Approvata anche una risoluzione
proposta dalla maggioranza
FIRENZE. «Una moderna strategia per raggiungere nei tempi stabiliti
le previsioni della legge nazionale e delle direttive comunitarie. Un piano che
consente alla Toscana di essere pronta per gli obiettivi di raccolta
differenziata non inferiore al 70%, rafforzando la prevenzione della
produzione, sviluppando la fase industriale del riciclo anche potenziando gli
investimenti per la raccolta differenziata, con creazione di posti di lavoro
anche altamente qualificati nei settori innovativi e della ricerca, ottimizzando
gli impianti esistenti abbandonando alcune nuove previsioni localizzative o di
ampliamento che si pongono oggettivamente in conflitto con le nuove previsioni
regionali».
Lo ha detto Gianfranco Venturi,
presidente della commissione ambiente e territorio del Consiglio regionale,
illustrando in Aula il nuovo Piano di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti
inquinati della Regione Toscana.
Insieme al provvedimento è stata anche
approvata una risoluzione proposta dalla maggioranza che prevede alcuni impegni
precisi da parte del Consiglio stesso e della giunta regionale.
In particolare l’Assemblea toscana si
impegna “In sede di approvazione definitiva e comunque non oltre tale atto: a
procedere al superamento della pianificazione interprovinciale rivedendo in tal
senso i contenuti della legge regionale 25/98; a proseguire con il metodo
partecipativo ed aperto che già è stato alla base della predisposizione del
Piano medesimo ad un approfondimento dei temi segnalati dalla consultazione e
che non è stato possibile verificare sufficientemente in questa fase di esame
del Piano medesimo anche in sintonia con il processo di revisione della legge
regionale 25/98, che pur non intervenendo su questo piano sarà comunque
chiamata a delineare i nuovi scenari entro i quali il piano stesso verrà a
collocarsi. Ciò con particolare riguardo: a) alla definizione di obiettivi di
riduzione della produzione pro-capite dei rifiuti; b) alle percentuali di
rifiuti da destinare alla termovalorizzazione o da avviare in discarica fermo
restando che la loro percentuale complessiva non debba superare gli obiettivi
fissati dal Piano; c) alla individuazione di modalità attraverso le quali
verificare anche con tappe intermedie il raggiungimento degli obiettivi posti,
a partire dalla effettiva riduzione della produzione pro capite, all’incremento
della raccolta differenziata ed al suo effettivo riciclo; promuovendo le buone
pratiche là dove queste hanno dato esito positivo, e coinvolgendo in questo
processo i soggetti della società civile che in questi anni hanno perorato la
causa di strategie più avanzate nell’ottica dell’obiettivo Rifiuti Zero. d) a
monitorare costantemente il perseguimento degli obiettivi di piano da parte dei
soggetti gestori individuando anche forme di concreta incentivazione rispetto
al perseguimento degli obiettivi, o sanzioni nel caso di ingiustificato mancato
raggiungimento degli stessi. e) ad approfondire, anche alla luce
dell’evoluzione normativa nazionale, le possibilità di una adeguata
collocazione delle scorie e delle ceneri prodotte dagli impianti di
incenerimento, valutando come questo aspetto incida sugli obiettivi di chiusura
del ciclo all’interno del territorio regionale; f) ad evitare la realizzazione
di impianti diffusi sul territorio assicurando una proporzionale presenza di
tipologie di impianti all’interno di ciascun ambito”.
[ciro
becchimanzi – uff. st. cons. reg.]
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[Giovedì 19 dicembre 2013 | 15:51 - © Quarrata/news]
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