Verso l’ Italia della recessione istituzionale
Ci hanno fregato tutti. Lo stavano
facendo da decenni e, finalmente, siamo arrivati al capolinea, al momento della
verità.
È toccato a Mario Monti levare le
castagne dal fuoco dei nostri signori politici. E lui lo ha fatto volentieri,
anche con l’aiuto di qualche scenetta da melodramma – la Fornero che versa
lacrime, che non saranno mai lacrime di lavoratore: voglio dire di quelli veri
da 1000/1200 euro al mese.
Il teatrino napoletano alla Pulcinella
è completo, il sipario può calare e tutti possono tornare a casa, beffati e
piangenti – Bagnasco direbbe gementes et flentes.
Hanno pagato sempre i soliti: cioè noi.
Noi che versiamo i contributi e le tasse perché siamo schiavi dei sostituti d’imposta
che ci pelano ancor prima della riscossione – un sistema ineccepibile in una
democrazia occidentale cattolica e comunista.
Di tutto questo, signori lettori,
possiamo ringraziare l’irresistibile ascesa del Pci anni 70. E la
moltiplicazione dei pani e dei pesci della politica sociale che ne conseguì.
Provate a dire il contrario se vi riesce.
Ci siamo stracaricati di debiti finché,
dopo i provvedimenti Bassanini, ci siamo legati delle macine al collo con la
riforma di una macchina burocratica elefantiaca la quale, carica di metastasi
amministrative che si chiamano dirigenti, a centinaia di migliaia di
euro di costo all’anno, nutriamo le nostre sanguisughe ben sapendo che i salassi
e i cataplasmi non servono assolutamente a niente, se non a generare debiti e
miseria.
Felici di tutto questo, ieri abbiamo
assistito, quasi commossi anche noi, alle lacrime della Fronero, alla freddezza
– la sua voce sembra quella dei vecchi risponditori automatici della Telecom –
di Mario il chirurgo.
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«Dài, Mario, che ce l’abbiamo fatta…! Ci credono…»
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Non ha toccato l’Irpef, ma ha aumentato
l’addizionale regionale (e questo cos’è?); ha aumentato la benzina con le
accise regionali; ha innalzato l’iva; ha stangato la casa con rivalutazioni del
60% degli estimi catastali, se ho capito bene, che colpiranno ferocemente quel
piccolo bene (la seconda casa) che ha dato sviluppo e benessere all’Italia
dagli anni 60 in poi e un piccolo investimento sudato e tranquillizzante a
migliaia di lavoratori del ceto medio; ha troncato le aspettative di decine di
migliaia di lavoratori, che stavano pedalando in salita in attesa di giungere
al traguardo della montagna, in vista del quale sono schiantati a poche
pedalate dalla conclusione; ha freddato – più che congelato – la rivalutazione
delle pensioni per due anni: e tutto questo, Lui & Loro, lo chiamano equità,
applauditi dalla Marcegaglia e da chi – partiti compresi – si prostituisce a
questa, come ho già detto, castrazione automatica (vedi).
Ci hanno fregato tutti. Siamo tutti
fregati. I sindacati sono gli unici che lo dicono – e non c’è dubbio: hanno
ragione. Ma possiamo stare tranquilli: dopo le lacrime, il caro Mario ci ha
detto che rinuncia allo stipendio da Presidente del Consiglio.
Il che, a Pistoia, equivale a dire tìrati
su le puppe!
e.b. blogger
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[Lunedì 5 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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