, in qualità di eletti
del nostro territorio, nei diversi ambiti di rappresentanza di ciascuno, ad
esprimere pubblicamente la vostra posizione nel merito della modifica dell’art.
138 della Costituzione attraverso il disegno di legge costituzionale n. 813,
trasmesso dal Senato alla Camera il 23 ottobre 2013, che fra poco la Camera voterà
in quarta ed ultima lettura, senza che, se lo farà con una maggioranza almeno
di 2/3, ci sia la possibilità di promuovere un referendum popolare.
In particolare, qualora vi esprimeste
a favore di questo disegno di legge, che modifica l’art. 138 con l’istituzione
di un “Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali”, vi
chiediamo di rispondere alle seguenti domande:
– Ritenete che la responsabilità
della più grave crisi economica, occupazionale e sociale che abbia mai
attraversato il nostro Paese in epoca moderna debba essere attribuita alla
Costituzione Repubblicana, anziché a scelte sbagliate di gruppi dirigenti
sempre più lontani dalla realtà sociale?
– Condividete le affermazioni
presenti nella Relazione di presentazione del disegno di legge n. 813,
secondo cui l’impianto dello Stato prefigurato dalla II parte della
Costituzione “necessiti di essere aggiornato per dare adeguata risposta alle
diversificate istanze di rappresentanza e d’innovazione derivanti dal mutato
scenario politico, sociale ed economico, per affrontare su solide basi le
nuove sfide della competizione globale” e che “L’attuale situazione di crisi
economica ha reso non più tollerabili le inefficienze e i nodi irrisolti che
il nostro sistema politico e istituzionale si trascina, ormai, da oltre trent’anni”?
– Ritenete che l’attuale Parlamento,
frutto di una legge elettorale che la stessa Corte di Cassazione considera
incostituzionale, per la deformazione della volontà popolare, a causa di un
sostanzioso premio di maggioranza e delle lista bloccate, sia legittimato ad
attuare profonde riforme costituzionali?
– Ritenete che la deroga all’art. 138,
prefigurata dal disegno di legge n. 813, sia coerente con la lettera e con lo
spirito dell’articolo 138, inserito dai Costituenti a conclusione e garanzia
dell’intera Carta, attraverso il quale puntuali riforme Costituzionali su
argomenti specifici sono state già attuate (non sempre, peraltro, con effetti
positivi)? In particolare ricordiamo la riforma del Titolo V del 2001 e, in
tempi più recenti, la Legge 20 aprile 2012, con cui, sotto il Governo Monti,
il Parlamento italiano ha introdotto in Costituzione il pareggio di bilancio,
modificandone gli artt. 81-117-119 a maggioranza di due terzi, senza quindi
la possibilità di un referendum confermativo o oppositivo.
– Ritenete che la deroga all’art.
138, che tutela e legittima la stessa Costituzione, sia necessaria per varare
quelle riforme su cui c’è ampio consenso sia nel Parlamento che nel Paese
(riforma del bicameralismo paritario, riduzione del numero dei parlamentari,
abolizione delle province, revisione della riforma del titolo V del 2001) che
potrebbero essere introdotte seguendo le normali procedure previste dall’art.
138?
– Siete consapevoli che l’emendamento
votato dal Senato ha aperto la strada a veri e propri stravolgimenti dell’impianto
costituzionale, rendendo possibile da un lato la modifica degli interi Titoli
I, II, III e V, e dall’altro il coinvolgimento delle disposizioni connesse
dei Titoli IV e VI?
– Siete favorevoli alla
trasformazione dell’Ordinamento della Repubblica da Parlamentare a
Presidenziale o Semi-presidenziale?
In attesa di una vostra risposta
scritta, o nel corso di un incontro-confronto pubblico da organizzare a
breve, Vi porgiamo cordiali saluti.
Federica Santoro e Salvatore Scarola per il
Comitato Unitario Pistoiese per la difesa della
Costituzione di Pistoia
|
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 2 dicembre 2013 | 07:59 -
© Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.