Ormai la situazione si profila sempre
più chiara. A tutti i livelli.
Da qualsiasi parte si guardi, in ogni
trasmissione televisiva viene fuori che per e con Monti sono
tutti d’accordo – e lo erano già da prima, prendendoci amabilmente in giro col
giocare fra la reticenza e la lacrimuccia d’occasione.
Gli hanno messo il bisturi in mano e lo
hanno compensato con un senatorato a vita a condizione che ci tagliasse non
solo le pensioni, ma anche le gambe: l’essenziale era salvare l’Italia a tutti
i costi, l’Italia di chi sta bene e non quella della gente normale. E dopo che
la politica, a tutti i costi, la aveva messa in ginocchio e la aveva
trasformata in una Debitòpoli cronica.
E per rilevare questo mega-accordo trilateral,
destra-centro-sinistra, come la trilateral-casa di Monti, basta fare
mente locale alle minacce di Bersani a Di Pietro: o con noi o contro di noi.
Ormai la sinistra, da quando Fassino
rivelò che aveva sempre creduto in Dio, non ha più vergogna a parlare come un
missionario gesuita alla conquista degli Indios, Vangelo alla mano –
almeno nel senso e nello spirito.
Della Cei e del suo sotterraneo accordo
con Monti, si è detto ieri, giornata in cui a Ballarò, citando da
Livadiotti e dal suo ultimo libro, I senza Dio (la Santa Romana Chiesa),
Floris ci ha fatto vedere che il 20% del patrimonio immobiliare italiano
appartiene ai ‘pastori delle anime’: che, in virtù della loro opera spirituale,
non pagheranno una palanca di Ici-Imu, e che fingono di farci credere che Monti
sia stato iniquo, forse perché non ha loro concesso, oltre l’esenzione, anche
un innalzamento del prelievo sull’Irpef dei poveri, magari dall’8 al 16‰ a
favore delle ‘casse celesti’. E Bertone ha quasi benedetto Supermario, come si
è visto; mentre Supermario ci dice che, come Italiani, capiremo – sì, ma per amore
o per forza.
L’accordo sotterraneo Pd-Mario&Monti
lo abbiamo visto ben stampato anche sulla faccia di Anna Finocchiaro, ieri sera,
a Ballarò, sempre più indignada e particolarmente incazzata contro
chiunque osasse contraddire le sue visioni di necessarismo risanatorio,
di cura e accanimento terapeutico (non troppo equo, ma pur sempre suscettibile
di ritocchi) di Supermario al capezzale dell’Italia morente.
L’apoteosi, da questo punto di vista, c’è
stata quando la grande sicula, portavoce della neosinistra liberista italiana,
sentendosi chiedere da Floris – che pure è dalla sua parte – se la cacciata di
Supersilvio valeva un macello di questo genere, ancor più incazzata che mai, ma
senza assolutamente rispondere alla domanda, ha eruttato che tutto questo ‘disastro
banchieristico bocconiano-cattolico’ valeva senz’altro il salvataggio dell’Italia:
come dire «Italiani, se ci dobbiamo salvare e ci sono rimasti i coglioni in una
tagliola, tagliamoli e via!».
Che tutte le forze politiche erano d’accordo
con Monti e con questa manovra, da far fare a chi non avrebbe avuto ritorni negativi
sotto elezioni prossime future, lo stanno cominciando a dire tutti, ormai, più
che apertamente.
Noi avevamo iniziato prima di tutti,
pur da questo modestissimo blog.
Ma ciò non ci consola affatto.
Abbiamo l’amaro in bocca. Quell’amaro
tragico che ci coglie di sorpresa ancor oggi, a tanti anni di distanza, in una
famosissima scena di Berlinguer ti voglio bene.
Che vogliamo riproporvi per una appropriata
riflessione.
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 7 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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