giovedì 19 dicembre 2013

APR-BARDELLI. E IL TRIBUNALE DI ROMA RIGETTA


di EDOARDO BIANCHINI

Ligi Egidio non era legittimato ad agire contro l’Aias Nazionale e contro il commissario Bagnale

PISTOIA. Inutile perdere troppo tempo: la cosa migliore è invitare i lettori a leggere con attenzione la prima delle due sentenze che erano in dirittura di arrivo al Tribunale di Roma fra Bardelli & C. e l’Aias regolare.
È di ieri la notizia e di stamattina l’arrivo della sentenza, che respinge le istanze di Bardelli & C. (Deanna Capecchi, Fiammetta Ducceschi, Federico Liberati, Felice Liberati, Bruno Scarpini).

Come ricorderemo, nel polverone alzato da Luigi Egidio, il Tribunale di Pistoia dichiarò la propria incompetenza nel litigio pervicacemente tenuto in piedi, dal patron di tutto e tutti, circa la legittimità del commissariamento della sede di Pistoia.
Così la faccenda finì a Roma che, nella decisione che potete leggere, ha rilevato che, insieme alle persone fisiche che avevano agito con lui contro la nomina del commissario straordinario Bagnale (e cioè Deanna Capecchi, Fiammetta Ducceschi, Federico Liberati, Felice Liberati, Bruno Scarpini) Luigi Egidio Bardelli, che si definiva rappresentante della sede Aias di Pistoia, non era legittimato ad agire e non era «neppure all’epoca del conferimento del mandato (all’avv. Bologni – n.d.r.) il legale rappresentante dell’associazione [Aias] in forza della delibera di commissariamento adottata dall’Aias nazionale» la cui impugnazione ha costituito l’oggetto del giudizio di cui stiamo parlando.
In altre parole, il Tribunale di Roma, se non erriamo, ha detto che Bardelli non era nessuno e non poteva agire: ma Bardelli – pur premiato dal Prefetto Lubatti – ha sempre confuso (come anche noi abbiamo ampiamente dimostrato nei nostri interventi e come lui stesso ebbe a riconoscere dinanzi all’Ordine dei Giornalisti di Firenze in sede disciplinare) figure, ruoli e competenze, partendo dalla presunzione di avere sempre e comunque ragione; tant’è che – come abbiamo scritto decine di volte – l’ispirato ex-Presidente di tutto, che oggi ha passato il tutto-Apr alla Fondazione Maria Assunta in Cielo, da due anni, pur inibito da una ordinanza del Tribunale di Roma, sta riscuotendo, senza piena legittimazione, denaro pubblico a profusione dalle casse dell’Asl 3, facilitato in questo dai Sindaci Berti (Pistoia) e Bellandi (Montecatini), e dalla Regione Toscana di Enrico Rossi.
Di recente – come abbiamo anche riferito – Bardelli ha scaricato il peso dell’Apr su Maria Assunta in Cielo. E lo ha fatto alla sua maniera, con un palese e stridente conflitto di interessi perché nel trasferire il personale da un ente all’altro, ha implicato anche la signora Laura Corrieri, vicepresidente Apr e, al tempo stesso, Presidente della Fondazione Maria Assunta in Cielo.
Ma tutte queste cose, a Pistoia, sono semplici accessori, di nessun valore e di nessun peso.
Perché qua quel che conta è fare.
Poi si vedrà. Anzi, ci può scappare – com’è successo – anche un premio!

P.S. – Nel frattempo ci sono grossi problemi economici per l’attività di riabilitazione. Anche con la cucina: tant’è – riferiscono – che ormai il pasto non prevede più due primi e due secondi, ma solo una razione unica. Quella che butta il convento e basta.
Eppure don Pancaldo assicura: i lavori della nuova chiesa ipogea e delle altre strutture stanno per riprendere a giorni…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 19 dicembre 2013 | 13:23 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Perdoni Bianchini, non volendo entrare in questioni così complicate ed importanti quali quelle giudiziali (non ne sono assolutamente capace).
    Mi piacerebbe chiederle chi mai può averle detto che il servizio mensa è in queste condizioni? Sono passate non tante ore dall'averne beneficiato il loro lavoro e devo dirle che in effetti il mio vassoio pareva scarno nella sostanza, ma solo dovuto ad una mia indispensabile dieta costretta da valori ematici non proprio esatti. Per gli altri, tranquillamente 2-3 primi (secondo richiesta), 2-3 secondi, tre contorni, frutta, acqua, pane, il caffè però è a parte. Volendo in questi giorni, anche la fettina di panettone. ;)

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    1. Non chieda troppo, Parronchi. Si contenti di quel che si dice – alla Andreotti. Mi creda, è ben vagliato. E il più delle volte ci si picchia.
      Anche i giornalisti hanno il segreto della confessione, come i preti del resto. E lei che sta lì, dovrebbe saperlo.
      Chiedere “chi” e “come” è effettivamente troppo: ma soprattutto non consentito. Per legge.
      Non sia indebitamente indiscreto e non si tormenti a voler trovare colpevoli e vie di fuga: lo sa bene, lei che è stato in politica e che c’è ancora, che in ogni famiglia c’è chi va fuori a raccontare al vicino quel che accade in casa: l’informazione vive anche di quello – come ne visse, ai suoi tempi, Tangentopoli, con tutte le implicazioni dei casi, dalle prime corna in poi.
      Se non è vero, mi perdoni, tanto meglio per tutti e andiamo avanti.
      Cordiali saluti.

      Edoardo Bianchini

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