di Luigi
Scardigli
È una di quelle mattanze, il genocidio armeno, che la storia
ha solo registrato, come accadimento, cruento e numericamente considerevole, sì
(furono trucidati, nel 1915, un milione e 500 mila armeni, dal governo dei
Giovani Turchi, del comandante Riza), ma non studiato attentamente.
È per questo, forse, o anche, è meglio aggiungere, che Paola
Ponti ha preferito aprire una riflessione su quella barbarie e grazie alla
regìa di Danilo Nigrelli, domani sera, al Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia,
andrà in scena Una cena armena, scritto
da Sonya Orfalian e che rappresenta un colloquio intimo e intimista tra Danilo
Nigrelli e Rosa Diletta Rossi, che indosseranno gli abiti, sul palco, di Aram,
un armeno e Nina, una giovanissima italiana, che si trovano, di notte, mentre
fuori impazza una tormenta di neve e freddo, attorno a un focolare.
Sarà una conversazione anomala, con Aram che cercherà di
spiegare e far capire – il destinatario qui non è certo la ragazza, ma l’intera
generazione di coloro che non hanno saputo davvero come siano andate le cose –
quello che il Governo dei Giovani Turchi riuscì a escogitare, un tremendo e
sadico sterminio che partì con l’uccisione dei soli uomini e lo stillicidio delle
donne e dei bambini poi, non uccisi, ma costretti ad attraversare il deserto
per andare incontro ad un’atroce morte (in)naturale.
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[Giovedì 23 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]
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