lunedì 5 marzo 2012

ITALIA DONATI. COME MUOIONO LE MAESTRE


di Luigi Scardigli

Lo spettacolo all’ Yves Montand di Monsummano

È finita con l’essere una giornata di macchiette, quella della festa delle donne, l’8 marzo: cortei, mimose, tante chiacchiere e tanti buoni propositi. Prima e dopo, però, le donne, continuano a venir mercificate, offese, violentate e dopo l’uso, dimenticate.
Il teatro Yves Montand di Monsummano però, per commemorare e provare a dare un senso vero a questa giornata, ha scelto una rappresentazione di profondo e alto rispetto, mandando in scena, per la regìa di Stefano Vercelli e l’interpretazione di Magda Siti, Come muoiono la maestre, la storia, agghiacciante, ma bellissima, tra l’altro avvenuta proprio nei paraggi, a Cintolese, di Italia Donati, la povera contadina figlia di contadini che riuscì a coronare il proprio sogno: fare la maestra.

Detto e scritto, oggi, fa quasi sorridere: il 90% del corpo insegnante delle scuole elementari è composto da donne, ma alla fine del XIX secolo, per una donna, per giunta povera, era letteralmente impossibile sottrarsi dal proprio destino.
L’ha scritta Elena Gianini Belotti la storia di Italia Donati e ora, quelle pagine incredibili, andranno in scena.
Di incredibile, nel terzo millennio, c’è ormai più poco, ma ripercorrere le vicende della povera maestra è semplicemente commovente. Italia Donati infatti, contro tutto e tutti, riesce finalmente ad entrare in possesso di quell’incarico: nel paese però, sindaco in testa, nessuno vede di buon occhio una donna alla guida di una scolaresca: iniziano le pressioni, i sabotaggi, più o meno subdoli, le violenze, d’ogni sorta e tipo; e Italia Donati, stremata e abbandonata a causa dei pregiudizi, decide di farsi suicidare, gettandosi da un ponte nel fiume sottostante. [l.s.]

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 5 marzo 2012 - © Quarrata/news 2011]

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