PISTOIA. Che Giampaolo Pagliai dell’Udc sia palesemente molesto, non
è affatto una novità. E non è nemmeno una bugia: Giampaolo lo è.
Lo è se ed in quanto – direbbero i compagni
postsessantottini del Pd – rompe le uova nel paniere della maggioranza
consiliare e di un P(artito) D(ominante) che da 60 anni guida questa città in
una terra di nessuno e in un mondo delle nebbie che, alla fine, hanno tolto
aria e respiro, e quindi vita, alla città stessa, considerata una delle peggiori
quanto a qualità della vita, anche sotto il profilo del ‘consumo del territorio’.
E Pagliai, definito quasi un Feroce Saladino, nel tardo
pomeriggio di oggi, 16 febbraio, ha organizzato un pubblico incontro (Circolo
Mcl, dietro all’Inps di Pistoia) per parlare delle bugie dei compagni – cosa che
loro ben poco gradiscono – riguardo al Regolamento Urbanistico.
Un bimbo nato male – come ha detto Pagliai ricordando che
questo strumento sarebbe dovuto venire già nel 2004 o giù di lì –, perché è
nato non di 9 mesi come un essere umano, ma di ben 8 anni. E con la pretesa dei
Pd – Mazzieri in primissima linea – di voler accreditare il fatto che, se il
Regolamento non verrà approvato entro la fine del mandato di Berti, Pistoia
resterà catastroficamente ingessata.
La sala, all’Mcl, era gremita. Professionisti in prima linea
per ascoltare le bugie del Pd dalla versione Pagliai. Bugie confermate anche da
Bartolomei (Fli) e da Margherita Semplici (Pdl) che hanno ribadito, ciascuno
per la sua parte, l’impegno a far sì che il Regolamento non venga approvato:
troppo tardi ormai.
E non dovrà essere approvato – è stato detto – non per puro
spirito di fronda o di opposizione, ma perché il Pd, pur avendo avuto a disposizione
8 anni, non ha trovato niente di meglio da fare che trascinare il tutto fino ai
limiti estremi del mandato dell’attuale amministrazione: niente di più falso,
quindi, che sostenere che, se lo strumento salterà, ciò avverrà per colpa delle
opposizioni.
Sugli scenari che si apriranno dopo, sappiamo tutti, più o
meno, che niente succederà delle apocalissi paventate da Mazzieri o da Berti o
da Bertinelli stesso.
Sta di fatto, invece, che, se dovesse essere varato questo
Regolamento, tutte le costruzioni antecedenti al 1953 (anche se rifatte ex novo
negli anni 70) diventeranno intoccabili come il Colosseo o la Mole
Antonelliana: e allora altro che favorire le ristrutturazioni, come sostiene
Bertinelli! Questo regolamento ingesserà davvero tutta Pistoia, ma perché la
ridurrà come una mummia, assolutamente morta per asfissia.
E questo – è stato detto – impedisce la movimentazione delle
piccole realtà locali (lavori dai 5mila ai 30mila euro) che sarebbero potute
essere una valvola di scarico, di sfogo e di ripresa, almeno in parte, dell’economia
pistoiese, attraverso, appunto, le ristrutturazioni e i riadattamenti dell’edilizia
esistente.
Ma la bomba, il particolare più saliente della serata, è
stato, però, l’annuncio di un escamotage della maggioranza che, per il
consiglio di lunedì 20 febbraio prossimo, avrebbe previsto di cambiare le
regole del gioco in corso d’opera. In altri termini con un sofisticato
marchingegno che sarebbe più corretto definire un vero e proprio colpo di
mano, l’amministrazione Berti vorrebbe cambiare le regole dell’approvazione
del Regolamento, mentre se ne discute la stessa approvazione. Come dire un
perfetto esempio di correttezza e rispetto della legalità.
Va bene che non c’è da meravigliarsi di nulla in questa
Italia degli abusi e della corruzione (vedasi cosa dice la Corte dei Conti in
proposito), ma questo è inaccettabile, inammissibile, intollerabile.
Perciò Udc, Fli, Pdl – questa la conclusione – diranno no
a manovre di questo genere. E dicono sin d’ora a Mazzieri di non provarci
nemmeno.
La maggioranza ha sbagliato con la sua inerzia. Se ne assuma,
dunque, la responsabilità politica e la faccia finita una volta per tutte di
piangere: il bene di Pistoia passa non dalla approvazione, ma dalla
non-approvazione del Regolamento Urbanistico.
Punto e basta.
e.b.
blogger
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[Giovedì 16 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]
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