Leggo di questa roba tremenda e mi
sento sempre più in imbarazzo.
Sparare e – per fortuna – non colpire
nessuno, non significa per niente non avere sparato.
Se cerco di uccidere una persona e non
ci riesco per grazia di Dio, finisco ugualmente condannato per tentato
omicidio. Almeno così mi hanno insegnato.
Come mi hanno insegnato, in generale,
che le persona che uccide – a meno che non sia un serial killer: e
quindi uno psicopatico e quindi uno già di per sé scriminato perché pazzo –, lo
fa una volta soltanto.
Mi hanno detto che difficilissimamente
riprova con un secondo, un terzo, un quarto e così via.
Invece mi insegnano che, chi ha
sbagliato mestiere e si è messo dalla parte del brigatismo, considerando quel
mestiere lì un dovere civico, riscende in piazza e rispara.
E se non viene preso, lo rifà ancora e
lo rifà e lo rifarà.
Colpa, c’è stata. Pena, c’è stata.
Espiazione, c’è stata.
Ha ragione Pisapia: Azzolini ha pagato.
Ma pur con tutta la buona volontà del
perdono per un credente, o della comprensione per un laico come me, personalmente
credo che chi ha scelto quella strada, minorenne o no, dovrebbe avere ottenuto,
in premio e perdono, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
e.b blogger
P.S. – Se non siete d’accordo, per
favore non sparatemi. Ho solo espresso un’opinione. E in termini di assoluta
continenza.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 26 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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