lunedì 5 dicembre 2011

SIGNORI, SIAMO FRITTI!


Verso l’ Italia della recessione istituzionale


Ci hanno fregato tutti. Lo stavano facendo da decenni e, finalmente, siamo arrivati al capolinea, al momento della verità.
È toccato a Mario Monti levare le castagne dal fuoco dei nostri signori politici. E lui lo ha fatto volentieri, anche con l’aiuto di qualche scenetta da melodramma – la Fornero che versa lacrime, che non saranno mai lacrime di lavoratore: voglio dire di quelli veri da 1000/1200 euro al mese.

Il teatrino napoletano alla Pulcinella è completo, il sipario può calare e tutti possono tornare a casa, beffati e piangenti – Bagnasco direbbe gementes et flentes.
Hanno pagato sempre i soliti: cioè noi. Noi che versiamo i contributi e le tasse perché siamo schiavi dei sostituti d’imposta che ci pelano ancor prima della riscossione – un sistema ineccepibile in una democrazia occidentale cattolica e comunista.
Di tutto questo, signori lettori, possiamo ringraziare l’irresistibile ascesa del Pci anni 70. E la moltiplicazione dei pani e dei pesci della politica sociale che ne conseguì. Provate a dire il contrario se vi riesce.
Ci siamo stracaricati di debiti finché, dopo i provvedimenti Bassanini, ci siamo legati delle macine al collo con la riforma di una macchina burocratica elefantiaca la quale, carica di metastasi amministrative che si chiamano dirigenti, a centinaia di migliaia di euro di costo all’anno, nutriamo le nostre sanguisughe ben sapendo che i salassi e i cataplasmi non servono assolutamente a niente, se non a generare debiti e miseria.
Felici di tutto questo, ieri abbiamo assistito, quasi commossi anche noi, alle lacrime della Fronero, alla freddezza – la sua voce sembra quella dei vecchi risponditori automatici della Telecom – di Mario il chirurgo.
«Dài, Mario, che ce l’abbiamo fatta…! Ci credono…»
Non ha toccato l’Irpef, ma ha aumentato l’addizionale regionale (e questo cos’è?); ha aumentato la benzina con le accise regionali; ha innalzato l’iva; ha stangato la casa con rivalutazioni del 60% degli estimi catastali, se ho capito bene, che colpiranno ferocemente quel piccolo bene (la seconda casa) che ha dato sviluppo e benessere all’Italia dagli anni 60 in poi e un piccolo investimento sudato e tranquillizzante a migliaia di lavoratori del ceto medio; ha troncato le aspettative di decine di migliaia di lavoratori, che stavano pedalando in salita in attesa di giungere al traguardo della montagna, in vista del quale sono schiantati a poche pedalate dalla conclusione; ha freddato – più che congelato – la rivalutazione delle pensioni per due anni: e tutto questo, Lui & Loro, lo chiamano equità, applauditi dalla Marcegaglia e da chi – partiti compresi – si prostituisce a questa, come ho già detto, castrazione automatica (vedi).
Ci hanno fregato tutti. Siamo tutti fregati. I sindacati sono gli unici che lo dicono – e non c’è dubbio: hanno ragione. Ma possiamo stare tranquilli: dopo le lacrime, il caro Mario ci ha detto che rinuncia allo stipendio da Presidente del Consiglio.

Il che, a Pistoia, equivale a dire tìrati su le puppe!

e.b. blogger
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[Lunedì 5 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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